Esco fuori di casa e rabbrividisco sentendo l'aria fredda di Londra arrivarmi fin dentro le ossa, mi stringo nel mio piumino e cammino verso il parco, odio uscire di sera soprattuto in questa parte di Londra, non che abbia nulla contro Londra, anzi la amo, solo che dove abito non è una delle zone più belle, passa pochissima gente e per arrivare nella parte più centrale posso passare da due parti: la strada dove ci sono gli ubriachi che si sono risultati abbastanza violenti, o un piccolo parco abbandonato, non c'è mai nessuno ed un po' mi inquieta, soprattutto la sera, ma suppongo che sia la scelta migliore.
Imbocco la stradina in mezzo a quello che la mattina risulterebbe essere un parco verde ma adesso è completamente nero, non si sente nessun rumore tranne i miei passi sul cemento, mi suona il telefono e sobbalzo per la sorpresa di sentire un suono rompere quel silenzio funebre.
- si, sto arrivando, dammi cinque minuti e sono li- riaggancio, oggi è il compleanno di Jack, il mio migliore amico quindi io e la mia migliore amica gli abbiamo organizzato una festa a sorpresa essendo una delle organizzatrici devo arrivare prima del festeggiato e degli altri invitati ma come mio solito sono in ritardo.
Mi squilla nuovamente il telefono facendomi venir voglia di urlargli contro, tiro fuori il cellulare dalla tasca e noto che è un numero sconosciuto
-pronto?-
-si pronto, sono Jonah.... -
-mh?-
-uno dei migliori amici di Jack.... noi siamo arrivati e ehm Jack sarà qui fra neanche cinque minuti-
-sisi, tranquillo sto arrivando, a fra poco- riattacco e inizio a correre fino a quando sbatto contro un ragazzo e cada rovinosamente di culo per terra come una pera cotta
-scusami tanto mi dispiace- mi rialzo gli lancio un'occhiata e ricomincio a correre
Dopo due minuti arrivo davanti al pub che c'è davanti al Big Ben e vedo arrivare la macchina di Zach, era lui che si occupava di portare Jack qui senza fargli capire niente, corro dentro al locale inciampando sulle scale e cadendo sopra un ragazzo moro con gli occhi azzurri, ma oggi ho meno equilibrio di Bella Swan
-scusami, sta arrivando Zach, con lui c'è anche Jack- mi rialzo da sopra di lui e gli porgo la mano ma lui da uomo forte e vaccinato si alza da solo
- uhm, direi che comunque dovresti guardare dove vai- sorride per poi tendermi la mano
-Jonah Marais-
- Evie Bieber- ora si arriva alla solita domanda..... fra 3.....2...1....
-sei per caso imparentata con Justin Bieber?- Bingo!
-no, sie ma magari- rido io contagiandolo, poi sentiamo la porta aprirsi e urliamo
-Sorpresaaaaa!- vedo Jack sorridere 32 denti e venirci incontro per poi abbracciarmi
-piccola, grazie anche se lo avevo capito, la prossima volta fatemi accompagnare da qualcuno che sappia mentire - sorride guardando Zach che lo guarda male
- ahahah ma dai Zach- gli tiro un'orecchio
-lo sai che non so mentire ahaha- mi abbraccia forte.
La serata è passata molto velocemente, Jack era molto felice di aver passato il suo compleanno con i suoi amici, e devo ammettere che ha degli amici veramente molto simpatici; adesso sto tornando a casa, ma non sono stanca, mi sa che guarderò un film.
Apro la porte e lancio le chiavi sul tavolo del salotto, non curandomi di fare confusione perché oggi il mio coinquilino non c'è, ho deciso di andarmene di casa perché i miei genitori ed io non ci si sopportava e ormai ero abbastanza grande da poter prendermi un'appartamento con il mio coinquilino nonché cugino.
Vado in camera mia ed accendo la televisione, apro leggermente la finestra per far passare un po' d'aria e guardo su Netflix "Pan".
È carino, all'inizio mi aspettavo una di quelle cavolate arrotolate nel dramma, invece non è male, appena vedo il ragazzo volare per due minuti e poi schiantarsi al suolo soffoco una risata
-ma davvero mi rappresentano così imbranato?- sento il sangue gelarsi nelle vene e mi giro verso la finestra da dove proviene la voce, c'è un ragazzo, mi è abbastanza familiare, oh mio dio è il ragazzo che ho urtato al parco, vorrei far uscire la parte più grintosa di me ma mi limito a sussurrare qualcosa mentre lo fisso con gli occhi sbarrati.
-t-tu come diavolo sei entrato?- lo guardo basita
-wow, finalmente qualcuno ha cambiato l'ordine delle domande - dice fluttuando per aria per poi sedersi sul letto accanto a me, io mi alzo di scatto e mi siedo sulla cassapanca sotto la finestra guardandolo sconcertata
- ok... scusa non mi avvicino comunque sono entrato dalla finestra -
-ma siamo al quarto piano-
-cara? So volare-
- oh beh scusa sai, non vedo tutti i giorni mocciosetti volare in casa mia-
- ma come ti permetti stupida ragazzina?- si avvicina a me ed io gli tiro una ciabatta che lui sfortunamente schiva velocemente
- ma seriamente? Pensi di poter colpire il grande Peter Pan con una ciabatta?- sorride malefico lui facendomi scoppiare a ridere
-Peter Pan, si ed io sono Wendy! Ma fammi il piacere, ho capito da dove sei arrivato "volando"- faccio le virgolette con le mani e lui mi guarda offeso
- e sentiamo da dove sarei arrivato?-
-dal manicomio, cioè ma puoi andare a giro vestito da albero?- rido io lui si avvicina e mi blocca fra lui e la finestra per poi guardami con i suoi occhi verdi che furono l'ultima cosa che vidi prima svenire.