2 ottobre 2013

181 21 0
                                    

Caro diario,

Oggi abbiamo fatto due ore di educazione fisica. Sono stanchissimo.

Dicono che, a volte, anche solo guardando gli occhi di una persona si può capire come sta, e forse ho capito come sta Elina.

Oggi mi ha salutato e siamo rimasti un po' a parlare e, per l'ennesima volta, sono rimasto incantato a guardare i suoi occhi.

Quegli occhi verdi esprimevano tristezza, sai?

Volevo tanto chiederle come mai fosse triste, ma non volevo essere troppo indiscreto; così ho lasciato stare.

Ad un certo punto mi ha chiesto: "sono tuoi amici quelli?"

Non sapevo che rispondere, pensai che sarei potuto sembrare asociale se avessi risposto di no, quindi ho detto che erano solo miei compagni di classe.

Lasciò lo zaino vicino ai miei piedi e con decisione s'incamminò verso di loro.

Non ebbi la forza di femarla.

Era la prima volta che mi trovavo in una situazione del genere e l'unica cosa che riuscivo a pensare era "ti prego, torna indietro!".

La osservavo da lontano che muoveva le braccia, ma non sentivo cosa dicesse.

Tornò dopo due minuti con un sorriso dolce stampato in viso.

"Credo che per un pò non ti daranno più fastidio" disse riprendendosi lo zaino.

Se lo mise sulle spalle scostandosi i capelli lunghi.

Si era presa troppa confidenza, ma non mi dava fastidio, anzi mi sto innamorando ancora di più di lei.

Vorrei rimanere lì a parlare con lei per sempre, ma continuo ad avere paura delle sue reazioni. Ho paura di quello che può pensare di me, ho paura di un sacco di cose stupide.

Mio padre è appena tornato e io devo ancora preparare la cena.

Scusami se ti scrivo poco, ma faccio fatica a trovare del tempo per via del troppo studio.

Caro diario, lei si chiama ElinaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora