Ci vedremo a Tanabata

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Ci vedremo a Tanabata

Era mercoledì 7 luglio e a Barcellona una cappa di caldo affliggeva la città e Sanae era al balcone mentre ammirava il cielo stellato.

"Mamma, mamma... Quando torna papà? Ci deve dare il bacio della buonanotte, se no non andiamo a dormire!" affermò serio Daibu, mentre Hayate annuiva con la testa, ad avvalorare la tesi del gemello.

I bambini avevano 5 anni, Tsubasa aveva chiamato per avvisare che avrebbe ritardato per un impegno improvviso.

"Ragazzi fate i bravi e andate a letto, verrò con voi e mentre attendiamo vostro padre vi leggerò una storia, ma prima filate a lavarvi i denti!" disse Sanae un po' burbera.

I gemelli obbedirono facendo un saluto militare prima di dirigersi nel bagno, Sanae sorrise tra se e se, quelle piccole pesti erano oro vivo e se fisicamente potevano essere la copia del padre, caratterialmente avevano preso da lei.

Sanae chiuse la porta finestra del balcone e si mise a riordinare in cucina.

‟Mammaaaaa!″ le vocine dei figli la reclamavano nella stanza da letto ‟Arrivo bambini!" esclamò in direzione della stanza.

Sanae andò verso la stanza passando per il corridoio spazioso e adocchiò una foto dove ritraeva lei, Yukari e Ryo in yukata l'ultimo anno del liceo, Yukari in un bel yukata azzurro con stampate delle gru bianche, Ryo era in arancio a disegni geometrici sempre bianchi, mentre il suo era bianco con disegni floreali rossi, Erano sorridenti e sereni, ma solo lei sapeva che la sua era solo una facciata.

"Bambini lo sapete che giorno è oggi?" esordisce Sanae rivolta ai figli.

I gemelli negarono muovendo la testa a destra e sinistra.

" Oggi in Giappone e anche a Nankatsu si festeggia Tanabata"

"Dove vivono i nonni. " esclamò Hayate.

"Si dove vivono i nonni" sorrise la ragazza.

Purtroppo i bambini sarebbero cresciuti non potendo avere la costante presenza dei nonni, un continente li divideva, ma con Tsubasa erano d'accordo di poterli far incontrare il più possibile, grazie anche all'aiuto della tecnologia, se non potevano essere vicini fisicamente.

"Dovete sapere che la storia che vi voglio raccontare narra le vicende di una principessa e..."

"Mamma ma questa è una storia da femmine, bleah!" disse con aria disgustata Daibu interrompendo subito la madre.

"Daibu se non ti interessa la storia e la reputi per femmine, allora smetto, spengo la luce e voi dormite! " rispose un pó piccata la giovane.

Che pazienza che ci voleva con questi maschi, tutti uguali.

"No mamma, continua..." rispose mogio il bimbo.

"Allora, come dicevo, viveva nei cieli una principessa Orihime che tesseva sempre tele e cuciva le vesti delle divinità. Il padre, visto che Orihime era ormai adulta e sempre dedita al suo lavoro senza fare altro, decise di darla in sposa a Hikoboshi un mandriano, gran lavoratore, che faceva pascolare i buoi lungo le rive dei fiumi celesti. Quando i due si conobbero si innamorarono immediatamente... "

" Come te e papà... " ridacchió Hayate e sorrise la stessa Sanae, quei bimbi erano piccoli ma non gli sfuggivano le cose.

" Si come me e papà che si vogliono molto bene, ma loro dimenticarono i loro doveri, Orihime non tesseva e cuciva più gli abiti per le divinità e il marito Hikoboshi non controllava più i buoi che vagavano liberamente. Il padre di lei si infurió tantissimo e decise di punire i due innamorati dividendoli tra le due sponde del Fiume Celeste per farli tornare ai loro dovere.

Ci vedremo a TanabataDove le storie prendono vita. Scoprilo ora