Era una delle tante giornate gelide nei sobborghi di New York, una di quelle mattine grige piene di smog e bagel appena sfornati. Payton si alza come tutte le mattine per andare in quella pasticceria all'angolo della sesta che fa i croissant più buoni della città, ''Una fila di 20 minuti, ma ne vale la pena'' diceva, e forse quel croissant era l'unica certezza in quel momento della sua vita. Payton entra nella pasticceria nella solita frenesia del lunedì mattina, c'è chi va di fretta ed esce con una bella spallata sul braccio senza neanche chiederti scusa, chi per poco non ti versa il caffè addosso, però quella mattina la pasticceria Craby's era più vuota del solito ''forse la gente era così indaffarata da dimenticarsi anche di fare colazione'' pensò Payton, ma d'altronde erano anche già le 9 e mezzo e praticamente tutti erano già rinchiusi nei loro uffici, grigi, come quella giornata New York. Payton si indirizza verso la vetrina dove scegliere il gusto del croissant che voleva, ma la scelta non'era ampia visto che già era stato preso tutto, ma d'avanti alla vetrina qualcosa si stava agitano ''Stronzo ti ho detto che l'ho pagato! Non mi scassare!'' ''Pensi che sia coglione, hai preso il beagle dalla teglia e poi te ne stavi andando, stupida checca!'' ribadì il panettiere, così Payton sentendo quell'insulto così spregevole e maligno ma anche pericoloso per i tempi che correvano, ossia il 2019 dove la gente trova un modo per protestare anche per la lattuga nel suo hamburger che ha un colore al quanto nazista, legiferò come meglio poteva ''Ehi tu! panettiere!'' disse avvicinandosi ''Farò finta di non aver sentito l'insulto che hai appena detto a questo ragazzo, ma sappi che se uscirà un'altra parola dalla tua bocca su questo beagle giuro che la denuncia che ti farò sarà così dolorosa, che questo ragazzo dopo potrà comprare, il bagle, la vetrina e anche il tuo squallido buco omofobo dove sono sicuro che vivi, e il beagle lo pago io'' ''Ehi, non c'è bisogno che mi proteggi okay!'' disse il ragazzo che tirò con forza il beagle in faccia al pasticcere e scappò via dal negozio, il pasticcere appena si affrettò ad alzare il dito ed ad aprire la boccca fu subito fermato da Payton che gli fece un segno con gli occhi come a dire ''Ah ah!'' e il pasticcere si fermò, Payton posò tre dollari sulla vetrina e uscì dal ragazzo. Il misterioso ragazzo urlante camminava molto veloce e con fare indispettito, tanto che quando Payton uscì dalla pasticceria lui era quasi già all'angolo. Ma riuscì a raggiungerlo, aveva i capelli biondi, molto chiari, era magrolino ma non troppo da preoccuparsi che non mangiasse, un maglione a collo alto bianco e una sciarpa che gli pendeva fin giù alle gambe, e una giacca beige. Di certo non'era un look di chi prende le prime cose che trova nell'armadio. ''Ehi tu!'' disse Payton ''Volevo solo scusarmi da parte sua, ma il realtà mi sto solo scusando con questa società di merda che sforna ancora trogloditi del genere'' Payton lo guardò sorridendo aspettandosi un sorriso ricambiato ma quello che uscì dalla bocca del ragazzo fu solo.. ''Senti, non c'era bisogno di proteggermi, e tanto meno di pagarmi il beagle, non mi serve la tua carità e adesso buona giornata'' attraversò la strada senza notare che il semaforo era ancora rosso e quasi si scontrò con un taxi, che ricevette un sonoro dito medio, e Payton vide il misterioso ragazzo sparire all'angolo. Payton sbattè le gambe sulle cosce stranito confuso, ma sorpreso, era successo tutto in un'arco di più o meno cinque minuti, aveva il fiatone, ma era molto elettrizzato, per qualche strana ragione, e sorrise, anche un pò divertito dalla vicenda di quella mattina. Guardò a terra e scorse qualcosa di leopardato, era un portafoglio, lo aprì, 35 dollari, una tessera del golf club del Michighan, Kaleb Northon, nato a Sesamon Street, ma nessun indirizzo di New York, continuò a cercare per trovare quello che era sicuro ogni newyorkese, anche quelli che lo sono da poco, aveva nel portafoglio, l'abbonamento della metro... Così dopo aver seguito qualche corso noioso ed aver fatto un pisolino, per la prima volta dopo tanto tempo Payton scese di casa la sera, ma non per andare in un bar ad ubriacarsi. Dopo qualche fermata di metro scese a Bryant Park, e si diresse verso l'indirizzo con l'aiuto di Google Maps, e dopo dieci minuti trovò il posto, era molto carino, era una specie di vialetto con quei lampioni da quartiere residenziale. Il palazzo dove abitava Kaleb era come tutti gli altri, bianco d'epoca e con un cancello di ferro delle foglie, Payton si avvicinò al palazzo non sapendo bene a che citofono bussare nè tanto meno il piano, ma sentì subito delle urla e la voce di Kaleb che si agitava urlando cose come ''E adesso! è tutta colpa vostra come farò!'' e pensò che non doveva essere tanto difficile trovare il posto. Così aspettò che qualcuno uscisse dal palazzo per entrare, una signora con un cane, Payton aveva così l'aria da bravo ragazzo che nessuno gli avrebbe chiesto se abitava lì, infatti la signora sorrise e gli disse ''Deve entrare giovanotto?''. Così Payton entrò e si diresse verso le urla ''Non mi dire che sapevi che sarebbe finita così! Tu non lo sapevi okay! Mi sono sempre comportato bene Cristo!'' e sentì il rumore di qualcosa che sbattè per terra, Payton indugiò un pò sulla porta non sapendo se bussare e se lo avesse fatto che la prossima cosa a rompersi sarebbe stata sulla sua faccia, ma fu più forte di lui..Ding! Dong! il suono di quel campanello era un pò macabro, tipo quelli delle case dei fantasmi nei film, il cuore di Payton cominciò a battere, la porta si aprì. C'era Kaleb con tre mollette in testa, una maglia degli Yenkees così larga a coprirlo fino alle sue gambe magroline, e la faccia intrisa di lacrime, appena vide Payton strabuzzò gli occhi, si fece bianco come uno strano animale tropicale che prepara il suo attacco ''O mio Dio! Allora sei un cazzo di stalker!'' disse Kaleb ''Ora chiamo la polizia cazzo!'' prima di fare il gesto di chiudere la porta con violenza, Payton tirò fuori il portafoglio ''L'ho trovato per strada!'' disse velocemente tanto da far fermare la porta a Kaleb che lo guardò come se avesse visto una borsa di Prada al 50%, ''Cioè non su una strada qualunque, su quella dove hai.. ehm.. mostrato il dito medio al tassista'' fece una leggera risatina ''Beh pensavo volessi riav..'' non finì la frase che Kaleb si buttò verso di lui abbracciandolo lasciando Payton stranito ''Oh mio Dio! Cazzo, cazzo grazie! Ero fottuto senza questo portafoglio, ho messo sotto sopra la casa'' fece un gesto per indicare il suo appartamento, aveva ragione ''Avrei davvero dovuto lasciare la città non avevo più niente, ho rifatto quella cazzo di strada avanti e indietro'' disse singhiozzando Payton lo guardò sorridendo, quel gesto gli aveva dato enorme soddisfazione, non era chissà che cosa, ma sentiva questo, e anche un pò di felicità ''Quel che voglio dire è grazie'' Kaleb si asciugò le lacrime e disse ''Vuoi entrare, posso offrirti qualcosa da bere? O sarebbe troppo strano?'' disse Kaleb ''Guarda di tutte le cose che mi sono successe questa è la meno strana'' disse Payton con una risatina isterica e malata che gli portava sempre i suoi ricordi. Payton entrò nell'appartamento, era davvero carino, uno di quegli appartamenti newyorkesi con la parete di mattoni e il resto bianche e chic, un soppalco con la camera da letto e la cucina a destra, già, sarebbe stato molto carino, se non fosse stato per Kaleb. ''Comunque io sono Kaleb, ma gli amici mi chiamano Cherry perchè ho sempre le labbra color ciliegia'' C'erano praticamente vestiti ovunque, pantaloni ,borse, e riviste di Vogue sparse per tutto il pavimento, e un paio di valigie aperte all'angolo della stanza, più che abitare lì sembrava che Kaleb avesse scassinato l'appartamento e sarebbe dovuto uscire dalla finestra quando i veri proprietari sarebbero tornati. L'unico posto che , a parte qualche bottiglia di vino vuota, era il più ordinato, era la zona cucina, con una piccola isola di marmo e uno di quei sgabelli alti, il lavandino era più o meno pulito, c'erano delle cartacce di Mc Donald's e altri fast food.''Davvero guarda pensa che ero così disperato che ho chiamato i miei, e stavo per tornare da loro, a proposito'' Kaleb prese il suo telefono e chiamò ''Ho ritrovato il portafoglio non ho più bisogno di voi vaffanculo!'' e chiuse la chiamata buttando il telefono sul tavolo ''Allora, non so cosa offrirti'' rise Kaleb, una risata al quanto sollevata e felice per aver ritrovato il portafoglio. Payton si sedette sullo sgabello dell'isola e cominciò a guardarsi intorno, poi cominciò a guardare Kaleb che aprì il frigorifero ''Allora.. ho del caffè e della vodka'' Kaleb si girò a guardarlo e Payton con un sorriso disse ''Un bicchiere d'acqua va bene'' se fosse stato un'altro giorno, un'altra casa, un'altra persona, probabilmente Payton si sarebbe scolato quella bottiglia di vodka e sarebbe svenuto sul pavimento, ma adesso era troppo interessato a quel misterioso e chiassoso ragazzo. ''Beh io prendo la vodka'' rise Kaleb che prima prese il bicchiere d'acqua a Payton e poi avvicinò la bottiglia alla bocca e cominciò a bere, si sedette ''Okay non sai quanto te ne sono grato, posso vivere senza tutto ma non senza il mio Freddy'' ''Freddy?'' chiese Payton ''Il portafoglio'' disse Kaleb ridendo ''Mi ha sempre aiutato a sopravvivere ovunque mi trovassi, te lo mostro'' Kaleb prese il portafoglio e cominciò a far uscire cose da tasche segrete che Payton nella fretta di cercare nome e indirizzo non aveva notato ''Abbonamento, carta di credito con 15 dollari, tessera fedeltà Starbucks'' Payton rise ''E poi niente.. tutto ciò'' cominciò a scuotere il portafoglio facendo fuoriuscire bottoni spillette polaroid, in effetti era sorprendente come c'entrasse tutto ''Wow.. Freddy sa il fatto suo''... disse Payton ''Già'' rise Kaleb ''Allora Kaleb, cosa ti ha portato a New York..'' chiese Payton che di tutte le domande che avrebbe voluto fargli questa gli era sembrata la più normale per non essere invadente ''Beh, dopo il liceo ho semplicemente deciso di abbandonare la vita mondana di golf club, yact e eventi di beneficenza che mi propinavano i miei genitori e altra gente facoltosa del Michighan che mi faceva venir voglia di spararmi, tra le altre cose, per cercare un pò di casino qui a New York'' Kaleb aprì il cassetto della cucina prese un pacchetto e si pose una sigaretta alla bocca ''Ti da fastidio se fumo?'' chiese Kaleb ''No assolutamente, continua per favore'' disse Payton con un fare alquanto serio ''Wow, non posso chiamare neanche un avvocato detective?'' e risero, Kaleb continuò ''Così decisi di studiare Interior Design alla NYU'' ''No fighissimo, diciamo che il design è una delle mie passioni''' disse Payton ''Sul serio?'' disse Kaleb ''Tra le tante'' disse Payton agitando la mano e alzando gli occhi al celo senza andare nei dettagli ''Già, beh peccato che mi sbatteranno fuori fra qualche mese, a parte questo è stato bello'' ''Come mai..cioè insomma se posso chiedere'' ''Figurati'' disse Kaleb disinteressato ''Beh i miei genitori hanno deciso di togliermi tutti i cazzo di fondi perchè non faccio la vita che vorrebbero loro dicono, in realtà è solo perchè non posso vantarsi di loro figlio con quegli sfigati dei loro amici del club che camminano con delle aste su per il culo'' a Payton scappò una risata ma tornò subito serio '' E quindi se non pago la rata di inizio dicembre mi sbatteranno fuori, ma non'è finita qui'' fece un sorso dalla bottiglia ''Babbo quest'anno mi regalerà anche un bello sfratto il giorno di Natale'' ''Non ci credo, dovrai lasciare anche la casa a dicembre?'' disse Payton ''Non mi hai sentito? non'è solo dicembre, è proprio il giorno di Natale'' ''Lo sfratto sarà il giorno di Natale?'' disse Payton ''Ah, ah baby, non so se hanno voluto essere ironici o altro ma così è scritto sulle carte'' sorrise Kaleb ''Mi dispiace...'' disse Payton ''A me no, me la sono sempre cavata, ce la farò anche questa volta..'' ''Beh Kaleb devo dire che hai una vita molto interessante, vorrei saperne di più..'' disse Payton ''Fai sul serio? E io che pensavo che fra qualche minuto ti saresti ricordato di un'appuntamento a cui non saresti proprio potuto mancare e saresti schizzato via da quella porta'' disse Kaleb ridendo rise anche Payton ''Perchè dici così?'' disse Payton sorridendo ''Ehm ti sei guardato intorno?'' Kaleb agitò le braccia indicado l'appartamento ''Hai guardato me? Sono un disastro!'' disse Kaleb ''Beh, un delizioso disastro'' disse Payton guardandolo e sorridendo, Kaleb sorrise facendo ruotare gli occhi al celo ''Aspetta...aspetta, aspetta, aspetta'' disse Kaleb guardando con occhi scrutatori ''Io ti ho già visto da qualche parte...'' Payton si tirò indietro con la testa ''Davvero? dove potresti avermi mai visto?'' Payton ripensò a tutti i posti dove avrebbero potuto vedersi ma in nessuno di essi c'era qualcuno che lanciava cose e urlava, almeno non lui ''Oh cazzo sì, su New York 10 prima che mi staccassero la tv via cavo'' Kaleb spense la sigaretta in un bicchiere.
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No more winters
ChickLitQuesta é una fanfiction sulla serie tv The Politician dove nei tre anni della permanenza di Payton Hobart a New York fa uno strano e inaspettato incontro, spero che i fan di questa serie apprezzino e me lo facciano sapere cosí che possa continuare e...