Ricordi amari

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"È un mese che non ti si sopporta, vero Oliver che la mamma è antipatica?" Chiede a mio figlio che sta bevendo il suo latte e ridendo annsuice. Mentre saltellando per la cucina mi infilo le scarpe cerco le chiavi che ha preso sicuramente Oliver.
"Tu ricordo che sono io a mantenerti, ti sbatto fuori casa in un secondo" lo minaccio e lui per far ridere Oliver sbrodola tutti i cereali. Avevo cambiato casa dalla prima trasferendomi in un bellissimo appartamento in centro con tre stanze, era su due piani e più vicino al mio lavoro. Mi faceva guadagnare davvero bene fare l'assistente di un artista, inoltre i miei quadri vendevano con mia grande sorpresa, Tyler che faceva da tramite si prendeva il dieci percento.
"Ti ricordo che oggi ho un colloquio, spocchiosa! Hai il ciclo? Peccato non potremmo..." lo blocco subito con un urlo silenziato.
"Tu rigo il motorino appena posso" Borbotto ma suppongo che lui mi abbia sentito perché mi lancia un cereale che il sfilo velocemente dai miei capelli mossi e corti fino a poco sotto la spalla, lo avevo resi leggermente più biondi con dei colpi di sole. L'effetto mi piaceva.
"Alyson ti prenderebbe a schiaffi" lui sapeva della mia amica, come sapeva di ogni dettaglio della mia vita, perché mi aveva protetta dai ricordi e dovevo ringraziarlo.
"Io ti prendo a schiaffi troglodita. Ricorda di potare Oliver all'asilo" mi chino su di lui e gli lascio un dolce bacio sulla fronte. Mentre inciampo in un giocattolo nascosto dai pantaloni di Dennis impreco, la donna delle pulizie era in vacanza da una settimana e già ero sfinita.
"Buona giornata" sento ridere Dennis è subito dopo anche Oliver, quel bambino sarebbe diventato arrogante e presuntuoso come il padre me lo sentivo. Salgo sulla mia mini grigia partendo velocissima verso lo studio. Mentre di corsa sto salendo le scale vedo un messaggio da parte di Dennis, sicuramente per infastidirmi così Sbuffo e lo spengo buttandolo poi nella borsa. Felicity è già seduta alla sua scrivania che ride sotto i baffi
"Elena lei è sempre in ritardo" mi rimprovera il mio capo, non che artista moderno rinomato e ammrevole, inizialmente sembra un po' burbero e pignolo ma poi si scopre che è solo un orsacchiotto con manie di perfezione.
"Dice? Forse è il mondo che è in anticipo. Ci ha mai pensato?" dico serissima e sento Felicity ridere dietro di me, così come anche Frenacisi davanti a me.
"L'ironia anche non le manca mai. Si ricordi della mostra di stasera, ci sarà anche il suo quadro tra i miei è veramente all'avanguardia e sorprendentemente bello"
"Lo vede lei mi sottovaluta. Magari quella è solo un'altra faccia del brutto" continuo la mia teoria e lui mi fulmina così io sorrido andando a rinchiudermi nel mio studio.
*******
Mi siedo al solito ristorante aspettando Felicity, lo stile vintage mi ricordava i bar di Roma. Si siede di fronte a me e la solita cameriera ci lascia la nostra spremuta d'arancia prima di andarci a preparar le nostre ceder salad. Mi analizza con un sorriso
"Dennis?" Schiocco la lingua sul palato per confermare e lei Annuisce.
"Hai visto il nuovo palazzo di quella azienda americana, tu la conosci? Presto apriranno anche una banca" sento come pungermi sulla schiena, mi affiorano alle orecchie risate lontane, spari, lacrime e sangue, tanto che Felicity è costretta a riscuoterli accigliata
"Odio quando ti succede" brontola
"Cosa?" Domando bevendo un grande sorso di spremuta
"Che dico qualcosa e tu ti perdi, il tuo sguardo diventa cupo e sembri lontana anni luce. E non posso fare nulla perché non mi hai raccontato una buona parte della storia" alzo le spalle indifferente. Adesso parlavo senza problemi di Alyson, dei miei genitori, parlavo di Lewis e di tutto quello che la mia famiglia mi aveva fatto mentre passavo da una parte all'altra, ne parlavo senza problemi solo un un resteogusto amaro nel cuore, si meritavano di peggio molto di peggio. Ma parlare della droga, l'alcol, la famiglia fantasma, l'incendio, il sangue ed i sette mi faceva pizzicare le dita e venire le lacrime agli occhi, e non avrei più versato una lacrima per loro così semplicemente non ne parlavo. La notte di tanto in tanto alcuni ricordi tornano, io mi stringo al cuscino cercando di non tremare e poi mi addormentavo svegliandomi in preda ad un attacco di panico per gli incubi, avevo imparato a gestirli lentamente.
"Williams era il mio cognome" la vedo sgranare gli occhi come se le avessi appena dato uno schiaffo
"Williams loro, i miliardari, prioritari di mezza America, quelli che ti hanno torturata sono loro" Annuisco iniziando a mangiare la mia insalata, la vedo sbiancare sembra che stia per svenire davanti a me. Poi giuro di vedere le rotelle del suo cervello iniziare a girare e riprende lentamente colore, poi mi osserva come guardi un cane bastonato, storco il naso perché se c'è una cosa che odio è la pietà.
"Cosa vuoi fare?"
"Nulla, Londra è grande"
"Certo e il loro palazzo è due edifici dopo il nostro studio" mi rimprovera perché sà che sto cercando di ignorare il fatto
"Cosa pensi che io possa fare? Se vedo un mio familiare sulla mia strada lo ignoro e basta" alzo le spalle mentre lei mi fulmina. Appena finiamo di mangiare tra un pettegolezzo e l'altro di chi ci sarà stasera alla mostra, salgo in auto e vado a prendere Oliver a scuola.
"Ciao mamma" mi da un bacio sulla guancia prima che io parta verso casa dove trovo Dennis in giacca e cravatta a leggere un giornale, potrei essermelo immaginato. Si volta sorridendomi radioso
"Ho avuto il lavoro nell'agenzia di viaggi, vedi che le mie competenze servono a qualcosa?"
"Che competenze? La stupidità?" Lo prendo in giro, lui alza gli occhi al cielo prima di alzarsi cingermi i fianchi e darmi un bacio sulla guancia
"Sopra c'è una sorpresa per te" mi sussurra, lo guardo male mentre lui sta ancora sorridendo, salgo diretta verso la camera degli ospiti ormai di Dennis e dentro ci trovo Tyler intento ad allacciarsi una camicia, alza lo sguardo e mi sorride.
"Che ci fai qui?" Vado ad abbracciarlo, la leggera barba che gli è cresciuta mi accarezza il collo dolcemente.
"C'è la tua prima mostra come potevo perdermela?"
"Ci sarà solo un mio quadro" lo rimprovero per il lungo viaggio che ha fatto per nulla, Giusy a casa sarà arrabbiatissima, odia quanto suo marito a questi colpi di matto.
"Non sei felice di vedermi?"
"Certo che lo sono, anche Oliver non vedeva l'ora di rincontrarti"
"Ah lui si che mi apprezza" Mi scansa raggiungendo la camera di mio figlio dove dentro Dennis sta già giocando con lui, mi Poggio allo stipite della porta guardando quella scena, due uomini bellissimi e irritanti seduti in una camera per bambini a giocare con l'unico uomo che riesco ad amare, Oliver. Quella scena tanto dolce e toccante mi fa vibrare il cuore e nascere un sorriso spontaneo.
"Hai sentito le novità?" Domando a Tyler, lui si gira un secondo soltanto per poi tornare a montare la ferrovia del treno
"Si, un altro motivo per cui sono qui. Ho indagato a fondo e sembra che nell'azienda non ci sia più ombra di illegalità. Non so come. Penso che passerò là domani" lui come me li aveva abbandonati cinque anni prima, distrutto da ciò che loro l'avevano fatto diventare, schiacciato sotto il peso dei sogni infranti. Era un uomo nuovo e buono fino al midollo, ma comunque pronto a combattere per tenere al sicuro la sua felicità.
"Davvero?" Domando in un sospiro, io non avevo quel coraggio, non ci riuscivo proprio a guardarli negli occhi.
"Si ma non pensiamo a cose brutte stasera c'è la tua mostra"

White rose ~broken soul~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora