Elements: I Prescelti

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<<Non hai neanche un graffio>>
Asher non la smette di punzecchiarmi e ogni minuto in più che trascorro con lui, vorrei strangolarlo sempre più.
<<Avresti preferito il contrario?>> domando fintamente offesa, facendolo sbuffare.
<<Avrei preferito non dover venire qua>>
<<Ah si? E fammi indovinare: sei dispiaciuto perché volevi stare con Gwen?>> sbotto irritata. Giuro, che appena la vedo le strappo i capelli.
Uhm, Crystal?
Si?
Cosa c'entra ora Gwendoline?

Asher si volta verso di me con uno strano sorrisetto sul volto, avvicinandosi. Indietreggio non capendo le sue intenzioni e per la seconda volta in pochi minuti, sbatto con la schiena contro un tronco.
<<Gelosa?>> domanda, a pochi passi da me.
<<Non sono gelosa. La odio, il che è diverso, e ho tutte le ragioni per farlo>> rispondo velocemente, appoggiandomi ad ogni scusa possibile. Non sono gelosa.
<<Strano, perché a me sembra tanto il contrario>> mi sfotte.
<<Beh, ti sbagli. Non potrei mai essere gelosa di uno come te, perché vorrebbe dire che mi piaci, il che è assolutamente impossibile>>
<<Hai ragione, sono un idiota. Ho fatto un errore e non me lo perdonerò mai>> sussurra, guardandomi come per cercare qualche risposta nelle mie iridi color argento.
L'irritazione si fa strada nel mio corpo. Irritazione dovuta al fatto che ogni volta mi mette in confusione, cambia discorso da un momento all'altro, sussurrando frasi incomprensibili. Questo ragazzo mi farà ammattire.
<<Quale errore?>> domando, con una nota di disperazione.
Lui si allontana da me e riprende a camminare come se niente fosse.
<<Eh no tenebroso, non puoi fare ogni volta come ti pare e piace. Quando inizi una frase la termini, quando ti faccio una domanda mi rispondi e se non vuoi che te ne vengano poste, allora non borbottare frasi che puoi comprendere solo tu>>
Prendo una manica della sua felpa e lo tiro verso di me per farlo voltare.
<<Tenebroso?>>
<<E non affrontare solo gli argomenti che ti fanno più comodo>> continuo a rimproverarlo, tirandogli uno schiaffo sul braccio.
<<Adesso mi chiami anche così? Ti ricordavo diversa>> continua imperterrito a non rendermi partecipe dei suoi discorsi.
Entro impetuosa nei suoi pensieri alla ricerca di una risposta, ma ciò che più cattura la mia attenzione è il suono del suo cuore.
Batte così velocemente da farmi mancare il respiro.
Improvvisamente, cesso il collegamento con la sua mente, perdendo il coraggio di trovare la risposta. Arrossisco e tolgo la mano dal suo braccio, come se mi fossi appena scottata. Voglio sapere cosa balena nei suoi pensieri, ma il suo cuore ha creato in me una tempesta, come se fosse sbagliato cercare risposte in questo modo.
Asher mi osserva confuso, mentre riprendo a camminare nascondendo il mio viso nel cappuccio.
Per una come me, è meglio non provare due emozioni opposte nello stesso istante.

I portoni dell'Arsimea si spalancano al nostro arrivo e appena metto piede al suo interno, socchiudo le labbra, estasiata da tanta bellezza.
È da anni che non accedo ad un luogo simile e, sebbene questa non sia la mia casa, sento una parte di essa. Mi guardo intorno, sorridendo per la bellezza di questo luogo, vagando negli interminabili corridoi ad seguito del Buio.
Su ogni parete vi sono quadri e dipinti, raffiguranti le battaglie e la storia di questo luogo. Un quadro in particolare mi incuriosisce: raffigura una donna dai lunghi capelli castani seduta in mezzo al bosco, con la testa china avvolta nell'oscurità. Guardo il quadro, ammaliata dalla sua eleganza, pensando di aver già visto questa donna da qualche altra parte. Il volto non è ben visibile, ma sembra così familiare da farmi accapponare la pelle.
<<Grazioso vero? Presto sarai a conoscenza di tutte le leggende riguardo i nostri mondi: fortunatamente la Signorina Sorfly è parecchio informata in materia>>
Mi volto immediatamente verso la voce sconosciuta, incrociando lo sguardo con Christian.
<<Dea Acqua, è un piacere rincontrarla, spero che possiate perdonarmi per la mia mancanza di tatto. Il mio nome è Christian e sono il sovrano di Salia>>