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Giovanni dorme.

Si è addormentato con la guancia premuta contro il mio petto, un lieve sorriso che gli increspa le labbra.

Sembra davvero un angelo.

Dietro a questo faccino angelico però, come ho potuto apprendere, si nasconde un'esperienza ineguagliabile a letto.

Chissà da quanto lavora qui.
Chissà se gli piace quello che fa.

Probabilmente si, se no non sarebbe qui.

Come esistono le ragazze puttane, esistono anche i ragazzi che vorrebbero solo farsi sbattere dalla mattina alla sera.

Però Giovanni non sembra così.

Ovviamente non ha titubato un secondo, ma alla fine, quando l'ho fatto sdraiare sul mio petto, ho capito che non è abituato a momenti come quello.
E ho capito anche che gli piacerebbe poter vivere più momenti come quelli.

Se non facesse questo lavoro, etichetterei Giovanni come un ragazzo chiuso, enigmatico e un po' misterioso, difficile da portare a letto.

Insomma, il classico ragazzo bello e irraggiungibile.

Chissà com'è finito a lavorare qui...

Sento Giovanni che si muove.

Nasconde la testa nell'incavo del mio collo e mi accarezza il petto.

"Sei stanco, vero? È molto tardi"

Mugolo.

"Dormi, Andrea..."

Sento ogni cellula del mio corpo che si rilassa.

Circondo il suo corpo con le mie braccia per assicurarsi che resti qui, poi mi addormento anche io.

Quando mi sveglio, Giovanni si è riaddormentato.

Adesso devo proprio andare a casa.

Lo sposto lentamente sul materasso, poi mi alzo cercando i miei vestiti.

Li indosso velocemente e faccio per uscire.

Poi mi volto verso Giovanni. Quasi mi dispiace lasciarlo così.
Inoltre devo anche dirgli con quanta frequenza verrò, per assicurarmi di trovarlo.

Decido di svegliarlo.

Gli vado vicino e gli accarezzo una guancia.

"Giovanni, svegliati"

Dopo qualche secondo sussulta e apre gli occhi.

"Alzati"

Fa come gli dico.

Lo guardo.

È ancora mezzo addormentato, ha gli occhi socchiusi e i capelli scompigliati.
È bellissimo.

All' improvviso mi accorgo di cosa sto facendo.

Non posso lasciare che un semplice puttano entri nella mia vita più del necessario.

Il mio sguardo si indurisce.

"Verrò qui una sera si e una no, stesso orario, fatti trovare pronto"

Annuisce stupito dal mio atteggiamento.

"Bene, a dopodomani"

Ghigno.

Lui mi rivolge uno sguardo amaro, poi annuisce di nuovo.

Nonostante mi costi uno sforzo enorme, esco dalla stanza.

«scopa con venti ragazzi al giorno»

Penso mentre torno a casa.

«non posso prendere confidenza, oh no, giammai»

Sospiro frustrato.

Di solito vado lì per rilassarmi, ma ora sono più teso di prima.

Entro nella mia camera e mi sdraio sul letto.
Rimango a fissare il soffitto per qualche minuto, poi mi abbandono ad una risata liberatoria.

Mi sto decisamente preoccupando troppo.

Dedico più attenzioni a Giovanni solo perché, a differenza degli altri ragazzi che ho conosciuto lì, lui non è solo bravo a letto: capisce subito quali sono i tuoi punti deboli, e li sfrutta per farti impazzire.

Mi piace.

E poi vado lì per fare quello che voglio, e io ora voglio questo; che problema c'è?

Guardo l'orario: le 5:17 del mattino.

Meglio dormire un po'.

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Secondo capitolo del giornalista, spero che vi piaccia!

Tengo molto all'opinione dei miei lettori, quindi lasciatemi un commento per dirmi che ve ne pare, se vi sta piacendo o se dovrei cambiare qualcosa.

Ci rivediamo la settimana prossima con un prossimo capitolo!

Ecstasy / CamperkillerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora