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«Dimmi, figliolo, è stata una mattinata fruttuosa?» domandò Jacob Wood al figlio, mentre aspettava che il pranzo fosse pronto.

«Ho fatto un giro nei dintorni», rispose Ethan alzando le spalle. «Non pensavo che le cose cambiassero così tanto durante la mia assenza. Mi è mancato più di quanto pensassi.»

«Quindi rimani?» si intromise sua madre speranzosa e titubante insieme, disponendo i bicchieri sul tavolo apparecchiato.

«Jane cara, non assillarlo con le tue domande», borbottò il marito.

«L'idea è quella, mamma», sorrise Ethan rivolto a suo padre. «Non so con che tempistiche, ma credo che non mi farebbe male trovare una casa base nella quale tornare ogni volta che termino un viaggio.»

«Tuo padre potrebbe darti una mano. Ha un sacco di conoscenze, sono sicura che ti troverebbe qualche occasione a un prezzo molto buono.»

«Jane cara, quando tuo figlio sarà pronto a rimanere ce lo dirà. Per il momento sono sicuro che sparirà da un giorno all'altro come ha sempre fatto. Amen.»

«Certo che non hai una buona impressione di me, papà», esclamò Ethan cercando di sdrammatizzare. Sotto sotto però quella consapevolezza lo pungeva.

«Quando mai ho avuto buone impressioni su qualcuno?» fu la risposta.

Prima che sua madre potesse intromettersi di nuovo, suonò il campanello. Ethan si alzò per andare ad aprire e si trovò il cappotto di sua sorella sbattuto in faccia prima di riuscire a vederla.

«Buongiorno anche a te», mugugnò Ethan riemergendo.

«E tu da dove spunti?» gridò Elena colta di sorpresa.

Si abbracciarono stretti per un lungo istante, poi Ethan si soffermò a guardarla.

«Sbaglio o stai da schifo?» domandò schietto.

Elena gli lanciò un'occhiata al vetriolo mentre raggiungeva la cucina e baciava i suoi genitori.

«Sono giorni che mi sento poco bene e il fatto di essere ingrassata non aiuta per niente», disse. «Comunque grazie, è sempre bello ricevere complimenti.»

La signora Wood estrasse le lasagne dal forno.

«Come va al ristorante?» domandò il signor Wood.

«Non farmici pensare sennò mi metto a urlare», rispose tragica sedendosi al suo posto e poggiando la testa contro il braccio. «Il cantante ci ha mollato, dice che non può venire. Ho detto a Mason di chiamare Emma.»

«Sul serio? E verrà?» domandò curiosa Jane.

«Incredibile ma ha accettato», rispose Elena. «Peccato che sia bloccata in stazione. La neve ha combinato un disastro. Sembra che il cosmo si sia unito contro di me.»

La signora Wood stampò un bacio di incoraggiamento sulla testa di sua figlia. «Mason viene?» chiese poi.

«No, era impegnato. Ha detto che doveva sbrigare delle cose. Non gli ho neanche chiesto cosa, penso ci sia rimasto male.»

Elena alzò gli occhi al cielo e sua madre tolse un coperto dal tavolo. Un altro trillo alla porta.

Il signor Wood lanciò un'occhiata all'orologio. «Puntuali come sempre», commentò compiaciuto.

Ethan corse di nuovo ad aprire e Reagan e Will si unirono al quadretto familiare.

«Ora che ci siamo tutti, passatemi i piatti», annunciò Jane sfregandosi le mani sul grembiule. 

LA NOTTE DEI BUONI PROPOSITIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora