La mattina seguente Symph venne svegliata dai raggi del sole che le arrivavano direttamente sul viso. Si lamentò, rigirandosi nel letto ma il suo tentativo di riaddormentarsi fallì quando sentì le campane della torre dell'orologio.
Infastidita da quell'inizio di giornata, si tolse le coperte di dosso e scese dal letto, sbadigliò e cercò di sistemarsi al meglio i capelli. Poi, come un lampo, si ricordò della sera precedente e subito si girò verso il letto ma lo trovò vuoto. Le coperte erano in disordine e Severus non c'era più.
Lei tastò le lenzuola e notò che erano fredde, segno che Severus se n'era andato da molto. Sospirò, in fondo sapendo che non lo avrebbe trovato lì addormentato come succede nelle storie babbane ma almeno un biglietto, un qualcosa per farle capire che comunque il gesto della sera prima era stato apprezzato. Però poi si ricordò che stava parlando di Severus, una persona che raramente chiede scusa o diceva grazie.
Symph scacciò questi pensieri dalla mente, sapendo che se non si fosse sbrigata avrebbe perso la colazione e fatto tardi per le lezioni del mattino.
Nel frattempo giù, nei sotterranei, c'era qualcuno che era sveglio da ben prima dell'alba. Dopo l'esperienza della sera precedente, Severus voleva nascondersi e uscire solo se necessario e dopo molto tempo. Non riusciva a credere di essere stato così debole per qualcosa come un semplice incubo.
Lui se ne stava nella sua spoglia e fredda camera da letto, con la luce verde del Lago che cercava di illuminare la stanza. Ma si scorgeva molto poco dell'arredamento: un letto sfatto con coperte scure, librerie e mensole colme di libri ed pergamene e infine una cassapanca sotto l'unica finestra da cui proveniva la luce verde.
Severus era seduto ad un angolo del letto con il volto tra le mani, a rimuginare su quanto accaduto. Era vero, da ragazzi lui e Symph sono stati insieme ed è stato l'anno e mezzo più bello della sua vita: in quel periodo non viveva nel costante terrore di trovarsi Potter davanti, che c'era qualcuno che davvero credeva in lui senza approfittarsene.
Però, dopo il diploma, cambiò tutto. Era, agli occhi di Silente, una spia e un assassino. Una persona che di certo non merita comprensione e pietà. Ma la notte precedente aveva raggiunto il suo limite, quell'incubo lo tormentava dall'inizio dell'anno se non di più. Non aveva nessuno con cui parlarne e la cosa era diventata insostenibile.
Era per questo che era andato da Symph e la sera prima, dopo mesi, passò una notte tranquilla, senza tormenti. Però, allo stesso tempo, si sentiva un debole e odiava stava così.
I suoi pensieri vennero interrotti bruscamente dal suono delle campane della torre dell'orologio e forse era meglio se si preparava per la colazione e le lezioni con quelle pesti del secondo anno di Grifondoro.
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"Devo aver esagerato con il pudding di uovo e pane" pensò Symph mentre si dirigeva verso la sua classe. "Ma era delizioso, come potevo non prenderne due piatti".
Ripensava alla colazione di poco prima, consumata da sola dato che alcuni insegnanti se la fanno portare in camera o nei loro uffici. Non ha visto nemmeno Severus. Voleva chiedergli come stava, se la tensione gli era passata e se aveva dormito bene. Ma non lo aveva visto per l'intera mattinata.
Più tardi, verso l'ora di pranzo tutti, insegnanti e studenti, si erano riversati nella Sala Grande in attesa di mangiare. Anche Symph si unì a loro, sedendosi accanto alla professoressa Sinistra con cui aveva fatto molta amicizia nei mesi precedenti.
Con lo sguardo cercò Severus lungo la tavolata ma il suo posto era vuoto. Molto probabilmente aveva da fare nella sua classe e avrebbe pranzato lì...gli parlerà prima della cena.
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Un amore verde e argento #ITA
FanficCominciata nella Hogwarts dei primi anni 70, la storia si incentra sul personaggio enigmatico di Symphony Stanton, una strega smistata in Serpeverde, e sul suo rapporto di amicizia (e non solo) con un giovane Severus Piton. 𝐃𝐢𝐬𝐥𝐚𝐢𝐦𝐞𝐫: i pe...