Lo so. È una cosa strana, me ne rendo conto. Eppure lo odio così tanto. Non ha mai risposto ai miei messaggi, ma quando mi vede divento magicamente sua amica. Utilizza sempre le persone in questo modo. Ma non ne posso fare a meno. Non so spiegare, ma mi rende felice, ecco tutto. É ciò rende tutto ancora più anormale. Come possono se semplicissime lettere, legate ad una persona così falsa, rendermi tanto felice? Eppure quando leggo quel suo maledettissimo "online". . Lo sento così pericolosamente vicino. Mi vengono i brividi lungo la schiena. Vorrei che mi scrivesse, ma ho paura che sia per mandarmi una volta del tutto a quel paese. Ciò mi renderebbe felice, sì. Ma voglio indagare su di lui. Voglio capire cosa c'è che non va. Cosa mi rende così incerta. Ancora una volta non so perchè, ma non lo trovo tanto umano. Quest'estate sono entrata a far parte di un gruppo di studio per imparare il tedesco. È lì che l'ho conosciuto. Joseph Helton. Va nella scuola affianco alla mia, insieme ad altri del gruppo. Oggi è venerdì, li rincontro. Inizio a preparare le schede da portare al corso e mi avvio verso l'enorme edificio grigio cenere. Da una settimana circa ci avevano spostato al terzo piano, sul terrazzo. Amavo ciò. Prima di entrare nella sala infatti, dovevi oltrepassare l'intero terrazzo. E per quei venti secondi ti rilassavi completamente. Tra i miei tanti pensieri arrivo al terrazzo. Lo attraverso, ed il tempo sembra fermarsi. Fino a quando non sento la voce di Rose che mi chiama e si avvicina assieme alle sue due sorelle, Mary ed Anne. Le saluto ed entriamo nell'aula già piena di gente. Rose si siede vicino a Maggie, io vicino alla mia migliore amica Sarah. Siamo solo dieci in questo turno. Tra due ore l'altro. L'insegnante si trova proprio di fronte a me, che sono seduta al secondo banco. Oggi è interrogazione. Una sola persona, come solito. Joseph.