Provavo qualcosa di forte quando lo guardavo.
Qualcosa che mi chiudeva lo stomaco e mi faceva volare.
Lui era la mia salvezza.
Lui mi proteggeva dai miei mali.
Lui mi amava ed io anche, intensamente.
Pian piano le sue mani iniziarono a poggiarsi su di me come vestiti.
Iniziai a non percepire più il calore che mi trasmetteva prima. Iniziò a non respirare più l'odore della mia pelle con curiosità. Forse perché mi aveva già scoperta e nonostante potessi avere novità per lui,
Io ero già nota ai suoi occhi.
Ormai.
Non percepivo più
la sua brama.
Il suo desiderio di avermi, di volermi sempre.
Quando voleva lui.
Stava spesso arrabbiato con me.
Mi umiliava a volte davanti agli altri perché lui era diventato altezzoso.
Perché lui non aveva di che da scherzare con me.
Non riuscivo più a parlare perché non mi ascoltava veramente.
Io gli parlavo ma lui pensava ad altro.
Pensava a ciò che avrebbe fatto lui.
A ciò che era diverso da noi, da me.
Mi rendevo conto di questo, soffrivo.
Cercavo di parlarne con lui ma in quei momenti lui sembrava superficiale.
Tutto si poteva superare come nelle favole, perché tanto io stavo sempre lì ad aspettarlo.
Io ci sarei stata sempre per lui.
Non sbagliava, era vero.
Iniziai a piangere.
Piangevo perché desideravo anche io questa favola.
Desideravo mi amasse forte.
E desideravo d'amarlo forte e non soffrire più, non morire dentro.
La delusione però mangió l'amore.
Se lo divoró finché un giorno, mentre piangevo ancora e ancora capii che mi stavo facendo del male. Che dovevo lasciarlo andare. Perché quei demoni che lui prima scacciava ora li aveva fatti ritornare.
Piangevo e piangevo, finché, mentre il sole saliva il sonno calava.
Mi addormentai. Buio.
Avevo gli occhi gonfi e la testa piena.
Basta, ero stanca. Stanca di non essere compresa. Di non essere amata.
Io non volevo cambiarlo, volevo solo che crescesse. Purtroppo lui non lo accettava. Non voleva. Anche il suo amore era stato consumato.
Non so da cosa, non so come. So solo che aveva le mani fredde con me ormai. Mi sentivo una stupida, perché ancora ci tenevo. C'era qualcosa in me che lo voleva, ma soffrivo. Era meglio separarci. Lui avrebbe imparato ad amare e io avrei imparato ad amarmi...
I giorni sono amari, non piangevo così da quando ero bambina.
Sento il mio corpo vuoto. Sciupato. Ferito.
Rido, scherzo, esco nelle mi storie di Instagram.
Amici e amiche.
Gente che mi circonda, mentre fumo, bevo, rido e piango in realtà.
Mi sento vuota ma quasi piena di vita.
Quella relazione mi aveva consumata.
Dovevamo amarci.
Dovevamo viverci.
Invece non ci abbiamo creduto abbastanza.
Fa male. Fa ancora molto male.