IV

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Restai appoggiata sulla porta per qualche secondo; fissavo la macchina andare via e diventare sempre più piccola, confondendosi con tutte le altre che percorrevano quella strada; rientrai in casa quando non riuscii più a scorgerla. Trovai Sarah stesa sul divano, con una tazza fumante tra le mani.

«Hey!» richiamai la sua attenzione.

«Oh hey, ciao, tu devi essere Cloe, io sono Sarah, una volta eravamo amiche, ricordi?» borbottò sarcasticamente.

«Ma che dici?» ridacchiai nervosamente.

«Ah è vero... hai ragione, tu parli solo con Michael ormai, scusa.»

«Ma vuoi smetterla?!»

«Oh grazie Michael, Buonanooootte Michael, sei dolcissimo Michael.» continuò imitando la mia voce e le mie espressioni, gesticolando esageratamente.

«Come sei esagerata! Io non mi muovo per niente così.» commentai.

«Sì invece!» sbottò. «Comunque, a parte gli scherzi, siete stati appiccicati tutta la sera, alla festa e poi in veranda... e poi in macchina.»

«È stato comprensivo con me, e ne avevo bisogno.»

«È stato il viaggio in macchina più noioso del mondo: voi a confidarvi l'uno con l'altra, io che cercavo di iniziare una minima conversazione con Bob e lui che mi evitava.» disse con frustrazione.

«Mi dispiace, davvero!» esclamai sarcasticamente, nascondendo una risata.

«Ah ah ah, certo, continua a prendermi in giro!» guardandomi male.

«Seriamente, stai attenta a quello che fai con lui!» affermò più seria che mai.

«Sono impegnata, Sarah.»

«Mh, sì hai ragione... da quanto non vi vedete e sentite tu e David, due settimane? Non gli hai detto dell'incidente, e lui non ti ha neanche chiamata per farti gli auguri. Sapeva benissimo che il ventinove era il tuo compleanno.»

«Sai che non potrei mai tradire David, non capisco proprio cosa stai insinuando. Non gli ho detto dell'incidente per non farlo agitare... e per il compleanno beh, sarà stato occupato.»

«Certo certo, continua a giustificarlo. Resta il fatto che Michael ti ha suscitato interesse, come amico o quello che vuoi, oggi ti sei aperta con lui e lui lo stesso con te-»

«Michael non mi interessa, abbiamo fatto semplice conversazione, vorrei ricordarti che avevamo dieci e diciotto anni quando ci siamo rivolti la parola per l'ultima volta, prima che partissimo per Roma.»

«Mh mh bella giacca, comunque!» indicò quella di Michael, che avevo dimenticato di star indossando già da un po'.

«Cavolo! Mi sono completamente scordata di ridargliela.» esclamai piegandola cautamente nell'incavo del mio braccio. «Come mai non me l'ha chiesta indietro?» mi domandai, parlando ad alta voce.

«Veramente non l'hai capito?! Vuole rivederti!»

Sbuffai. Le borbottai la buonanotte trottando verso la mia camera, riposi la giacca nel mio armadio e dopo essermi sistemata per la notte, trascrissi il numero annotato sul braccio nella mia agenda e mi infilai sotto le lenzuola; non fu facile addormentarsi, non smettevo di rimuginare sulle parole di Sarah.

Non ci riuscii a farlo nemmeno nei giorni seguenti: l'eco della sua voce "Vuole rivederti!" "Michael ti ha suscitato interesse."  ululava tra i miei pensieri come una centrifuga impazzita e mi impediva di essere lucida.

•Falling In Love Wasn't My Plan•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora