SKAM ITALIA - "Dobbiamo parlare"

"Dobbiamo parlare"

Nota dell'autrice: per collocare con più facilità l'headcanon all'interno della terza stagione, si consiglia di visionare gli episodi 6, 7, 8 e 9 con relative chat dei personaggi (potete trovare tutto il materiale al sito Skam Italia Unofficial : https://sites.google.com/view/skamitaliaunofficial/episodi/s03)

Buona visione e buona lettura.

"DOBBIAMO PARLARE"

Domenica 12 maggio, ore 11:32

Durante la notte Silvia si era rigirata numerose volte tra le coperte, assalita da mille pensieri, senza riuscire a prendere sonno. Pensieri che non l'avevano abbandonata nemmeno quando i raggi del tiepido sole di maggio avevano ormai invaso di luce la stanza.

Quella mattina se ne stava seduta sul letto intenta a spazzolare con cura il pelo di Margot, che intanto aveva preso posto sulle sue gambe incrociate, avvolte da un paio di pantaloni grigi della tuta, e si beava di quel tocco intervallato da carezze che la sua padrona non le faceva mai mancare, attenta a districare ogni nodo ma con la massima delicatezza. Pochi minuti dopo Silvia posò il pettine, passando ancora una volta le dita tra il pelo morbido, e ora perfettamente liscio, e ammirando il risultato.

"A posto, maestà. Ora sei bella come una principessa."

Si sporse con il busto in avanti prendendole il muso tra le mani e attirandolo a sé per depositarle un bacio tra le orecchie. La strinse per avere un po' di conforto e, in risposta, la gatta miagolò dolcemente appoggiando la testa contro il suo cuore. Le fusa erano sincronizzate con il movimento ritmico del petto di Silvia, che si alzava e abbassava sotto la maglietta bianca, seguendo il suo respiro regolare.

Rimasero accoccolate così per un po'. Silvia si appoggiò con la schiena alla testiera del letto e socchiuse gli occhi, permettendo ancora una volta alle sue preoccupazioni di prendere il sopravvento e tormentarla.

Ripensò alla confessione di Eleonora.

Mi sono innamorata di Edoardo.

Non si può certo dire che fosse stato un fulmine a ciel sereno, dal momento che Silvia era a conoscenza dell'intrallazzo da tempo, ma sicuramente non si aspettava di sentir pronunciare dall'amica quelle precise parole. Per lei era stato ugualmente un duro colpo. Inizialmente non aveva compreso che il loro rapporto avesse raggiunto quello stadio, ma sapeva anche che Eleonora, per nulla al mondo, avrebbe mai voluto farle del male, e quindi, se era arrivata a ferirla, si trattava sicuramente di qualcosa di molto più importante di uno sciocco passatempo privo di sentimenti.

Non sei stanca di questo gioco?

Quella frase, origliata da dietro la porta poco prima che Eva, ubriaca, la trascinasse via per un braccio barcollando, le era rimasta impressa nella mente dal Chi rompe paga party. E se allora le dinamiche tra i due non le erano chiare, adesso era palese che non si trattasse di un gioco. Silvia lo aveva finalmente capito e sembrava pronta a mettersi il cuore in pace, voltando pagina e ponendo la loro amicizia e la felicità di Eleonora al primo posto, com'era giusto.

Era grata ad Eleonora per avergliene parlato di persona, permettendole così di smetterla di interrogarsi su cosa Edoardo Incanti volesse da lei. Tuttavia però l'iniziale turbamento di fronte alle sue parole, il fatto di aver terminato il cibo in fretta per poi allontanarsi senza rivolgerle la parola (sentiva il bisogno di stare sola per accusare meglio il colpo e riflettere) e l'allontanamento di Eleonora, la angosciavano a tal punto da perdere il sonno e l'appetito.

Qualcosa si era incrinato tra loro. Silvia aveva più volte cercato l'occasione per ricucire il rapporto, ma lei si era dimostrata sempre scostante. E nonostante tutta la situazione, Silvia era passata dall'incolpare sé stessa e la sua reazione, pensando di essere la causa di tale comportamento, al percepire in cuor suo che in realtà qualcosa non andasse e ci fosse di più sotto quel suo essere sfuggente, perché sapeva che Eleonora le voleva bene.