8 Imbarazzo

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RAGA SMUUUUUUT      

Masaki non sapeva proprio che pesci prendere; da un lato voleva picchiare Kirino, per come si stava comportando, dall'altro voleva... continuare quello che erano; anche se non lo sapeva bene nemmeno lui.

Continuava a camminare dietro il rosa, le mani nelle tasche, il viso abbassato ed il corpo in tensione.

Le testa martellava, le tempie pulsavano e il sangue scorreva più veloce del previsto; il respiro si fece pesante, l'ansia si impadroniva di lui. Si stava avvicinando sempre di più al punto di non ritorno. Il terrore si propagò nel suo corpo 

E se mi abbandonasse?

Scosse la testa; aveva passato quel periodo da tempo, ormai; grazie ad Hiroto e Midorikawa aveva ricominciato a fidarsi; anche se di poche persone.


Kirino sentiva il battito cardiaco di Masaki accelerare; era preoccupato; ormai questo era un dato di fatto; ma sapeva anche che per Kariya quella era una situazione complicata; riconosceva di aver sbagliato, di aver accelerato i tempi. Tuttavia, non poteva farne a meno; sperava, nel profondo che questo Masaki lo capisca.

Sospirò affranto; lo voleva, lo voleva con tutto se stesso; ne aveva bisogno. Eppure, perché continuava ad aver paura? 

Non gli accadrà niente, Ranmaru, non gli accadrà niente. Smettila di assillarti in questo modo

Facile a dirsi; ma non a farsi.

Erano di fronte alla casa, vuota all'interno; solo per loro due.

Kirino si ripromise di dargli tempo

Kariya si ripromise di fidarsi

E con questi propositi entrarono, un passo dopo l'altro, varcarono la soglia.

Masaki si fermò ad osservare la casa. Enorme era un eufemismo; i colori erano tutti sul pastello, e si sentiva un odore strano; bello, nella sua semplicità. Il turchese lo paragonò al maggiore; sorridendo per quello stupido pensiero.

Ranmaru osservò il sorriso dipingersi sul volto del minore; sentì il suo battito calare, tranquillizzato e questa volta toccò a lui fermare il suo cuore. 

Si guardarono, in silenzio ma non quel tipo da imbarazzo; quel tipo da... non si può spiegare a parole; ma immaginatevi di stare vicino alla persona che amate, tranquilli, immersi nel suo profumo e improvvisamente tutto svanisce e siete solo voi due; in quella piccola parte di mondo dedicata a voi.

Era esattamente ciò che provava Masaki; anche se, nel profondo sapeva, che era caduto come un pero nella trappola. Si era innamorato, ma ormai era troppo tardi per tornare indietro, il danno era fatto.

Fu Ranmaru a rompere il silenzio: " Mangiamo? "
" S-Sì "

Masaki seguì il rosa in cucina, leggermene imbarazzato; com'è giusto che sia, d'altronde; si fece coraggio e iniziò una conversazione sul calcio e su chi, secondo lui, avrebbe dovuto vincere i Mondiale quell'anno.

E passarono il pranzo così; tra commenti inappropriati, divagazioni e risa. 

A vederli da fuori sembravano una coppietta felice; di quelle sdolcinate che danno il volta stomaco; ma comunque felici.

" Non mangi? " Chiese Kariya distrattamente; dimenticandosi del fatto che il ragazzo era un maledettissimo succhia sangue.

L'interpellato fece spallucce " Non è il mio genere "

E solo ora tutto ciò che era successo in quei pochi giorni si riversò nella testa di Masaki, facendola esplodere e tamburellare violentemente. 

Non capiva cosa stava succedendo al suo corpo, iniziò ad arrossire, la temperatura aumentò e poteva percepire il suo sangue scorrere impetuoso nelle vene travolgendolo.

Bite of a vampire // Kyoutaku RanmasaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora