Qualche mese prima
«Ti servirebbe un medico, ma uno proprio bravo. Non puoi continuare a vivere in questo modo e tu lo sai meglio di chiunque altro!»
Stesa sul letto, coperte sino al naso e fedele gatto nero spaparanzato sulla pancia, la giovane Lauren Ross roteò gli occhi al cielo in segno di sdegno più totale.
L'odore acre di cibo nascosto nel cassetto da chissà quanto tempo aveva destato l'attenzione della parente appena entrata nella stanza, tanto da ribaltarle letteralmente lo stomaco. Anche Lauren lo sentiva, ma in realtà non ci badava molto. La verità era che non gliene importava niente di ciò che pensavano gli altri del suo vivere al limite.
Maria comunque aveva ragione e Lauren lo sapeva bene, ma faticava ad accettarlo.
Da quel giorno, quel maledetto giorno, non era più stata la stessa e le ripercussioni del suo mal di vivere erano costantemente sotto gli occhi di tutti. Tranne davanti ai suoi.«Ti porto da un amico di mio padre, ci sa fare con le persone come te. Vuoi fidarti per una volta?» chiese Maria speranzosa, scostando un pacchetto di biscotti dalle lenzuola ricoperte di vecchie briciole.
Lauren scosse il capo ed emise un gridolino di disappunto. Che tipo di persona doveva essere diventata, se qualcuno arrivava persino al punto di consigliarle di andare da uno strizzacervelli?
E poi perché tutti continuavano a etichettarla come quella malata?Certo non se l'era passata proprio bene nell'ultimo periodo, ma sapeva ancora cavarsela da sola.
Come del resto aveva sempre fatto.
Lauren si sentiva giusto un po' ammaccata, ma nulla che non potesse risolvere a modo suo; o almeno di ciò, del suo essere sulla via del miglioramento, era fermamente convinta.
Spostò il gatto dal grembo e si mise a sedere sul letto sfatto.«Io non ho bisogno della vostra pietà, né ora, né mai» liquidò la cugina in malo modo.
Lauren amava Maria, ma nell'ultimo periodo faticava a sopportarla.
Lei non era altro non era che l'ennesima parente che accettava malvolentieri la sua patologia.
Maria aveva giusto un paio d'anni in meno, ma se li portava davvero malissimo.
Ingenua e lontana da ogni canonica forma di stile, Maria andava in giro un po' come le capitava.
L'abbigliamento che preferiva consisteva comunque in tuta e ciabatte, che si trovasse a casa oppure in città per fare acquisti. Ne aveva un paio per qualsiasi occasione, ma in ogni caso erano comunque bruttissime.Le lamentele dei genitori e quelle di Lauren non erano mai servite a niente, se non a incoraggiarla a conciarsi sempre peggio. A Maria non fregava nulla di essere criticata. La comodità prima di tutto, questo era il suo mantra.
Dopo aver osservato per l'ennesima volta la confusione nella stanza di Lauren con sdegno malcelato, Maria posò una mano sulla spalla dell'incompresa cugina con fare amorevole.
«Non è pietà, scema. Io e i miei genitori iniziamo ad essere seriamente preoccupati per te» aggiunse sconfortata.
Lauren sapeva bene dove la cugina voleva andare a parare.
Tutti le stavano addosso perché non voleva mai uscire di casa e per il fatto che avesse preso la notte per il giorno e viceversa.
Soprattutto Maria faceva riferimento ai motivi per cui Lauren non dormiva regolarmente.«Mi passerà, mi serve solo un po' di tempo, solo un altro po'» rispose con disinvoltura.
Maria scosse la testa. Lauren odiava quando tutti la guardavano con occhi carichi di compassione, di pietà. Lei li sentiva gli sguardi degli altri su di sé, percepiva la loro pena e tutto ciò le dava un enorme fastidio. Non sopportava il fatto che Maria e la sua famiglia la commiserassero sempre così tanto.
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Cold Winds [COMPLETA IN REVISIONE]
Romance"Lo sentiva tra la folla, il suo odore, e ogni sferzata di vento era un brivido di paura. Era il fetore della persona che più detestava al mondo quello che Lauren percepiva così distintamente. Ne era certa: l'avrebbe riconosciuto anche in mezzo a ce...