Capitolo 10

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Christian's pov

Sono incazzato, e anche molto. I miei due soci sapevano di Abigail e non me ne hanno fatto parola, ma soprattutto Donna..
Il mio braccio destro, lei che di me sa ogni cosa, dalla più insignificante a quella più importante.

Tutti e tre sapevano che mi sarei opposto se avessi saputo se la controporta era rappresentata dalla persona più viscida di questo mondo.
Ho dato tutto per lei, tutto. Le ho aperto le porte di casa mia, ho convinto i miei soci ad accoglierla nel nostro studio, le ho affidato il mio cuore pregandola più e più volte di non ferirmi sapeva bene quanto per me la fedeltà e la sincerità siano importanti.
Capisaldi della mia visione di vita, sopratutto dopo quello che ho dovuto passare nella mia adolescenza.

Le avevo proposto di sposarmi, e lei aveva accettato con tanto di lacrime e a due mesi dal matrimonio l'ho trovata mezza nuda sulla sua scrivania con l'ex socio dirigente.

Da allora non ho più voluto saperne, è stata Donna a parlare con lei, per cercare di capire, anche se da capire c'era ben poco.
Questo episodio oltre ad avermi spezzato completamente, ha riportato a galla ricordi, che solo Dio e il mio psicologo sanno quanto ho tentato di buttar via dal mio cervello e dal mio subconscio. Anni e anni di terapia buttati al cesso, sono ritornati gli incubi, gli attacchi di panico. Quella che credevo fosse l'amore della mia vita mi aveva tradito, solo per una cazzo di promozione lavorativa, solo per riuscire ad avere quel suo cognome sulla porta e ancora una volta io rimasto da solo.

Deluso, affranto e con un incredibile vuoto dentro.

"Smettila di prendertela con lei" Donna entra nel mio ufficio, arrabbiata. Lei è arrabbiata? Come può essere arrabbiata con me dopo avermi indotto a prendere questo stramaledetto caso con l'inganno, in accordo con Jessica e Louis.
"Starai scherzando?" domando sedendomi comodamente sul divano e addentando il mio brezel al prosciutto.
"Ti ho sempre detto che i problemi personali devono restare personali il lavoro è lavoro" mi rimprovera con sguardo severo, puntandomi un dito contro.
"E io ti ho sempre detto di essere sincera con me, perché non mi hai detto nulla? Anzi perché non hai detto a Jessica di affidarlo a Louis o di prenderselo lei?" urlo a mia volta, riducendo gli occhi a due fessure, sento la gola diventare secca.
"Perché sei l'unico che può vincere, o comunque che possa ottenere la percentuale maggiore" si siede di fronte a me, abbassando però il tono di voce.
"Tu sai Donna, tu sai dannatamente tutto, al telefono eri pure divertita quando ti ho chiesto che tipo fosse." la rabbia sta prendendo pian piano possesso del mio corpo, poso in malo modo il bagel sul piatto, e porto la mia testa tra le mani. Ed ecco che ritorna in mente quel momento.

I gemiti che si sentivano già dalla sala d'aspetto, ad ogni passo speravo che derivassero da un altro ufficio, ma quando dalla vetrata ho visto quella disgustosa scena mi sono come paralizzato. Occhi e bocca spalancati, battito cardiaco impazzito, zero saliva, cibo cinese sparso ovunque.
Ma la cosa che mi ha fatto più male era il sorriso fiero del mio ex superiore una volta accortosi della mia presenza, come a dire..
'Svegliati stupido non è la prima volta che succede una cosa del genere'

E lei..
"Aaahhhhhhh" dò un calcio al tavolo facendo spaventare Donna "Basta basta basta" urlo disperato tenendomi la testa.

"Christian" sussurra in preda al panico la mia migliore amica, ma non ce la faccio, ho bisogno di uscire da qui, non voglio vedere né lei né tantomeno gli altri due. Voglio che tutti mi stiano lontano "va via" dico gelido.
"Christian, hey, sono io sono qui. Posso aiutarti." mi accarezza il braccio, ma infastidito mi scanso.
"Donna, ho detto di andartene via, adesso. Hai già fatto abbastanza" esce dalla stanza lasciandomi da solo con i miei demoni.
Erano passati due fottuti anni, avevo ricominciato a vivere, stavo bene, qualche ragazza nel fine settimana, zero legami.
Lavoro, i pranzi e le cene della domenica con con Jessica suo marito e i suoi figli, Louis e la sua quasi sposa ed io e Donna.

Tutto andava così bene tutto, e in una fottuta sera tutto invece è andato a puttane.

"Signor Spencer è tutto okay?"

I'm in love with my bossDove le storie prendono vita. Scoprilo ora