Capitolo 1

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Era bastato poco a Jayme per capire che aveva sbagliato tutto.

Lo sguardo di rosmarino incrociato sull'uscio quel dannato giorno nella villa di Gabriele, la tormentava come un'incubazione attuale e la vita che stava crescendo dentro di lei, la ricordava costantemente che suo figlio aveva bisogno di un padre: «un padre» pensava tra sé mentre le foglie di quegli alberi fuori dalla finestra, si muovevano al vento e cadevano a terra.

Lucas si mescolava alla vergogna che, ormai da mesi, stava divorando; guardò in alto, verso il cielo pensando a quanto voleva voluto prendere il primo volo per l'Italia e rincontrarlo ma soprattutto, comunicargli che una parte di lui stava crescendo dentro se stesso, anche se questo significava ammettere che in realtà, aveva dannatamente bisogno di Qualcuno.

Socchiuse le palpebre e quella scena le si era presentata di nuovo davanti agli occhi come uno spettro: il risveglio di Lucas, il vederlo preparato frettolosamente le valigie, le urla e infine la sua partenza. Jayme pianse appoggiato al parapetto di quella finestra stringendo i pugni come se stessi cercando di gestire la disperazione unita all'odio che percorreva il suo corpo e il soffocando.

Un dolore lancinante all'addome la spinse a rannicchiarsi e ad appoggiare la mano destra su di esso, sentendo così il bimbo scalciare e muoversi; in quelle condizioni non poteva di certo guardare in piedi e decidere di sedersi sul divano di quella piccola casa di campagna nella quale si era trasferita insieme a Brian ed Alexis.

Dopo la partenza di Lucas e la notizia di aspettare un bambino, Jayme aveva deciso di cambiare aria soprattutto perché sapeva benissimo che una notizia del genere, l'avrebbe conquistata direttamente nell'occhio del ciclone giornalistico; ma il vero problema era anche un altro: se la madre avesse saputo che lei era incinta di Lucas, ha provato il tutto per tutto ciò che è stato interrotto e per questo aveva deciso di nascondere ciò che stava succedendo e di allontanarla il più possibile.

È stata così convincente dagli amici ad abbandonare Los Angeles per questo lungo periodo e vivere la maternità in modo del tutto anonimo: vissuto in una piccola casa di campagna a Roosevelt in Arizona per tutta la durata della maternità e preso parte in una clinica privata dal massimo riserbo; all'inizio sembrava meraviglioso, era lontana da tutto il mondo, lontano dai cinema, dagli stress, dalla vita quotidiana ricca di impegni e questo è sicuramente giovato, ma provava una sincera nostalgia per tutto quello che era stato, anche prima della conoscenza con Lucas.

Alexis rientrò in casa, dopo aver fatto un giro con il quadruplo acquistato da Brian poco dopo essersi trasferiti; sembravano andare molto d'accordo ora e lui si era era impegnato seriamente a prendersi cura di lei e della bambina che aveva partorito.

Lavorava sempre nella fabbrica di Donald Arrow dopo il padre, il vecchio Charles, era deceduto.

Alexis si tolse il casco e aprì con forza la porta d'ingresso che per una causa dei precedenti proprietari, si era rotta: «Accidenti a questa dannata porta! il perché Brian non vuole sistemarla ancora non ho capito »

«Lascia stare Alexis, tanto non staremo qui per molto» prescritto Jayme in maniera stanca e un po 'fiacca.

«Come ti senti?»

«Stanca. Davvero, mi sento senza forze »

«Mi dispiace averti lasciata da sola ad occuparti anche di Cleofe»

«Tua figlia è stata tranquillissima».

Alexis si avvicina al divano dove era sdraiata Jayme e dove vi era anche la piccola bimba che dormiva.

«Mi chiedo come possa essere così docile e calmo, non come questo terremoto che sto per partorire» esclamò Jayme guardandosi il ventre, per poi alzarsi e mettersi seduta.

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⏰ Last updated: Oct 25, 2019 ⏰

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