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Da più di mezz'ora giro per casa, tentando di capire gli spazi. Mi sento fuori posto, anche se poi guardando fuori dalla finestra e vedendo Edin giocare a calcio con Miralem in giardino, tutto trova un senso. Torno ad avere un posto nel mondo, torno a capire il perché di tutto questo. Edin. Tutto questo è per il suo bene, per lui. Per fargli avere tutto quello che finora non ha mai avuto, un padre accanto, una persona di cui fidarsi, una figura alla quale affidarsi. Prendo un respiro e mi verso un bicchiere d'acqua, domani sera Miralem gioca qui a Torino e vuole Edin lì allo stadio, e non sono pronta, al circo mediatico che si scatenerà attorno a lui, attorno a mio figlio, attorno a noi. Tamburello le dita sul marmo del piano della cucina "A cosa stai pensando?" - "A tutto ciò che accadrà da domani, se veniamo allo stadio" mi giro e lo vedo in piedi appoggiato al tavolo della cucina "Non pensarci e basta" alza le spalle non curante e fa un passo verso di me "Piuttosto, hai guardato le scuole che ti ho mandato per Edin?" - "Si, ma sono tutte fuori dalla mia portata" scuote la testa e prende un bicchiere dallo scaffale accanto a me, per appoggiarsi anche lui al bancone "Puoi dirmi solo se tra quelle che ti ho mandato, ce né almeno una che ti piace? E potrebbe andare per lui? Ti ho mandato quelle perché hanno orari in cui potrei andare anche io a prenderlo e sono vicini al centro. E per quanto riguarda nostro figlio, ora, siamo in due" - "Allora potrebbe essercene una"

"Maman?" Abbasso lo sguardo su Edin e gli sorrido, mentre lui continua a fissare il campo "Dimmi" - "Posso andare da papà?" Gli sistemo la maglietta che Miralem gli ha regalato con il suo nome sulla schiena "Dopo, finita la partita" Edin mette immediatamente il broncio e con le braccia incrociate al petto si affossa sulla poltroncina e non mi parla più, continuando a fissare truce Miralem che è entrato in campo per mano ed un bambino e poi gli poggia le mani sulle spalle, prendo un respiro profondo ed inizio a torturarmi le mani fissando quel rettangolo verde, sperando che tutto finisca presto.
"Edin, vuoi dell'acqua?" Scuote la testa e fissa imperterrito il campo da gioco vuoto, nell'attesa che i giocatori rientrino per il secondo tempo "Edin.." aggrotta ancora di più la fronte e non si volta nemmeno a guardarmi, prendo un altro respiro, e mi guardo attorno, ragazze ben vestite e ben truccate alternano sguardi verso di me e poi al loro cellulare, torno su Edin e gli sfioro una guancia con l'indice "Un cioccolatino, un bacio della mamma e un po' di coccole?" Allunga la sua manina verso di me e recupero dalla borsa il cioccolatino, mi lascia un sorriso e si alza per venire a sedersi in braccio "Sei arrabbiato con papà?" Gli bacio una tempia mentre scarta il cioccolatino e se lo mette in bocca annuendo.

Quando vedo finalmente Miralem in lontananza mi sfugge uno sbadiglio "Dov'è il mio uomo?" Guardo Edin ancora imbronciato cercare di deviare gli sguardi e l'attenzione di Miralem, mentre continua a stringersi alla mia gamba "È arrabbiato con te" - "Come? Cos'ho fatto? Ti ho anche dedicato un gol!" Lascia il borsone a terra e lo prende in braccio baciandogli il viso, mentre Edin cerca di divincolarsi da lui "Nonono" - "Mi dici cos'ho fatto?" Si guardano per un po' negli occhi e poi Edin si guarda attorno borbottando qualcosa di incomprensibile, così Mira si gira in cerca del mio aiuto "Sei sceso in campo con un bambino" - "Però ho segnato, ed il gol l'ho dedicato a questo bambino imbronciato e geloso, come lo era la sua mamma, che ho tra le braccia ora. Come la mettiamo?" Attorno a noi iniziano a fermarsi, presumo, dei compagni di squadra di Mira. "Tu sei il mio papà" Edin fissa Mira che appoggia la sua fronte su quella di nostro figlio "Certo. Mi perdoni se la prossima volta scendi in campo con me e poi torni dalla mamma?" - "Forse" mi sfugge un sorriso mentre scuoto la testa rassegnata all'evidenza, ha ragione Mira, è geloso di lui come lo ero anche io un tempo. Gli lascia un bacio sulle guance e si volta verso di me "Uguale a te" mi sorride e mi fa l'occhiolino mentre si gira verso i suoi compagni di squadra a cui presenta Edin, che imbarazzato tenta di nascondersi sul collo di Miralem.

Apro la porta ancora in pigiama e davanti mi trovo Mira sorridente e con un sacchetto di carta in mano "Vengo in pace, con due brioche alla cioccolata" mi faccio da parte e lo lascio entrare "Edin dorme ancora" annuisce mentre si siede su una sedia di fronte a me e mi allunga il sacchetto che apro e da cui prendo una brioche "Pensavo di portarlo a fare un giro, magari vieni anche tu, ti va?" Mi porto la tazza alle labbra e bevo un sorso di te "Ok" appoggio la tazza sul tavolo che finisce tra le mani di Mira che ne beve un sorso e mi sorride "Non cambierai mai, te alla menta" alzo le spalle e gli sorrido "Per la scuola, mi informo io su quando andare a vederla o fai tu?" - "Faccio io, così andiamo assieme quando non ho gli allenamenti" annuisco e do un'altro morso alla brioche "Maman" ci voltiamo entrambi verso la voce di nostro figlio e vediamo comparire sul suo viso un grande sorriso per poi correre scalzo verso Miralem e sedersi sulle sue gambe "Papà ha preso le brioche, ne vuoi una?" Appoggia l'elefantino sul tavolo accanto a lui e annuisce sbadigliando, mentre Mira prende la brioche e gliela porge lasciandogli un bacio tra i capelli "Che ne dici se poi andiamo a fare un giro?" - "Anche Maman" sorrido ed annuisco verso Edin, "Si, vengo anche io", che appena morde la brioche si sporca il viso di cioccolata. "Magari poi andiamo a pranzo assieme e andiamo a giocare a casa mia? Vuoi portare li qualche gioco?" Edin alza il viso verso suo padre e lo guarda serio "Il pallone papà" Mira scoppia a ridere ed annuisce "Si, il pallone. Allora dobbiamo anche andare alla ricerca di una porta da mettere in giardino" il piccolo sgrana gli occhi e gli lascia un bacio sulla guancia sporcandolo, cosi, senza pensarci molto, allungo d'istinto la mano e con il pollice gli pulisco la guancia.

Guardami negli occhi, e pensa solo a noi • Miralem Pjanic Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora