𝐌𝐲 𝐏𝐚𝐜𝐞

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Hyunjin lo fermò prima che potesse entrare nel loro appartamento. «Felix – disse – Ti devo chiedere il favore di non dire a nessuno ciò che è successo questo pomeriggio».
Felix fece una triste smorfia. «Come mai? Ti vergogni di me?» domandò addolorato.
Il maggiore rise leggermente. «Affatto, piccolo – lo rassicurò, prendendogli una mano ed accarezzandola con le sue dita lunghe – Penso solo che se lo dicessimo agli altri e le cose tra noi non dovessero funzionare... beh, hai visto cos'è successo con Changbin. Inoltre penso che la nostra relazione sia solo tra noi due ed odio che le altre persone si intromettano, cosa che mio fratello Jeongin fa continuamente. Sei o non sei d'accordo?».
Il biondo annuì, più rassicurato ma non del tutto convinto. «E allora come faremo a frequentarci?» chiese.
«Ti porterò in città ogni volta che ci sarà possibile. E poi possiamo sempre andare al parco, come oggi» propose Hyunjin, ricevendo un gesto d'assenso in risposta.
«Forza, allora! Entriamo!» lo incitò, tirando fuori dalla tasca le chiavi di casa ed aprendo la porta.
Cosa si sarebbero dovuti aspettare se non una delle solite scene comiche da serie televisive americane? Woojin li salutò sorridente, mentre portava in tavola piatti riempiti dal loro pranzo; Jeongin stava ballando in mezzo al salotto, ricevendo ogni tanto qualche gomitata o calcio tirato per sbaglio da Jisung, il quale stava facendo ginnastica davanti al minore. Minho, nel frattempo, stava parlando – o per meglio dire, urlando – con qualcuno a telefono davanti alla porta della camera dei più grandi; Seungmin stava rincorrendo Changbin in giro per l'appartamento e, per concludere in bellezza, Christopher stava seduto sul divano a leggere – o ad ammirare Jeongin di nascosto, mistero che resterà per sempre irrisolto.
Felix si fermò sul posto, un sopracciglio più alto dell'altro ed una faccia stranita. Hyunjin rise per la sua espressione, per poi dargli una pacca sulla spalla: «Tranquillo, prima o poi ti ci abituerai. Siamo sempre stati così» disse, dirigendosi verso Woojin per dargli una mano.
Assieme al più vecchio di quel singolare gruppo di ragazzi, i due neo amanti prepararono il pranzo e la tavola, per poi chiamare il resto della ciurma a mangiare, assicurandosi di separare Seungmin e Changbin l'uno dall'altro. A quanto pare il più grande aveva preso in prestito il fondotinta dell'altro quella mattina, finendoglielo. Inutile dire che la cosa era scoppiata in una violenta lite che non aveva risparmiato nessuno dei due dagli insulti dell'altro.
«Chris-hyung, che significa peasant?» domandò Jeongin, mangiando un raviolo al vapore e puntando il dito della mano libera sulla parola del suo libro.
«Jeongin-ah, non si legge a tavola – lo riprese Woojin, versandogli dell'acqua – È l'unico momento per stare tutti assieme e parlare. Metti via il libro per favore».
Con uno sbuffo irritato il maknae mise via il libro, facendogli la linguaccia ed esordendo con un: «Tanto non sei mia madre!».
Hyunjin, affianco a Felix, roteò gli occhi e sorrise all'australiano dolcemente. Prese poi un pezzo di carne e lo posò sopra la ciotola di riso dell'altro. Il biondo arrossì vistosamente, abbassando la testa sul suo piatto e sorridendo di nascosto. Il maggiore scosse la testa continuando a mangiare e sotto il tavolo si assicurò di incrociare il suo mignolo con quello di Felix.
Le mani di Felix, aveva notato Hyunjin, erano molto più piccole del normale. Quando le aveva sfiorate, accarezzate durante il loro primo bacio – al solo pensiero il ragazzo si agitò sulla sedia, sorridendo al nulla – si era stupito di sentire talmente tanta differenza tra i loro palmi. Gli sembrava di essere tornato a quand'era più piccolo, quando, giocando al Principe, facevano a gara tra chi avesse le mani più grandi, chi fosse il più alto...
Fortunatamente Minho si accorse per tempo che le posate sulla pentola si stessero alzando: velocemente le afferrò, facendo finta di voler prendere ancora un po' di manzo e tirò un calcio a Hyunjin, il quale si rese conto di cosa stesse succedendo e si ricompose, scusandosi con il Mago con un cenno della testa.
Christopher lo ammonì con uno sguardo dall'altra parte della tavola.
«Comunque, Felix: hai finito i compiti in preparazione della prima lezione di stasera?» chiese Woojin.
Il biondo annuì, ingerendo la bile. «Li ho finiti ieri – disse – Mi ha aiutato Hyunjin-ah, per questo sono riuscito a finirli così presto!».
Il maggiore sorrise, orgoglioso di averlo aiutato in qualche modo. «Va bene che ci sia aiuto, ma non credete che un po' troppo aiuto faccia ripassare la grammatica coreana a Hyunjin, invece che insegnarla a Felix? Non che non ce ne sia bisogno, ma...» disse Changbin, ridendo tra sé e sé.
Jisung gli tirò una sberla sul collo. «Perché devi sempre bullizzare i più piccoli? Irresponsabile!» lo sgridò.
«Yah! Perché voi dovete sempre bullizzare me?!» ribatté l'altro, massaggiandosi il collo dolorante.
«Ma possibile che non riusciamo mai a fare un pasto senza litigare e parlando normalmente?! – esclamò Woojin, stanco di tutti – Non chiedo di vivere come persone normali, ma almeno un pasto ogni tanto! Non mi sembra di chiedere molto...».
Ci fu qualche secondo di silenzio, durante i quali nessuno aprì bocca ed ognuno guardò il proprio piatto con aria colpevole.
Seungmin fece una smorfia a Jeongin, cercando di non farsi vedere da Woojin. Il maknae gli rispose in labiale, chiedendo perché proprio lui come vittima sacrificale. Il rosso alzò un sopracciglio con un'espressione eloquente.
Jeongin sospirò e tirò fuori la sua migliore faccia da cucciolo bastonato. «Scusa tanto hyung – mormorò – Non era nostra intenzione farti arrabbiare...».
Il più grande sospirò. «Lo so benissimo... Non sono arrabbiato con voi. Ma per favore non litigate» disse, ricominciando a mangiare.
Tutti tirarono un sospiro di sollievo e Christopher fece l'occhiolino a Jeongin per ringraziarlo. Il minore arrossì in risposta.
Felix si voltò verso Hyunjin. «A che ora dobbiamo partire stasera?» chiese, masticando un pezzo di carne.
«Yah! Dove hai vissuto fino ad adesso, in una foresta? Mastica con la bocca chiusa!» lo rimproverò Changbin, ricevendo subito uno scappellotto da Woojin, il quale riprese a rimproverarlo.
Christopher per poco non si strozzò con il cibo e Felix spalancò gli occhi allarmato. Minho scosse la testa, facendogli intendere con lo sguardo che non ci fosse nulla di cui preoccuparsi.
Dall'altro lato della tavola, Jisung li guardò stranito, cercando di capire lo strano cambiamento di espressioni.
«Pensavo di partire per le quattro e cinquanta – rispose Hyunjin, sorridendo nervoso e cercando di cambiare argomento – Dopotutto dobbiamo solamente attraversare qualche stradina e saremo arrivati a scuola...».
Il biondo annuì, agitando le gambe sotto al tavolo, nervoso al solo pensiero di dover andare a scuola per la prima volta in vita sua. Di fianco a lui, il neo-amante lo prese per mano sotto al tavolo, intuendo il suo stato d'ansia.
«Andrà tutto bene, vedrai!» lo rassicurò.
«Grazie» rispose Felix sottovoce.
Hyunjin posò un altro pezzo di carne sul suo riso e ripresero a mangiare, ancora mano nella mano.

«Jeongin-ah! Sei pronto o no?» urlò il fratello dal salotto, seduto sul divano con lo zaino sulle gambe, di fianco a Felix.
«Voi andate! Vi raggiungo per tornare a casa!» rispose l'altro mentre frugava in giro per la stanza in cerca di qualcosa.
Il maggiore sbuffò, alzandosi e trascinando il fidanzato con sé. «Partiamo!» disse infine, rivolto agli altri.
«Buona prima lezione Felix!» esclamò Christopher, correndo ad abbracciarlo e baciandolo sulla guancia.
Il biondo lo strinse stretto a sé, quasi non volendo lasciarlo andare. «Sappi – gli sussurrò all'orecchio il più vecchio, in inglese – Che sono davvero orgoglioso di te. Andrà tutto per il meglio, non preoccuparti».
«Ti voglio bene hyung» sussurrò l'altro di rimando.
Quando i due si staccarono Hyunjin rivolse un dolcissimo sorriso al fidanzato e gli fece segno con la testa di seguirlo fuori dall'appartamento. Una volta che si furono assicurati di essere da soli il maggiore prese la mano a Felix e la ficcò nella tasca del giubbotto assieme alla sua.
«Parlami di qualcosa che ti piace, Lix – disse Hyunjin, il viso rivolto verso il cielo a guardare i fiocchi di neve scendere lenti per le strade di Seoul – Voglio assolutamente conoscerti meglio, visto che tu sai già molte cose di me».
Felix arrossì. «E di cosa dovrei parlarti? In questo momento non riesco a pensare a nulla...» borbottò timidamente.
«Non so... per esempio, Chan-hyung mi ha detto che ti piace tanto ballare. Da quanto tempo studi danza?» chiese.
«In realtà non ho mai studiato danza in vita mia – ammise Felix – Anzi, non ho mai studiato in vita mia, se non coreano. Chris-hyung ci teneva che sapessi parlare anche questa lingua, probabilmente avendo già pianificato questo viaggio... So solamente leggere e scrivere».
«Beh, posso assicurarti che nonostante tu non sia stato istruito molto hai la mentalità molto più aperta di altre persone che hanno magari studiato per tutta la loro vita. La cosa più importante, a mio parere, non è tanto l'essere intelligenti o meno, ma saper pensare con la propria testa e saper rispettare gli altri. E tu sei talmente dolce e sensibile che non sapresti mai mancare di rispetto a nessuna persona. Quindi, Lix, non vergognarti mai di dire che non sei mai andato a scuola, ma tieni la testa alta nell'affermarlo perché le persone possano rendersi conto quanto tu sia intelligente non avendo mai studiato!».
Il biondo lo guardò con occhi luminosi, chiedendosi come nella sua vita fosse persino arrivato ad avere al suo fianco una persona del genere. Hyunjin era veramente il fidanzato perfetto: dolce, gentile, simpatico e soprattutto metteva sempre in discussione se stesso – cosa che solamente poche persone sanno fare in questo mondo.
«Mi piaci sempre di più, cavolo» mormorò Felix, sorridendo.
Il maggiore strinse ancora la sua mano e si voltò verso di lui. «Dimmi, com'è cambiata Deneb da quando ci sono stato l'ultima volta?».
Felix ci pensò un attimo. «Diciamo che la situazione è in qualche modo peggiorata e migliorata: Chan-hyung ed altri ribelli sono riusciti ad indebolire il Re con alcuni attacchi mirati. D'altra parte però ci sono sempre più scontri aperti nelle piazze, perciò per un piccolo fraintendimento o dispetto ci sono sanguinosi scontri che possono durare anche giorni interi. Quando io e Chris-hyung ce ne siamo andati era in corso una lotta piuttosto violenta a Mellavira. Per cui, dopo aver riflettuto attentamente con i suoi compagni, mio fratello ha deciso di partire subito per andare a cercare il Principe. Tutto qui» concluse il minore.
Il volto dell'altro si rabbuiò con l'avanzare del discorso del fidanzato. «Mi dispiace di non potervi dire il vero nome del Principe» disse infine.
«Non devi dispiacerti per questo – lo rassicurò Felix – Dopotutto hai fatto una promessa a tua madre e penso che pure io reagirei in questo modo. D'altronde ci hai appena conosciuti e non sei ancora sicuro di poterti fidare di noi...».
Hyunjin lo spinse dolcemente con una spalla, accennando un timido sorriso. «Grazie» sussurrò.
Ci vollero una decina di minuti per poter arrivare alla scuola.
Era una normale scuola superiore, tipica coreana. L'edificio era imponente e si sviluppava in larghezza su una leggera altura, nella periferia della metropoli. Era circondato da un giardino a dir poco microscopico e da alcuni alberi piantati simmetricamente attorno ad esso.
I due entrarono attraverso un lungo cancello di ferro di color verde acqua e salutarono con un inchino la guardia posta a controllare l'entrata.
La scuola doveva essere ancora chiusa agli studenti, perché fuori dalle porte c'era una folla di studenti ad aspettare, alcuni seduti sulle panchine ed altri per terra, a studiare o ripassare per le lezioni di quella sera.
Il maggiore alzò una mano sorridente, salutando il suo gruppetto di amici e trascinando il fidanzato con sé. «Vieni, ti faccio conoscere i miei amici. Ti piaceranno di sicuro!» esclamò.
Erano tre ragazzi e due ragazze.
«Ragazzi, vi presento Felix! Felix, loro sono Daewhi, Yuqi, Soyeon-».
«Yugyeom e BamBam» completò il biondo, guardando incredulo i due ribelli di fronte a sé.
BamBam ghignò, salutandolo con un cenno della testa. «Ehi Felix! Da quanto tempo non ci si vede!» disse.
Hyunjin li guardò sorpreso. «Vi conoscete?» chiese.
«Certo che ci conosciamo – rispose Yugyeom – Facevamo parte della banda di suo fratello».

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ʀᴏᴀᴅ ɴᴏᴛ ᴛᴀᴋᴇɴ | ᴄʜᴀɴɢʟɪx/ʜʏᴜɴʟɪx (ɪɴ ʀᴇᴠɪꜱɪᴏɴᴇ)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora