CAPITOLO 21

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Quando Kael parcheggiò davanti alla casa di Eloise, si sentì il cuore balzargli in gola. Era nervoso, con le mani che gli sudavano ed il respiro affrettato. Cosa voleva dirgli? Ci aveva pensato per tutto il tragitto, ed era arrivato ad una conclusione: o gli avrebbe chiesto di non farsi vedere mai più, o semplicemente avrebbe chiesto scusa. Lui sperava nella seconda ipotesi. Allungandosi verso la radio per spegnerla, avvertì un lungo brivido corrergli lungo la schiena. Da quando aveva paura di confrontarsi con una ragazza?

Era sempre stato lui il primo a troncare qualsiasi rapporto con le altre, a mettere in chiaro le cose e ad allontanarle. Con un sorrisetto, si chiese se non fosse arrivato il momento di scambiarsi i ruoli. Se la sarebbe presa? Sicuramente. Poteva davvero arrabbiarsi perché lei non aveva voglia di stare con un Mannaro? Scosse la testa e scese dal'auto. Più si interrogava e più aveva voglia di tornarsene a casa.

Bussò alla piccola porticina di legno, ed aspettò in silenzio che gli venisse aperta. Al suo interno, le luci erano state accese e l'odore del tè aromatico gli arrivò alle narici con prepotenza. Sentì la serratura scattare ed un paio di catenacci cadere in terra, prima che riuscisse a sbirciare l'interno del soggiorno dallo spiraglio che gli era stato lasciato aperto.  Alzò lo sguardo solo quando si sentì la pelle formicolare e gli occhi pizzicare.

Eloise lo guardava con gli occhi spalancati dalla sorpresa, come se non si aspettasse di vederlo davanti alla porta di casa. Una parte di lei si era convinta che non sarebbe venuto, eppure l'aveva fatto; e quella semplice constatazione servì a riscaldarle il viso d'un colore rosato.

«Posso entrare?» Kael si schiarì la gola, con la voce molto più rauca e dura di quanto si sarebbe aspettato. L'italiana fece un mezzo passo indietro e spalancò completamente la porta, permettendogli di passare. Chiuse appena gli occhi, soffermandosi sul profumo di caffè e di fumo che si stava portando dietro, e sospirò.

Non aveva fatto in tempo a sistemarsi, a rendersi presentabile. I capelli le ricadevano in ciocche divise e mosse sul collo, mentre le altre si trovavano legate in una crocchia sgangherata sul capo. Aveva un colorito spaventosamente bianco, cerulo, tanto da farle risaltare le occhiaie violacee e le labbra screpolate. Avrebbe provato pena per la propria figura, se solo si fosse messa davanti allo specchio.

Senza chiederle il permesso, Kael si sedette su una delle tre sedie della cucina; poggiò i gomiti sul tavolo e tamburellò un paio di dita sul legno, aspettando delle spiegazioni. Eloise si diede tutto il tempo che le serviva per cercare di mettere assieme un discorso concreto e serio. Versando il tè in due tazze differenti, afferrò la ciotola dello zucchero. Gli occhi del Segugio seguirono ogni suo movimento, ogni fremito e qualsiasi spasmo muscolare nella speranza di carpire anche una sola sua intenzione.

«Allora, Eachtrach?» Eloise si inumidì le labbra, porgendogli la tazza che gli spettava e sedendosi a sua volta. Abbassò lo sguardo e si schiarì la voce.

«Non avrei dovuto urlare in quel modo, l'altra sera.» Il sorriso che comparve sul volto del ragazzo non fece che allargarle quel senso di colpa che le si annidava nello stomaco. Volse lo sguardo verso la finestrella del soggiorno, frustrata. Aveva la sensazione di essere perennemente spiata, guardata. Sapeva con sicurezza che quella era solo una sua sensazione, ma avere l'impressione di avere un paio di occhi continuamente puntati su di se la innervosiva. «Ma ho avuto le mie motivazioni.»

Pian piano, Kael si raggelò. Smise di tamburellare le dita sul tavolo e strinse invece la mano attorno alla tazza. Ne aveva parlato con Neal subito dopo essere usciti dal negozio di Deborah, e l'amico aveva concordato su una singola cosa: lasciarle il suo tempo. Se l'avesse spaventata con una delle sue solite reazioni esagerate, avrebbe perso in partenza. Nel ricordare il volto sorpreso dell'Alpha quando, con minuzia, gli aveva raccontato sia del litigio che del bacio, sorrise.

WOLF'S HOWL | In RevisioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora