Liam era di nuovo chiuso in camera, sdraiato sul letto a pensare a Kate. Uno dei propositi che si era dato per l'anno nuovo era quello di prendere coraggio e provarci. Non erano rare le storie dove era la ragazza ad essere più grande. Provò a immaginarsi con Kate. Si sarebbe notata molta la differenza d'età tra loro? Certo lui ancora era un ragazzino, non aveva neanche la barba, però alle sue compagne a scuola piaceva, molte gli sorridevano in corridoio. Erano fatti l'uno per l'altra, l'aveva sempre saputo. E lui si sentiva maturo, grande abbastanza per avere con lei un rapporto più intimo. Soddisfare tutte le sue voglie. Ormai passava tutto il suo tempo libero a immaginare di possederla.
Il trillo della porta lo trascinò lontano dai suoi sogni.
«Liam puoi andare tu?» sentì sua madre urlare, forse dal bagno.
Senza alcuna voglia si tirò a sedere. Sicuramente era lo zio Mason tornato indietro perché aveva dimenticato qualcosa. Si sistemò velocemente il cavallo dei pantaloni e scese le scale. Un attimo dopo aprì la porta.
«Ciao!» esclamò Kate sorridendo. «C'è tua mamma?» chiese cercando di mascherare l'imbarazzo per la sua comparsata.
Lui sgranò gli occhi e spalancò la bocca, imbambolato. Si fece da parte in silenzio per farla entrare in casa, senza toglierle gli occhi di dosso. Non riusciva a credere che stesse succedendo davvero. Kate lì, dentro casa sua.
La ragazza inspirò, il profumo di casa Brooks le arrivò forte e chiaro. Aveva infiniti ricordi di quella casa, quando lei ed Emma andavano a scuola insieme e trascorrevano i pomeriggi a fare merenda e ad ascoltare le nuove hit del momento pettegolando sui ragazzi.
«Katherine!» esclamò Harper arrivando dalla cucina.
«Ciao», la salutò Kate. «Ho bisogno del tuo aiuto», disse alzando il vestito come se spiegasse tutto.
Harper la guardò incuriosita, poi spostò lo sguardo su suo figlio e arricciò il naso. «Vieni, sarà meglio che ci mettiamo comode», commentò.
«Vi preparo un caffè», urlò quasi Liam come risvegliatosi da un lungo sonno.
Quando le due donne si furono accomodate sembrò che il tempo non fosse mai passato. Harper adorava trascorrere il tempo con sua figlia e le sue amiche, e c'era stato un tempo in cui le lunghe chiacchierate l'avevano fatta sentire inclusa nella vita di Emma. Adesso, guardando Katherine non potè fare a meno di domandarsi se si sentissero ancora, o se il distacco di Emma avesse incluso anche le vecchie amicizie.
«Avrei bisogno di un favore, se hai tempo e se non ti è di troppo disturbo», spiegò Kate. «Potresti rammendarmi questo strappo?» Le mostrò l'abito. «Avevo pensato di indossarlo questa sera, ho un appuntamento molto importante e non ho proprio il tempo di rimediarne un altro altrettanto perfetto.»
Harper esaminò il vestito e Kate incrociò le dita sperando che non fosse qualcosa di irrimediabile. «Ci vorrà un attimo», sentenziò infine.
«Dici sul serio?»
«Certamente, prendo il necessario.»
Kate tirò un sospiro di sollievo.
Liam arrivò in salotto con i caffè e appoggiò il vassoio sul tavolo. Scoperchiò la zuccheriera. «Due cucchiaini, se non ricordo male», le disse.
Kate annuì e lo guardò mentre versava lo zucchero nella tazza, mescolava e gliela porgeva soffiandoci sopra una volta.
«Stai attenta. Scotta», le disse strizzandole l'occhio. Poi prese posto sulla poltrona libera e la fissò in silenzio.
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LA NOTTE DEI BUONI PROPOSITI
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