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Harper raggiunse il parco cittadino e si sedette su una delle panchine gelide. Aveva finalmente smesso di nevicare e in giro c'erano pochissime persone.

Estrasse dalla borsa il suo taccuino, quello dove aveva diligentemente ricopiato tutti i punti dell'assurda lista che suo marito le aveva lasciato in una lettera nel testamento. Si era chiesta più volte il perché di quel gesto. Le cose tra loro andavano pacificamente male da un sacco di tempo, erano separati in casa e la cosa la stava logorando dentro piano piano perché la costringeva a fingere una vita felice che non esisteva e tutto per il bene di due figli ormai quasi adulti, che avrebbero capito, o comunque avrebbero potuto sforzarsi di farlo. Alcune delle richieste su quella lettera erano talmente assurde che l'avevano fatta ridere, se non fosse che Michael le chiedeva di espletarle tutte entro la fine di quella giornata. Erano piccole note personali, che denotavano però una cura e un'attenzione che da tempo non provava. Michael la conosceva meglio della maggior parte delle persone e sebbene l'amore fosse finito, l'affetto rimaneva e lui glielo aveva voluto dimostrare in silenzio, a modo suo.

Cambiare taglio e colore di capelli. Fatto. Il suo caldo cioccolato fondente era diventato un appariscente biondo platino che aveva disorientato le sue colleghe al lavoro, ma le aveva fatto guadagnare l'attenzione di Oliver. Quando una donna cambia acconciatura, si dice, sta rivoluzionando la sua vita. E lei lo aveva voluto urlare al mondo, il suo personalissimo modo di affrontare quella strana cosa che era il lutto. Liam l'aveva chiamata crisi di mezza età, ma passato lo shock iniziale, Harper si trovava davvero bene in quella nuova versione di sé. Si sentiva più giovane di dieci anni.

Iscriversi in palestra. Fatto. Sapeva che la pigrizia e l'età l'avevano un po' appesantita, ma vederlo mettere per iscritto l'aveva indotta a iscriversi in palestra e soprattutto a scoprire che le piaceva andarci davvero. Risultato? Dieci chili in meno, corpo tonico e molta più resistenza fisica. Era diventata più attraente adesso che in tutti quegli anni di matrimonio.

Aveva chiesto e ottenuto la temutissima promozione al lavoro. Per anni ci era rimasta male sapendo di meritare più di quello che aveva, conosceva il suo valore.

Usciva tutti i venerdì sera. La palestra aveva ampliato la sua rete amicale e quando le sue amiche o colleghe non erano disponibili, semplicemente andava a farsi un giro in centro.

Aveva smesso di fumare. E si era stupita nello scoprire che non era stato poi così difficile sommato a tutte le stranezze che erano contemporaneamente in atto nella sua vita.

E un sacco di altre assurdità che l'avevano fatta apparire spregevole agli occhi di chi non la conosceva abbastanza, ma anche a quelli dei suoi figli che facevano fatica a riconoscerla. Lei era una donna che si divertiva, che andava avanti a vivere, nonostante la morte del marito. Sentiva la mancanza della sua presenza e si era dovuta abituare a una nuova routine solitaria, ma stava molto meglio così.

la cosa più difficile che le avesse chiesto di fare Michael era quella di mettere in vendita la casa. Le aveva chiesto di venderla e trovare un posto per la sua nuova vita. Qualcosa che non gli ricordasse lui a ogni angolo.

C'era ancora la casa al mare, quella delle vacanze. Era piccola certo, ma Emma ormai non abitava più con loro e Liam tempo qualche mese sarebbe partito per il college. Se avessero sentito il bisogno di andarla a trovare avrebbero potuto usare la stanza degli ospiti. Sicuramente c'era il vantaggio di essere più vicina al lavoro. E poi la vista era pazzesca, tutte le mattine la colazione fronte mare. Svegliarsi presto e camminare a piedi nuda sulla sabbia, guardare il cielo pieno di stelle senza essere disturbata dal caos del centro città. La sua vita le appariva piena di possibilità.

Con i soldi che avrebbe guadagnato dalla vendita della casa avrebbe potuto utilizzare la sua parte per aprire la famosa libreria che da sempre sognava. Certo, lei non ci avrebbe passato dentro molto tempo, ma avrebbe dimostrato a sé stessa che poteva farcela. E poi chissà. Magari alla fine di tutto questo percorso di rinascita avrebbe lasciato anche il suo amato ufficio. Erano anni che non pensava esclusivamente a sé stessa e le pareva incredibile. A volte veniva assalita dai sensi di colpa, pensava alle conseguenze delle sue azioni, a tutto quello che stava guadagnando ma anche a tutto quello che avrebbe irrimediabilmente perso.

L'appuntamento con l'agente immobiliare era fissato per il pomeriggio. Avrebbero stimato una somma e fissato un contratto. Sospirò. Quello era uno di quei momenti in cui, in maniera del tutto inspiegabile, sentiva la mancanza di Michael. Chi era stata per tutti quegli anni? Com'erano arrivati a quel punto? Perché era servita una tragedia per tornare a vivere? Forse avrebbero potuto essere felici. Forse avrebbero potuto vivere quella nuova avventura. Insieme. 

LA NOTTE DEI BUONI PROPOSITIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora