Capitolo 13

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"Abigail Scott?" dopo la nottata trascorsa in bianco, sommersa da pensieri e smanie per via della cena dal mio capo e dell'incontro che sta per avvenire con la sua ex, sono completamente spossata e potrei svenire dal sonno da un momento all'altro. Ma sono stata io a farmi avanti per questo caso e devo impegnarmi, soprattutto perché è qualcosa che tocca personalmente lui..
"Si, chi mi desidera?" vorrei urlarle un 'neppure i cani' ma non posso farlo sono pur sempre un avvocato e una donna adulta, quindi mi faccio avanti entrando nel suo ufficio.
"Cloe Lively, dello Spencer Campbell Williams" alza lo sguardo dal suo portatile e mi fissa da capo a piedi, spalancando gli occhi quando arriva al mio viso.. sembra essersi ricordata del nostro breve incontro quella sera.
"Cosa ci fa qui lei qui?" domanda sistemandosi meglio sulla sedia, io mi avvicino ancora di più porgendole il fascicolo fornito di delega.
"Mi manda Christian Spencer" al solo nominarlo la vedo irrigidirsi. "Lui era impegnato in un altro caso più importante e ha deciso di affidare questo a me" concludo infine con un piccolo sorrisetto da stronza. Stringe i suoi occhi da cerbiatta a fessura e se potesse mi tirerebbe tutti i capelli che ho in testa. Ma anche lei si trattiene.
"Noi non accettiamo nessun accordo" sputa dopo velenosa, alzandosi in piedi e poggiando le mani alla scrivania con fare minaccioso.
"Oh ma questo non era un accordo, era solo un avviso, si va in giudizio Scott" la sua espressione non trapela la sorpresa, così fiera di quello che ho fatto esco dal suo ufficio lasciandola a fissare le mie preziose chiappe.

Una volto tornata allo studio mi sono messa subito al lavoro, studiando ogni minimo particolare dell'operato della controparte dal primo giorno di apertura fino ad oggi, ovviamente ho radunato con il permesso di Louis altri cinque associati dicendo loro cosa avrebbero o non avrebbero dovuto fare e soprattutto di dare il massimo. Come se questo caso fosse una questione di vita o di morte.

Voglio vincere per me stessa, per lo studio, ma soprattutto per Christian. Già, mi ha dato la possibilità di chiamarlo per nome.
Sono felice che le cose tra di noi in pochi giorni siano migliorate, ha capito quanto valgo e che sono la migliore associata che potesse mai scegliere. E così sarà.

"Allora come è andato?" mi sussurra all'orecchio Donna facendomi spaventare. La guardo male per poi accorgermi che mi ha portato anche il caffè, e la mia espressione arrabbiata cede il posto ad un sorriso compiaciuto.
"Grazie" mi porge il bicchiere, e lo afferro invitandola a sedersi. "Comunque non è il tipo di Donna che preferisco" alzo gli occhi al cielo ripensando al suo modo di fare, e stringo un pò più la presa attorno al bicchiere poiché la mente vola subito a ciò che ha fatto. E non importa se quella persona faccia parte o meno in qualche modo della mia vita. Tradire una persona è una mancanza di rispetto, la più grande. Tradisci lui o lei che sia ma in modo particolare tradisci tutto quello che stavate
costruendo. I sacrifici, i pianti, le risate, i litigi, il sesso, le cene, le sere prima di andare a dormire stretti l'uno all'altra fino a diventare un'unica persona.
E per cosa? Per una stupida causa o qualsiasi altro stupido motivo.

"Io non parlavo di Abigail, penso che tu te la caverai piuttosto bene, piuttosto io mi riferivo alla cena di ieri" si avvicina di più per non farsi sentire dagli altri e io quasi non mi strozzo con il caffè cominciando a tossire come una pazza. Lei divertita mi batte, leggermente la mano sulla schiena.
"È andata" mi fermo per tossire un'ultima volta "bene" sorrido, e non è un sorriso di circostanza è spontaneo.
"Oh oh" dice con voce preoccupata, ed io mi allarmo non capendo il motivo.
"Che succede?" chiedo, infatti.
"Qualcuno è stato colpito in pieno da un colpo di fulmine." ride ed io non riesco a dire nulla sento solo il volto in fiamme.

I'm in love with my bossDove le storie prendono vita. Scoprilo ora