Epilogo

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Se qualcuno avesse detto a Fabrizio, nove mesi prima, che il suo coinquilino gli avrebbe cambiato la vita, lui non ci avrebbe creduto.
Eppure ora si ritrovava lì: in una casa più grande di quella che era in partenza, con il suo coinquilino - che non era più solo quello ma che era anche l'uomo che amava - e con i suoi figli. Non poteva chiedere nulla di meglio, da quella vita, in quel momento.
Ma si sa, il karma gioca a modo suo e in quel momento gli stava regalando solo gioie.
Per quello non sapeva quanto sarebbe durato, ma sperava non finisse mai.

Ormai avevano cambiato casa da qualche mese, i bambini l'avevano presa meglio di loro.
Ermal era quasi pronto per iniziare un piccolo tour per farsi conoscere e Niccolò gli avrebbe aperto le serate. Fabrizio era riuscito a far sentire qualche pezzo alla casa discografica e quando Ermal aveva chiesto se poteva portarlo con sé, durante le serate, aveva ricevuto risposta affermativa sia dall'etichetta che da Niccolò.
Capitava, ogni tanto, che Fabrizio suonasse qualcosa anche davanti ad Ermal.
Da quando aveva trovato Niccolò succedeva più spesso, come se qualcosa in lui si fosse sbloccato. Quella musica e quelle melodie, però, non uscivano mai dalle pareti di camera loro o da quelle dei bambini. A lui stava bene così ed Ermal era felice dei passi avanti che aveva fatto il moro.

La situazione con Claudio non era cambiata, non si era fatto più sentire e Fabrizio aveva ritrovato la sua tranquillità.
In compenso Ermal era entrato in crisi quando Anna, di punto in bianco, l'aveva chiamato papà.  Non era una cosa che si aspettava, non l'aveva messo in conto e si era lasciato prendere dal panico. Fortuna che Fabrizio era stato pronto a rimettere insiemi i pezzi del riccio. Lui non credeva di essere all'altezza di quell'appellativo, ma in fondo era stato contento di ciò. Forse era stato solo un caso, ma era stato quel qualcosa che - per un momento - l'aveva fatto ricredere su parecchi demoni che si portava dentro.

Rinald era capitato spesso a Roma nell'ultimo periodo, Ermal non capiva se lo facesse apposta o che. Alla fine però, lui e Fabrizio, lo ospitavano sempre senza problemi. Anzi, Rinald iniziava anche a coalizzarsi con i bambini per fare scherzi a loro due. In quegli attimi, il riccio, si chiedeva chi dei tre fosse più bambino, anche se conosceva già la risposta visto che lui era quanto di più simile a Rinald.

Romina, invece, si era dovuta ricredere su tutta la scala. Suo fratello non aveva fatto sfociare quella convivenza in una catastrofe, bensì in qualcosa di davvero bello a vederlo nei suoi occhi.
Sì, Fabrizio sembrava davvero spensierato e felice ogni volta che era con Ermal. Romina non aveva più visto, in lui, la preoccupazione che aveva quando la storia con Giada era finita.
Anche se le cose con Giada, tuttavia, erano sempre le stesse. Avevano un equilibrio perfetto e questo faceva sì che i bambini non vivessero una situazione troppo stressante. Si alternavano come sempre settimana e weekend e questo dava una sorta di stabilità, ma capitava anche più spesso che qualche volta stavano di più con loro.

*

La domenica mattina era sempre la preferita di Fabrizio. Si ritrovavano sempre il letto invaso da Luca e Anna non appena si svegliavano. Erano quelli i momenti migliori. <<Anche oggi ci hanno riempito il letto>> aveva detto Ermal mentre sorrideva e dava un bacio sulla guancia ad Anna. Fabrizio, invece, aveva passato una mano sui capelli di Luca.
<<Avrei preferito riempi' te de quarcos'artro>> aveva sussurrato il moro all'orecchio di Ermal sperando che i bimbi non avessero sentito. Sfortunatamente - però - così non era stato ed Anna aveva chiesto <<Di cosa?>>
Fabrizio si era affrettato a dire <<Di baci, tesoro de papà tuo. E mo' riempio voi visto che nun posso riempi' Ermal>> e il riccio aveva sorriso a quella visione.

Fabrizio non poteva chiedere di meglio, di quella mattina passata tutti e quattro nel lettone.
Insieme.

Provava felicità.
Quella felicità che ora non gli sarebbe stata portata via da nessuno.

Fine.
















Note:
Okay, siamo arrivati alla fine. Questa volta per davvero. Quest'epilogo serviva solamente a tirare le somme, infatti è molto più corto.
Ho iniziato a scrivere questa storia quasi per gioco, nemmeno volevo pubblicarla. Ora, invece, è diventata la storia più lunga che abbia scritto. Per me è davvero tanto, soprattutto perché non scrivevo da molto tempo. Ci tengo a ringraziarvi tutti, se potessi lo farei uno a uno. Ringrazio chi è arrivato fino a qui, chi si è fermato prima, chi ha apprezzato e chi no. Ringrazio chi ha letto silenziosamente e chi ha lasciato traccia del suo passaggio. Ringrazio chi ha commentato e chi ha speso una parola per questa storia. Se sono arrivata a finirla è anche merito di ognuno di voi. Dal primo all'ultimo. Quindi, GRAZIE, davvero!

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