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Mise il broncio, insoddisfatto. Voleva solo un bacio.
"Sei una frana." berciò, afferrandogli il bavero e dandogli uno di quei baci-craniate che li faceva impazzire.
Quando si staccarono, annuì soddisfatto.
"Vedi che non sono invalido, riesco a camminare." gli puntò il dito contro il petto, fintamente minaccioso. "Questo è il peso delle tue future responsabilità, rassegnati." ghignò per poi staccarsi dal ragazzo, poggiando i piedi a terra e dirigendosi verso la doccia. Aveva il bisogno di sentire l'acqua fresca sulla pelle, di rinvigorirsi un po'.
Più passavano le giornate e più si sentiva malaticcio.
Non vedeva l'ora di partorire per potersi godere appieno il marito e il loro bambino.
Forse quel maledetto quirk non era, poi, così... maledetto.

Gli si aggrappò al collo, strisciando il viso contro il suo, sparando le frasi più disparate.
"Bentornato a casa, Papà!" esclamò stupidamente.
Se voleva solo un bacio, poteva prenderselo senza farlo sentire così a disagio.
"Fammi ancora quell'espressione! Eri adorabile!"
Forse così avrebbe anche risentito quella risata, che gli faceva impazzire il cuore.
Era stato un bacio intenso, anche se temeva che prima o poi uno dei due si fosse giocato la dentatura.
Nonostante quella parvenza di minaccia, quel ghigno gli era sembrato un bellissimo sorriso.

Tossicchiò appena per lo strattone, anche se non violento, ascoltando i suoi vaneggiamenti.
"Quale espressione?" non capì, borbottando poi un "Non fare il cretino, fammi andare a fare una doccia." che fece continuare a sorridere il giovane.
Gli dette un altro bacio, scrollandoselo di dosso, per poi andare a darsi una rinfrescata in bagno.
Fu la doccia più rapida della sua vita. Non vedeva l'ora di sedersi a tavola col marito e mangiare insieme, finalmente, dopo tanto tempo.
Una volta cambiatosi, raggiunse il rosso, contento. Nonostante fosse stato trattenuto con la forza, in quell'occasione avevano pensato al suo bene, non ad approfittarsene per ottenere profitti.
Avrebbe comunque dovuto incontrarli nei giorni successivi, attendere l'operazione, ma l'attesa sarebbe stata decisamente migliore se avesse avuto suo marito al fianco.
Il suo vero marito, quello che sorrideva con lui, che gli alleviava i pensieri con frasi stupide e talvolta scontate.
Quello col quale aveva condiviso la casa era una pallida imitazione: s'incontravano di rado e quando lo facevano, era sempre di sfuggita.
Quella non era vita.
Il profumo del katsukon gl'invase le narici, facendogli venire l'acquolina in bocca.
Questa era vita.

Prese a ridere stupidamente per la reazione.
Tuttavia, una volta in bagno, sospirò.
Aveva proposto un bagno caldo: perché ora si ritrovava nell'altra stanza, da solo?
Dedusse che il marito non volesse farsi vedere da lui in quelle condizioni.
Decise di sorvolare la cosa e lavarsi rapidamente, scendendo di buona lena le scale, quasi rantolando, per evitare che la cena di bruciasse.
Apparecchiò e fece le porzioni per entrambi, attendendolo quasi con trepidazione.
Da quanto tempo non si sedeva a mangiare un pasto completo?
Forse si era sovraccaricato troppo di lavoro.
E anche la mancanza del biondo in casa gli aveva fatto perdere del tutto l'appetito.
Mangiare da soli lo rendeva triste se il ritorno dell'altro non era previsto.
"Buon appetito!" esclamò una volta che il biondo si accomodò.
Mise la prima forchettata in bocca, impallidendo da subito e poi diventando paonazzo.
"Ho invertito i piatti!"
Ingurgitò un bicchiere d'acqua tutto d'un fiato, imprecando quanto avesse esagerato con il piccante.
Con le lacrime agli occhi e il viso imperato di sudore, scambiò i piatti e si risedette tirando un sospirone.
Osservò sottecchi l'espressione del marito e scoppiò a ridere.

Non aveva fatto in tempo a prendere le bacchette, che si ritrovò il rosso con le lacrime agli occhi, impanicato, che cercava di riprendere aria.
Lo guardò spiazzato, per poi scoppiare a ridere insieme.
"Ma quanto sei scemo!" esclamò ridendo, invertendo i piatti.
"Non è la prima volta che combini un casino del genere!" lo riprese bonariamente.
Gli passò il tofu: "Mangialo, così ti passa."
Una volta finito di mangiare, tra una chiacchiera e una risata, si alzarono per lavare i piatti, ma il biondo si dovette sedere nuovamente, poiché il rosso si era impuntato nel non fargli fare sforzi.
Una volta terminato, andarono in camera da letto, dove il giovane si accoccolò al marito, stando comunque supino.
Sbuffò contrariato, sistemandosi meglio: "Non mi trovo. Non vedo l'ora che nasca per potermi mettere meglio."
Stava lasciando libertà ai suoi capricci, ma non gl'interessava. In quel momento avevano entrambi bisogno di leggerezza e quei piccoli picci erano (più o meno) benvenuti.

King Riot 2 ( KiriBaku - Boku No Hero Academia ) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora