era una sera di fine estate, una di quelle che ti fanno salire i brividi su per la schiena quando tira il vento. la temperatura perfetta per rintanarsi sotto le lenzuola e guardare la tv tutto il giorno.
purtroppo la situazione nella quale si trovava yamaguchi non era altrettanto rilassante e allegra.
tadashi era completamente sotto le coperte, in modo che da fuori non si vedesse nient'altro che una montagnetta nascosta dalla leggera coperta azzurrina.
calde lacrime solcavano le sue guance da ormai due ore, aveva gli occhi rossi e le labbra gonfie a forza di morderle per non fare rumore.
la piccola kokoro, ormai non tanto piccola, è entrata svariate volte per chiedere cosa fosse successo, non ricevendo alcuna risposta se non i leggeri singhiozzi che fuoriuscivano dalla bocca del suo fratellone. dopo la terza volta si è arresa e ora è stesa sul divano a giocare a pokémon platino sul suo nintendo ds rosa che tanto adora.
la porta scorrevole della camera di yamaguchi si aprì di nuovo. questo si stava preparando per dire a sua sorella di lasciarlo stare, ma al posto della voce di sua sorella sentì delle zampette che si avvicinavano lentamente al letto.
cacciò leggermente la testa da sotto le coperte. aveva la visione sfocata e quel filo di luce che passava dalle persiane era abbastanza forte da accecarlo. "ayumu" sussurrò, con la voce spezzata per colpa del pianto.
il bellissimo esemplare di tibetan terrier saltò sul letto e si infilò sotto le coperte insieme al suo padrone, leccandogli la mano in cerca di coccole.
tadashi sistemò meglio la testa sul cuscino e cominciò a passare la mano tra il morbido e profumato pelo del cane.
le lacrime smisero gradualmente di scendere e gli lasciarono spazio per respirare e pensare a come diavolo si era ridotto in quel modo.
tsukishima kei.
tsukki era il suo migliore amico da quando erano piccoli. è stato l'unico a difenderlo dai bulli quando lo prendevano in giro per le lentiggini e l'unico che continuava a ripetergli che adorava le sue lentiggini, e che "quando arrossisci sembri una fragola, e io adoro le fragole"
è stato anche l'unico, e non so se si possa definire fortunato, verso il quale yamaguchi abbia mai provato dei sentimenti. e per sentimenti si intende amore.
da quando yamaguchi imparò il significato della parola 'amore', questa era sempre collegata al nome 'kei'.
tenne segreta questa piccola cotta per qualche mese, perché sentiva tutto intorno a lui persone che dicevano che era sbagliato per un uomo amare un altro uomo, anche se lui non ci trovava niente di male. passò vari mesi sperando che i suoi sentimenti spariscano o che si rivelino semplici segni di ammirazione verso il più grande, che lo salvava dai bulli.
ma con il passare del tempo questa cotta non fece altro che ingrandirsi, fino a diventare vero e proprio amore.
il più piccolo era geloso di qualsiasi persona che si trovasse entro un metro di distanza dal suo tsukki. lo voleva solo per se.
per sua fortuna tsukki era una persona abbastanza scorbutica e saccente, in questo modo qualunque persona si interessasse a lui spesso scompariva a causa del suo carattere.
con il passare degli anni la voglia di confessarsi a tsukki era diventata sempre di più, ma lui non la assecondava mai. per il suo bene e per quello di tsukki.
poi successe l'impensabile, che alla fine tanto impensabile non era.
tsukki si innamorò di una ragazza.
il mondo di yamaguchi si sgretolò su sé stesso appena lo venne a sapere.
certo, continuavano comunque a passare giornate insieme seduti sulle panchine del parco o a casa a giocare ai videogiochi, ma non tanto quanto prima.
kei iniziò a passare l'intervallo insieme alla sua ragazza, mentre yamaguchi lo passava insieme a kageyama e hinata.
un giorno il biondo e la sua ragazza passarono davanti a loro. kei guardò tadashi senza salutarlo, troppo impegnato a parlare con la ragazza.
kageyama e hinata iniziarono a parlare della coppia, dicendo di come stessero bene insieme e complimentando l'aspetto della ragazza.
quella fu la goccia che fece traboccare il vaso.
kageyama tirò una gomitata ad hinata, che stava ancora parlando, perché aveva notato le lacrime che scendevano dagli occhi di yamaguchi.
l'unica che cosa che riuscì a dire fu un flebile 'scusate' per poi correre verso casa sua.
ed ecco come si era trovato appallottolato sotto le coperte.
ayumu si era addormentato da un pezzo, cullato dalle dolci carezze di tadashi.
anche quest'ultimo stava per addormentarsi, quando il suo telefono suonò per l'arrivo di un messaggio.
tsukki!!: "hey, non eri al solito posto, sei tornato a casa prima?"
yamaguchi non aveva per niente voglia di rispondere. buttò il telefono da qualche parte sul letto e si appisolò.
ding!
tsukki!!: "perché non mi rispondi?".
yamaguchi era ormai nel mondo dei sogni.
ding!
tsukki!!: "ho capito, sto arrivando".
yamaguchi si svegliò confuso per l'improvviso movimento del materasso.
"t-tsukki? che ci fai qui?" "non rispondevi ai messaggi"
kei si avvicinò al più piccolo, appoggiando la testa sul cuscino.
"perché hai pianto?"
yamaguchi portò istintivamente una mano agli occhi, erano ancora gonfi e di sicuro rossi.
"niente di importante" forzò un sorriso.
"sicuro?"
"non ne voglio parlare"
il biondo annuì silenziosamente e abbracciò il moro, facendogli poggiare la testa sul petto.
ci furono alcuni attimi di silenzio"l'ho lasciata"
yamaguchi si sforzò a nascondere il sorriso che stava per nascere sulle sue labbra
"perché?"
"mi sono reso conto di non amarla tanto quanto credevo. all'inizio era fantastico, ma la relazione stava iniziando a diventare noiosa"
ormai yamaguchi non riusciva a trattenere il sorriso; per nasconderlo abbracciò tsukishima e guardò dal lato opposto "mi dispiace"
non era vero. aveva una chance con lui.
tsukishima gli scompigliò i capelli "non ti preoccupare. ora dormi, si sente che sei stanco"
yamaguchi annuì soltanto, la felicità che gli scorreva nelle vene.
si sarebbe dichiarato. prima o poi. forse domani, o forse mai.