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Clara era andata via facendo promettere a Will di trovare un modo per andare alla festa.

«Inventati qualcosa, ma vieni!», le aveva detto. «Tanto tua madre è già arrabbiata, cosa vuoi che faccia?»

«Vorrei che mi capisse. Questa cosa di mentirle mi fa saltare i nervi.»

«Peggio per lei. Imparerà per la prossima volta. Hai sedici anni, sul serio vuoi rinunciare a quella festa per stare seduta a tavola con mamma e papà?»

Will era sdraiata in camera sua, il viso rivolto al soffitto dipinto di rosa, come quando era piccola. Il rosa era da sempre il suo colore preferito, ma non lo indossava mai. A scuola tutti indossavano abiti scuri, poco appariscenti e lei si era omologata alla massa. Vestirsi in maniera diversa avrebbe significato guadagnarsi il tavolo degli sfigati in sala mensa.

Che cosa doveva fare?

Non aveva mai disobbedito a sua madre. Solo nei suoi sogni, quando davanti allo specchio inscenata conversazioni immaginarie epiche dove aveva sempre le parole giuste, il tono giusto e la convinzione giusta. Dove sua madre non trovava niente per controbattere e le faceva fare tutto quello che voleva dandole anche la ragione. Ma la realtà era ben altra cosa.

Intanto non sapeva dove fosse sua madre. Era andata al ristorante dalla zia Elena ma non era ancora tornata. Era da un pezzo che non usciva di sua iniziativa. Questo era un miglioramento. Avrebbe potuto mandarle un messaggio, ma tanto non l'avrebbe letto. Usava il telefono per lavoro, per postare sui social, per aggiornare il blog, ma non per leggere messaggini o controllare le chiamate. Per quelle cose sua madre era praticamente sempre irreperibile.

Chiuse gli occhi immaginando il suo vestito da brava ragazza, i capelli raccolti come piaceva tanto a sua nonna, il velo di lucidalabbra, unico makeup concesso. Si sarebbero trovati tutti insieme al ristorante, seduti allo stesso tavolo, magari Vivian si sarebbe seduta vicino a lei col suo pancione ingombrante e il suo sorriso da schiaffi. Suo padre avrebbe inscenato qualcuna della sue battute accattivanti per vedere se facevano ancora presa su suo nonno e sua zia avrebbe lanciato una frecciatina dietro l'altra mettendo tutti in imbarazzo.

Oppure poteva fuggire. Uscire di casa prima che sua madre rientrasse, poteva ficcare l'abito della festa nella borsa, andare alla festa, baciare Liam Brooks per la prima volta nella vita e tornare a casa il mattino dopo ascoltando le urla di sua madre con uno stupido sorriso ebete sulla faccia senza comprendere una sola parola.

Non avevano mai chiacchierato in quel modo, al parco era stata la loro prima autentica conversazione. Ed era andata bene. Voleva che andasse meglio.

«Al diavolo!» sbottò Will scattando in piedi.

Non sarebbe più rimasta seduta in disparte a guardare impotente gli anni migliori della sua vita passarle davanti. Afferrò l'abito che le aveva suggerito Clara, prese lo zaino di scuola, lo svuotò dai libri e lo ficcò dentro insieme al beauty coi pochi trucchi clandestini che aveva.

Si guardò allo specchio compiaciuta dell'espressione ribelle che vedeva riflessa. Da un sacco di tempo a quella parte si sentiva di nuovo viva. 

LA NOTTE DEI BUONI PROPOSITIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora