PROLOGO

122 12 4
                                    

Parigi non è mai stata così bella.
L'ultima volta che ci sono stata è quando ho saputo che Nicolas sarebbe partito per l'esercito.
Ricordo quel giorno, la fitta improvvisa che ho provato nel petto, le lacrime che mi colavano sul viso, le persone che ci guardavano in mezzo alla strada.
Niente sarebbe stato più come prima.
-Martina come mai sei così pensierosa?- mi chiede Elia il mio miglior amico, mentre passeggiamo a Champ de Mars.
"Si nota così tanto? Sono passati dieci anni e ancora non faccio che pensare a lui"
-Scusami sono solo un po' assonnata, il viaggio in aereo mi rende sempre nervosa e accumulo tanta tensione- cerco di scusarmi per la mia assenza.
-Che ne pensi se andiamo a mangiare in un ristorante qui vicino così mi racconti perché mi hai trascinato con così poco preavviso qui a Parigi?- dico cercando di evitare che mi faccia altre domande,
-Ti devo una spiegazione su tutto lo so e ho una fame da lupi- replica mentre lo prendo sotto braccio.

***********************

Il ristorante italiano che ha scelto Elia è economico e il cibo squisito, abbiamo ordinato una semplice pasta al pesto con una montagna di formaggio e Elia continua a sviare il discorso.
-Vuoi spiegarmi come mai siamo qui?- chiedo esasperata.È la seconda volta che glielo chiedo da quando siamo arrivati al ristorante.

-Hai proposto tu di andare a mangiare qualcosa ricordi?-

-Intendo qui a Parigi scemo- alzo gli occhi al cielo.

-E va bene ti racconto tutto ma non giudicarmi- risponde infine.

Bevo un po' d'acqua e mi metto tutta orecchie, pronta ad ascoltarlo.
-Qualche settimana fa, ho conosciuto una ragazza su Facebook e abbiamo iniziato a messaggiare, a chiamarci, a scambiarci qualche foto- alza il sopracciglio per farmi capire di che foto parla.
"Ha mandato delle foto hot a una ragazza sconosciuta? Dovrei essere gelosa visto che siamo stati insieme da adolescenti?" Non ho il tempo di ribattere perciò continua.

-Qualche giorno fa, mi ha chiesto se potevo venire qui a Parigi per conoscerla finalmente, toccarla, passare una notte insieme e capire se questa storia può funzionare- spiega tutto d'un fiato
-E quando dovreste incontrarvi?- chiedo
-Domani pomeriggio davanti al Louvre. Non ho mai visitato Parigi e sai quanto amo i musei, anche se non vendo l'ora di passare del tempo da soli a casa sua- i suoi occhi si accendono di desiderio.
-Si però Elia tieni le tue voglie per domani- rido prendendolo in giro.
-C'è un altra cosa che non ti ho detto e so che ti arrabbierai moltissimo- dice e io lo fisso senza capire "cosa vuole dire, arrabbiarmi? perché dovrei?"
-Nicolas fa il cameriere in questo ristorante, ed è proprio dietro di te- mi guarda mortificato.

Mi volto, senza pensarci e lo vedo, sta servendo due tavoli dietro di noi, forse non mi ha visto, cerco di girarmi il più veloce possibile ma è troppo tardi, i nostri occhi si incontrano, ci fissiamo per qualche secondo che sembrano minuti, ore persino. Mi sorride, si avvicina al nostro tavolo e capisco che è la fine.

Non è un addioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora