1. Tony
«E tu chi sei?»
«Peter. Peter Parker. L'allievo. L'allievo di pianoforte. Ho telefonato ieri.»
«Oh.» Tony lo squadra da capo a piedi. Lo sconosciuto stringe al petto un quaderno pentagrammato con il disegno di un'enorme chiave di violino al centro – cliché! –, un tomo appena comprato di Teoria e Armonia – sicuramente si tratta del solito libro di Avena – e una borsa nera a tracolla, nuova di zecca. In verità sembra tutto nuovo di zecca. Persino i suoi capelli castani tirati all'indietro e quegli occhialetti da vista rotondi, con la montatura dorata e fina, lo sono. Persino le scarpe bianche con la punta nera e quei pantaloni morbidi color paglia. Per fare bella figura con l'insegnante di piano, deve aver svaligiato un outlet di vestiti. Non è il primo e nemmeno l'ultimo che lo farà, così Tony sospira e trattiene un sorrisetto, prima di fargli spazio e lasciarlo entrare in casa. Quello obbedisce e, appena dentro, si guarda intorno spaesato. «Mia madre è di sopra. Ti aspetta per la lezione, anche se sei decisamente in anticipo», continua, dopo aver alzato il polso per controllare l'orologio. «Io sono Tony, comunque», aggiunge, quando si rende conto di non essersi presentato.
Peter gli stringe la mano, quando lui gli mostra la sua. «Sono Peter.»
«Sì. Sì, l'avevo capito già alla terza volta che lo hai ribadito», commenta, sbrigativo. Chiude la porta e gli fa strada verso le scale, dove il suono ovattato di una melodia conosciuta li avvolge. È sua madre, sta suonando per controllare che il piano sia accordato. «Abiti vicino?»
«No, in verità no. Abito verso Forest Hills.»
«Ah, nel Queens. Un bel quartiere, non c'è che dire.» Ironizza con una risatina, del tutto disinteressato all'idea che possa averlo offeso. Quello alza le spalle, quando Tony si volta a guardarlo, e lo spiazza. Nessun broncio, nessun sopracciglio inarcato. Nessuna reazione soddisfacente. Come se, quel Parker, un po' se lo aspettasse, quel commento acido.
«Ce ne sono di peggiori», ribatte Peter, e non c'è risposta che tenga, di fronte ad un sorriso di circostanza del genere.
Tony tossisce e incassa il colpo, disorientato. «Suoni qualche altro strumento?», gli chiede, poi, solo per non lasciare che quel silenzio sceso lo schiacci e gli rovini la reputazione. Non ha motivo di pavoneggiarsi di fronte al nuovo allievo di sua madre, probabilmente non lo rivedrà mai più; è un caso che sia stato lui, ad aprire la porta di casa. Un caso, nulla più.
«No, è la prima volta che mi approccio ad uno strumento e alla musica in generale», ammette, poi si chiude nelle spalle, «Lo so, iniziare dal pianoforte è un po' un suicidio, immagino, ma mi ha sempre affascinato», aggiunge, e di nuovo sorride. Di nuovo il candore di un entusiasmo da prima volta avvolge quel viso. Tony ha una fitta alla nuca. Stringe le dita in due pugni; ha le mani intorpidite.
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Almeno Tu Nell'Universo (Young!Tony x Peter - Starker)
Fanfiction(Conclusa) Peter vuole imparare a suonare il pianoforte; non per passione dello strumento, ma per amore del figlio della sua insegnante. Tony, dal canto suo, vorrebbe vederlo suonare per sempre. Nulla, però, è come sembra.