Tutti hanno qualcosa da dire

2.5K 96 3
                                    

Dopo di lei il primo a venire fu William, ero stanca, di parlare, di ascoltare le loro scuse, sapevano tutti di mio fratello e nessuno aveva accennato a niente. Per me erano morti proprio come lo era stato lui in questi anni.
"Inizierai a parlami prima o poi" sospira stringendomi la mano, non faccio nemmeno lo sforzo di scansarmi, non ne valeva la pena, credevano che mi sarei infuriata o che sarei scappata come facevo sempre, mi avevano rimproverato per quello beh ora non mi dava fastidio. L'assoluto nulla, non provavo odio, amore, rabbia o rispetto solo un enorme e sconfinato vuoto che non sapevo come colmare.
"Ti ho giudicata per ciò che avevo fatto, ma ho sentito la tua storia..." quel tono compassionevole che di solito mi faceva incazzare ora non mi infastidiva nemmeno, poteva pensare e credere di me ciò che voleva e non mi sarebbe cambiato nulla.
"Mi dispiace, sembra che il mondo intero si fosse alleato per distruggerti, non scherzo ed io ho contribuito. Scusa. Tu non hai mai giudicato nessuno, vedevi sempre la luce anche dove non c'era. Non pensare che smetterò di venire perché non parli, nessuno là fuori smetterà di lottare per riaverti indietro" non battei ciglio mentre si chinava a baciarmi dolcemente la fronte, facile ignorare i propri errori, se fino ad allora non lo avevo giudicato di certo ora lo facevo. Si susseguirono tutte le ragazze una dopo l'altra con singhiozzi, suppliche di dire qualcosa, parole al vento, mi entravano da un orecchio e uscivano dall'altro mentre continuavo a fissare quell'azzurro immenso davanti ai miei occhi, mi ricordava tanto un colore familiare e mi contorse lo stomaco anche solo a pensarci.
"Sei stata la sorella che non ho mai avuto" sospira Grace appena entra
"Mi hanno detto è inutile che vai non parlerà, allora parlo io. Quando ti ho conosciuta avevi lo sguardo stanco, come se ti fosse crollato il mondo addosso, ma il viso duro come una pantera con la sua preda, mi misi paura ma non lo diedi a vedere. Quando mi minacciasti giuro di aver visto qualcosa di molto simile alla disperazione nei tuoi movimenti, fu l'unica cosa che mi impedì di urlare. Con il tuo patto è la tua promessa, mentre parlavi ero certa che dicevi la verità, che mi avresti protetta con la tua vita e non mi avevi mai vista. Semplicemente ti facevo pena pensai. Ma poi ho iniziato ad osservarti e conoscerti, non provavi pena per me...ma un profondo rispetto che riservavi a tutti noi, perché ci vedevi come guerrieri sopravvissuti. Non ho più visto quella disperazione, la nascondi così a fondo dentro te stessa che anche se ti osservavo per ora restavi per me un grande punto interrogativo. Fino a quando non ti chiesero della tua famiglia e capii subito chi erano stati i tuoi carnefici. Poi qua fuori quello che ti definivi un pezzo di te stessa, ci ha raccontato una storia raccapricciante e paurosa, che lui era rimasto a guardare. Ma l'unica cosa che riuscivo a pensare era il momento in cui mi avevi sorriso e detto di stare tranquilla che ti saresti occupata di me. Come avevi fatto con tutti, ti sei occupata di tutti ma non di te stessa. Quindi questa è la prima e ultima volta che vengo, voglio che ti occupi di te come ti sei occupata di noi. Perché ovunque tu abbia nascosto quella disperazione è diventata troppo grande per nasconderla e mi sta bene che la sbatti in faccia a me e a tutti noi, perché ce lo meritiamo. Basta un cenno ed io non faccio più entrare nessuno" mi sorride accarezzandomi i capelli, con le sue piccola e fragili mani prima di voltarsi ed uscire singhiozzando. Forse aveva ragione e forse non ne rendevo conto, probabilmente questo vuoto immenso era solo una razione a tutto il resto. Non avevo nemmeno voglia di droghe o alcol, avrei solo voluto che tutto finisse al più presto.
"Dicono che non parli con noi" Stefan e Charly si siedono a due parti opposte dei lettini
"Triste perché a me piaceva quando parlavi. A te Charly?" Lui Annuisce
"Si adoravo ricevere risposte scazzate con la tua voce dolce" sospiro solamente perché stavano facendo di tutto per farmi sorridere e non ci sarebbero riusciti.
"Abbiamo superato altre cinque sfide della famiglia fantasma ce ne mancano poche e avremo quelle informazioni. Tutti siamo d'accordo sul darle a te e tu deciderai cosa farne" le avrei trovate e bruciate prima di loro, non si rendevano conto che le sfide erano solo un diversivo.
"Kyra, potresti almeno degnarci di uno sguardo" mi volto prima da un lato e poi dall'altro per poi tornare a guardare dritto davanti a me. Entrambi sbuffano
"Ci dispiace davvero" esclamano entrambi. Charly si alza posandomi un dolce bacio sulla fronte, sfiorandomi appena
"Arriverà un giorno in cui ci perdonerai e credo che prima di allora non potrò essere contento della mia vita. Non condannarmi per favore" mi sussurra all'orecchio. Non avevo nulla da perdonare perché non provavo niente, nessuna rabbia ma non avevo la forza nemmeno di dirgli questo. Stefan invece mi sorride
"Bhe se non batterai ciglio sfrutto la mia occasione" si china su di me e poggia le labbra sulle mie, sa di liquirizia e birra, un insieme di sapori insolito è sorprendentemente bello. Non approfondisce il bacio nonostante io socchiuda la bocca, si allontana restando con la fronte contro la mia. Scuote la testa
"Questa non é la Kyra di cui mi sono innamorato. Fai tornare la furia che mi ha salvato la vita" non dico nulla mentre loro se ne vanno. Mi sfioro le labbra come se sentissi ancora l'ombra di quel bacio, quel sapore estraneo e frizzante. Tra due settimane le cellule della mia pelle si sarebbero rinnovate ed io avrei dimenticato quel sapore e quel bacio, ma qualcosa nel mio profondo mi diceva che non sarebbe stato così.
"Ho provato a convincere quel coglione, che ami tanto, ad entrare ma non mi ascolta" Caleb si butta a peso morto accanto a me. Tra tante persone che erano là fuori lui di certo mi aveva delusa più di tutti, aveva preso da dentro di me più degli altri lascandomi vuota. Fu l'unica cosa che mi spinse a parlargli
"Dovreste ascoltarlo tutti quanti è l'unico che ha capito" ero sincera e non avevo nient'altro da dirgli, mi fissava come se stesse guardando un fantasma, sapevo di avere realmente l'aspetto di un cadavere, ma che importanza aveva? Presto me ne sarei andata e loro dovevano ricordarmi così, distrutta per le loro menzogne.
"Non puoi escludermi" mi supplica Caleb con le lacrime agli occhi, come se si aspettasse che per quello che era, per ciò che aveva fatto per me tutto gli era già perdonato. Torno a fissare il cielo davanti a me che aveva assunto un colore diverso dall'azzurro, più scuro, quanto tempo era passato? Il sole stava andando via
"Cosa vuoi che faccia. Ti prego, così mi uccidi" non mi sembrava che lui si fosse fatto scrupoli a farlo con me, stacca bruscamente la sua mano dalla mia
"Brava ce l'hai fatta a diventare la regina dei ghiacci" ringhia prima di uscire e sbattersi la porta alle spalle. Dopo di lui entrano Ian e Violet erano gli ultimi per fortuna. Violet si siede mentre Ian resta lontano ad osservarmi dall'ombra.

White rose ~broken soul~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora