Mi incammino verso casa, il vento leggero di novembre mi fa rabbrividire, quindi aumento il passo. Questa sera per strada non c'è nessuno, cammino da sola nel buio della strada. Non passa nemmeno un'auto, come se fossero tutti spariti. 'Quante cose potrei fare se fossi l'ultima persona al mondo' scrollo la testa al pensiero, 'forse troppa solitudine mi farebbe impazzire.'
Il rumore di una macchina si avvicina velocemente a me, non faccio in tempo a spostarmi che l'auto rallenta vicino a me, continuo a camminare imperterrita.
Delle mani mi prendono da dietro il busto e davanti a me si posiziona un uomo con il volto coperto che a sua volta copre il mio con una specie di sacco. L'ultima cosa che vedo è l'insegna blu di un negozio di tatuaggi.
Mi trascinano dentro l'auto di prima facendomi sbattere la testa. Non muovo un muscolo, non apro bocca, sono sempre stata cosi, in momenti di terrore mi blocco, non ragiono più. Gli rendo le cose abbastanza facili insomma, quando mi hanno sistemata dentro la macchina sento chiudere lo sportello e subito dopo ne sento aprirsi altri due.
"Secondo te perchè non si sta ribellando e non urla come tutte le altre?" sussurra uno.
"Magari abbiamo trovato quella giusta" risponde l'altro.
'Mi vogliono uccidere, lo so. Ma non riesco a fare nulla.' Il fiato comincia a mancarmi sempre di più, il cuore batte all'impazzata 'sto per avere un attacco di panico, cazzo.'
"Speriamo che lo sia, sono stanco di rapire le ragazze sbagliate per poi dovercene disfare."
Sono le ultime parole che sento, poi svengo.