Eryn era seduta alla sua scrivania, con una penna tra le mani che continuava a picchiettare sulla superficie di legno. Non aveva uno straccio di notizia e il suo capo le stava facendo pressione per avere un articolo degno della loro testata giornalistica. Il Chicago Times aveva bisogno di un articolo da prima pagina, uno di quelli importanti come un omicidio di un importante deputato o cose del genere, ma lei non aveva nulla. Chicago era troppo tranquilla come non lo era mai stata e la cosa, anche se da cittadina poteva farle piacere, da giornalista la mandava in bestia.
Aveva necessariamente bisogno di qualcosa, ma le notizie non sembravano poter cadere dal cielo, così una piccola lampadina le si accese dandole un'idea che da Cleo sarebbe stata etichettata come " da completi idioti", ma era l'unica cose che le rimaneva da fare.
Guardò il grande orologio a forma di libro, un regalo di Dylan, e aggrottò le sopracciglia. Erano le otto di sera. Il tempo era praticamente volato e, forse, girovagare per le strade di Chicago a quell'ora non sarebbe stata una buona idea, ma le sue idee non rientravano mai in quella particolare categoria. Così si alzò velocemente dalla sua poltrona, facendola scivolare lontano dalla scrivania, afferrò tutte le cose che le servivano ed uscì di corsa dal grande grattacielo di vetro che si trovava al centro della città. Cleo per fortuna aveva deciso di tornare prima a casa in taxi, lasciandole l'auto.
Quella era l'unica pista che poteva seguire, era l'unica notizia che, forse, avrebbe potuto essere stampata in prima pagina, una notizia da far invidia a qualsiasi giornale.
Pedinare le persone non era il suo forte, al dire il vero non sapeva nemmeno se ne sarebbe stata capace, ma tanto valeva mettersi alla prova e forse chissà, la CIA o l'Intelligence Americana avrebbero potuto reclutarla come spia sotto copertura. Non sarebbe stato mica male, ma la sua esperienza si fermava alle serie TV che si ostinava a guardare ogni sera, mentre chi avrebbe dovuto pedinare era molto più esperto di lei. Ed era bello, dannatamente bello anche se questo non centrava nulla con il suo lavoro e con quello che stava per fare lei. Ma era bello e lei avrebbe proprio dovuto stargli alla larga come si era ripromessa di fare, soprattutto dopo quel dannato bacio, ma era l'unico modo per trovare qualcosa da scrivere.
Eryn se ne stava nella sua auto, appostata fuori al distretto della Narcotici aspettando che Zayn uscisse da lì e che facesse quello che gli spettava. Una fonte abbastanza sicura le aveva assicurato che la Narcotici avrebbe mandato qualcuno in giro per Chicago alla ricerca degli spacciatori che vendevano quella merda che stava uccidendo i tossici disperati.
Ovviamente spettava a Zayn occuparsene visto che era a lui che avevano affidato il caso, ed Eryn non poteva esserne più scocciata. Si era ripromessa di stare il più lontano possibile da lui, dai suoi occhi ammaliatori e quelle labbra così invitanti. Lo aveva promesso a sé stessa, per lei ma soprattutto per Dylan, ma in quel momento si trattava del suo lavoro e non della sua situazione complicata.
Era passata una buona mezz'ora, quando finalmente qualcuno uscì dal grande portone. Zayn indossava una giacca di pelle nera, una maglia bianca che si intravedeva da essa e dei pantaloni stretti dello stesso colore della giacca. Era sexy. Era dannatamente attraente anche quando lavorava.
Eryn si abbassò leggermente, per evitare che Zayn la vedesse, ma non distolse lo sguardo da lui nemmeno per un secondo. Il moro prese a scavare nelle tasche interne della sua giacca, ne fece uscire le chiavi della sua auto e, dopo averla sbloccata, ci entrò velocemente.
Eryn doveva stare molto attenta a non distrarsi e a non farsi scoprire, così quando imboccarono la strada si tenne ad una distanza di sicurezza dall'auto di Zayn.
Dopo un quarto d'ora buono, si ritrovarono nell'altra parte della città, quella dove le ragazze come lei non avrebbero mai messo piede, nemmeno per sbaglio. Le strade erano malandate, completamente diverse da quelle del centro di Chicago ed erano quasi deserte, le uniche auto in circolazione erano la sua e quella di Zayn, mentre sui lati della strada erano parcheggiati dei grandi SUV neri coi vetri oscurati, a cui erano appoggiai dei grandi omoni. Mettevano i brividi solo a guardarli.