Capitolo 23

213 11 15
                                    

Dopo che Tom, John e la sorellina Lawrence arrivarono in questura, sotto la protezione di Taylor stesso, in un attimo si avviarono verso la stanza dove Arnold Smith era ancora sotto interrogatorio in presenza del suo avvocato, il signor Timothy Prescott.

Una volta che Lawrence varcò la soglia della stanza, Arnold incontrò il suo sguardo marrone e ciò che vide, non gli piacque per nulla.

"Capitano Taylor, Vice Capitano Jackson." Rispose a quel punto Floyd con un piccolo sorriso, nel mentre la gemella Light era momentaneamente impegnata a trascrivere a macchina la confessione di Arnold Smith. "Stavamo appunto trascrivendo le ultime dichiarazioni dell'uomo che si definisce pentito e vuole patteggiare."

"Ah, adesso il signor Smith è pentito?" Gli domandò scettico il Capitano Taylor con rabbia. "Ha costretto mia sorella all'inferno per mesi interi e adesso si scusa?"

"Capitano Taylor..." iniziò allora e solo a quel punto l'avvocato dell'uomo. "Capisco perfettamente la sua rabbia, però il mio assistito..."

"Oh, no. Non credo affatto che lei possa capire."

Dopo quelle parole, Timothy abbassò immediatamente lo sguardo per un attimo, come se in quel momento si sentisse in difficoltà, fino a che all'improvviso non si ritrovò a fissare nuovamente il Capitano con serietà.

"Ok, forse non posso capire che cosa ha provato sua sorella in tutti questi mesi d'inferno, come dice lei, però so con assoluta certezza che il mio assistito è del tutto pentito di quello che ha fatto e se potesse tornare indietro, lo farebbe più che volentieri!"

Dopo quelle parole, John lo guardò con uno sguardo attento ed altrettanto arrabbiato: non credeva affatto ad una sola parola di quell'uomo e avrebbe fatto in modo che Smith avesse pagato con la galera il tempo che gli avrebbero dato come era giusto che fosse.

Una volta che Lawrence si incontrò, o meglio, si scontrò con Arnold che la guardò attentamente senza però dire niente, in un attimo rifugiandosi in bagno, provò molto disgusto, soprattutto per la sua infinita impulsività nell'esserci ricascata una seconda volta e dopo alcuni istanti nella quale si era ritrovata a riflettere ardentemente sul fatto che d'ora e in avanti sarebbe stata una ragazza molto più responsabile ed altrettanto più lucida nelle sue decisioni, scoppiò letteralmente in lacrime.

Il suo fu infatti un pianto decisamente liberatorio nella quale Laurie capì finalmente tutti i suoi errori che non avrebbe mai più commesso, costi quel che costi e che le avevano insegnato che drogarsi non era certamente la situazione migliore da mettere in atto.

Le indagini quindi si erano finalmente concluse; Lawrence era nuovamente una donna libera e da quel momento poteva decisamente uscire di casa e godersi il sole di intense e splendide giornate di primavera.

Quel giorno la ragazza presa dalla gioia di fare quattro passi, decise di andare quindi a fare un giretto per la città, o per meglio dire una camminate al parco di Parigi, Moncaeu, situato esattamente a sud della Senna.

Nel mentre stava camminando intenta a mettere in atto il suo divertente e svagante piano, intanto che il fratello John era a lavoro con il fidanzato Tom, ad un certo punto una voce conosciuta proprio dietro di lei la chiamò tanto che in quel momento Laurie iniziò a percepire il proprio cuore battere impazzito.

"Laurie!"

"Arnold..."

In quel preciso istante, proprio davanti a Laurie c'era l'affascinante poliziotto Arnold Logan che a causa del lavoro era stato costretto a lasciarla sola.

Laurie però, nel momento in cui John si era arrabbiato con lui per quella decisione drastica, lo aveva difeso a spada tratta e Arnold ne era rimasto molto contento ed altrettanto compiaciuto tanto da volerla rivedere.

"Ciao Laurie, come stai?"

"Bene..." rispose a quel punto lei molto felice di rivederlo. "Ma che cosa ci fai qui anche tu? Casa tua... non è dall'altra parte della città?"

"Sì." Rispose dunque l'uomo. "È solo che non potevo proprio farmi scappare questa occasione!"

"Occasione?" Domandò lei stupita e decisamente un po' intontita dalla sua risposta. "Di che cosa stai parlando scusa?"

"Sì." Continuò allora l'uomo dai capelli lunghi e mori fino alle spalle e un paio di occhiali dalla montatura tonda color oro. "Era un modo per incontrarti." Sorrise. "Avevo voglia di parlarti e sapevo benissimo che ti avrei incontrata qui. Ti ricordi? Me ne hai parlato il giorno che eravamo a casa tua, ma poi me ne sono dovuto andare via... mi dispiace!"

Dopo quelle parole, Laurie non poté fare altro che arrossire in maniera anche piuttosto evidente al ricordo e poi in un attimo annuì.

"No, Arnold non ti preoccupare, veramente. Io lo so che in quel momento non dipendeva da te e so anche che in quell'istante che non c'erano altri uomini disponibili. Quindi non ci pensare più, mh? Se Johnny ancora non lo ha capito, sono sicura che prima o poi lo farà e tutta la sua rabbia passerà."

Dopo che la ragazza disse ciò, Arnold sorrise. "Grazie, la tua comprensione per me è davvero importante."

Laurie sorrise. "Beh, non c'è di che." Rispose per poi iniziare ad addentrarsi verso il piccolo parco di Parigi. "Lo sai, mi stai molto simpatico e..." Ad un certo punto quando la giovane meno se lo aspettava, Arnold l'afferrò con forza per un braccio portandola quindi verso di lui, facendole sgranare completamente gli occhi. "Ma cos..."

All'improvviso Logan la baciò appassionatamente e Laurie percependo il proprio cuore battere impazzito e senza sosta, gemette per un istante di pura passione.

John&Tom ~ Due ragazzi a Parigi Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora