Secondo Capitolo

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28 Ottobre

Mi sveglio e il mio primo pensiero è "Voglio vedere quell'albero in cui lasciarono Amelia in quell'orribile stato", allora preparo lo zaino e scendo in cerca di una guida che mi possa portare a destinazione, torno dal mio ormai migliore amico Konstantin (il vecchietto di ieri) e gli chiedo se è possibile che io riesca a trovare quell'albero da solo e mi dice "Yes sure, but be careful, if you get lost nobody will find you" (Si certo, ma sii cauto, se ti perdi nessuno ti troverà), beh che dire neanche tanto rassicurante ma alla fine mi metto di coraggio e parto, egli mi da delle indicazioni approssimative per arrivarci e allora mi dirigo verso tale bosco. Arrivo all'entrata del sentiero e incontro questa vecchietta piuttosto docile e sorridente, per esserne certo le chiedo indicazioni per l'albero di Amelia e cambia immediatamente espressione, come se avesse paura, ma non voleva farmelo capire anche se sono piuttosto bravo a leggere gli occhi, riesce ad indicarmi su un foglio la strada molto più dettagliatamente e allora mi dirigo lì. Dopo 35 minuti camminando tra alberi e nebbia eccomi arrivato, trovo quest'albero spoglio in mezzo alla foschia, era piuttosto vecchio e lacerato ed alquanto minaccioso, la cosa più raccapricciante erano le corde appese, non sono sicuro appartengano alla storia della strega, ma sono lì, appese sull'albero, piuttosto usurate ma comunque durature; mi avvicino all'albero e noto questa incisione fatta con un qualche tipo di scalpo e martello o anche semplicemente un coltello, una parola scritta con dei testi antichi e infattibile da tradurre, allora cerco su internet un qualche tipo di alfabeto rumeno antico per poter decifrarla, ma nulla, l'unica cosa che trovo è un documento del 563 scritto da degli apostoli con gli stessi identici caratteri scritti sull'albero, ma che comunque non riesco a decifrare. Mi sento quasi a disagio restando qui ma mi piace ciò che provo, questo sentimento di paura mischiato con l'adrenalina per l'avventura era un qualcosa che mi faceva andare avanti, cercando di scoprire qualcosa di più grande, sono fatto così alla fine, più il mistero si infittisce più vado avanti. La parte preoccupante viene adesso, non riesco a capire come, ma sono riuscito a perdermi, il telefono non prende e allora cerco di tornare nella zona dove prendeva per potermi orientare con la mappa, ma nulla, non trovo più quel maledetto albero, cerco di stare calmo ma passa troppo tempo e quasi fa buio, sono le 18:32 e mi sono perso da quasi un'ora, più cerco di tornare indietro e più mi sembra di allontanarmi e allora mi fermo un attimo per schiarirmi le idee, controllo il telefono e vedo che miracolosamente prende una tacca ma basta per poter guardare la mappa, perciò riesco ad orientarmi e a tornare indietro. Dopo quasi 2 ore che mi ero perso, riesco a tornare in strada con un sorriso stampato in faccia, quando, mezz'ora prima, pensavo di essermi trovato in un film dell'orrore; vado da Konstantin per raccontargli tutto, ma la sedia è vuota, chiedo di lui ma nessuno riesce a dirmi dove sia andato e allora torno in hotel a farmi una doccia e prepararmi per uscire in qualche pub stasera, magari per fare nuove amicizie e per occuparmi il tempo. Trovo questa birreria carina affollata da ragazzi della mia età o anche un po' più grandi e riesco facilmente a trovare qualcuno con cui parlare, cerco di conversare in rumeno, ma per ogni frase che dico, ridono per il mio rumeno un po' marcio, perciò mi ritiro definitivamente dal parlarlo. Dopo una serata a chiacchierare e a divertirmi torno nel mio hotel, mi siedo sul letto con un bicchiere di whisky in mano per riuscire a pensare meglio a cosa posso fare il giorno dopo.

Un viaggio in RomaniaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora