5. Le lavanderie

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Il vapore bollente del ferro da stiro le fece lacrimare gli occhi. Era impegnata con l'ennesima camicia. Si asciugò il sudore della fronte con il palmo della mano, stiracchiò le membra e si rimise al lavoro.

Non era un compito difficile. Neppure uno dei più infami. Le addette alle pulizie se la passavano molto peggio, costrette a detergere vomito e diarrea dai bagni dei signorini altolocati dei piani alti dell'arca, con le mani corrose dagli acidi dei detergenti, le occhiaie scure per la levataccia mattutina e la schiena ingobbita.

Le lavanderie erano un buon posto dove lavorare, per una ragazzina.

Se le fosse andata davvero male, sarebbe potuta finire anche in uno dei brutti giri delle dame da compagnia. Le chiamavano così, ora che la prostituzione era stata legalizzata. Sua madre glielo ricordava sempre: "Riga dritto o è là che andrai a finire. E per te sarà la fine."

Al contrario delle sorelle, con la sua salute cagionevole e il corpo emaciato, Eva rischiava di non raggiungere i vent'anni.

Anche questo la madre glielo ricordava sempre, di solito dopo averle dato qualche botta.

Il ferro le scottò un dito. Allontanò la mano e ci soffiò sopra, arrossi e si guardò intorno per controllare che nessuno l'avesse vista. Troppo distratta. Non doveva pensare a certe cose, doveva concentrarsi di più sul suo lavoro.

La camicia di quel signorino era pronta, la ripose sull'attaccapanni e appese quest'ultimo all'asta nell'apposito fermaglio, lo guardò scorrere lungo la sala e poi verso l'alto, insieme ai mille indumenti delle sue colleghe.

I piani alti. Un paradiso irraggiungibile per lei.

Le persone che vivevano nei piani bassi dell'arca non ricorrevano alle lavanderie, bagnavano i panni nel lavandino della loro camera e li stendevano alle porte, alle ante, alle finestre, un po' dove capitava. Troppo costoso usufruire del servizio di lavanderia.

Eva non poteva fare a meno di immaginarsi come sarebbe stato il proprietario, una volta indossata quella camicia. Lo immaginava affascinante, moro, alto e muscoloso, con dei bellissimi occhi blu. Lo vedeva danzare con la ragazza che avrebbe indossato quel vestito che Ayman stava stirando verticalmente, tutto azzurro e pieno di lustrini scintillanti. Quell'azzurro sarebbe stato bene su una ragazza bionda, come lei. A Eva scappò un sorriso. No, lei non l'avrebbe mai indossato un abito così.

Il pensiero non la turbava affatto. Riprese a stirare sorridendo, tra sé e sé. Le storie sono più belle nella propria immaginazione. Lei adorava creare nella testa favole complesse con intrecci amorosi, perfide matrigne, un pizzico di magia e tanti draghi alati. Questo non significava che avrebbe voluto viverle! Il ragazzo della camicia, alto, moro e muscoloso... Meglio non incontrarlo mai. Sapeva cosa facevano i maschi a quelle come lei: le illudevano, le riempivano di complimenti, si prendevano quello che volevano e poi le abbandonavano lì, nei piani bassi, spesso gravide di un figlio che non sarebbe mai stato riconosciuto. Oppure le violentavano, le picchiavano e le lasciavano boccheggianti alla porta di qualche camera, col sangue che scorreva in mezzo alle cosce e la divisa da lavoro strappata.

Meglio sognare. La vita era già abbastanza difficile così.

Ripassava un pigiama di seta quando la porta in fondo alla sala si spalancò.

In un primo momento non ci fece caso. Le stiratrici erano disposte a scacchiera, una dietro l'altra. Alla loro destra le funi erano tese e facevano scorrere gli abiti pronti. Tutte erano concentrate sulla propria asse. Il lavoro finiva quando si riusciva ad appendere duecentocinquanta capi perfettamente stirati. La luce allora si spegneva e la ragazza (erano tutte donne là dentro) restituiva il cestello vuoto al suo supervisore, che di solito sedeva in un angolo dell'ampia sala, impegnato con i calcoli di fatturazione. Il suo ruolo era vigilare sulle spese, segnalare i malfunzionamenti degli strumenti e incaricare le lavandaie di distribuire gli abiti alle stiratrici senza fare favoritismi. In realtà era una figura quasi invisibile, come tutti del resto, non alzò nemmeno il capo quando Marianne entrò gridando.

UMANA ∽ Ritorno sulla TerraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora