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Il treno era finalmente arrivato in stazione. Era stata un'odissea lunga e a tratti apparentemente interminabile, ma ce l'avevano fatta. I passeggeri, stremati e visibilmente contrariati, si riversarono sul binario in fretta e furia non vedendo l'ora di raggiungere le proprie destinazioni.

«E così è arrivato il momento di salutarci», disse Ben, la sua borsa stretta in mano, portandosi una mano dietro la nuca.

«Già. Finalmente ce l'abbiamo fatta», sorrise Emma imbarazzata.

Un passante di corsa la urtò e la fece quasi finire tra le braccia di Ben. I loro sguardi si incrociarono e per un istante il tempo sembrò fermarsi.

«Grazie per la compagnia», mormorò Ben sentendosi uno stupido un attimo dopo.

«Sarebbe stato un viaggio molto più noioso senza te come compagno», continuò Emma.

All'altoparlante annunciarono un treno in partenza.

«Adesso devo proprio andare», disse la ragazza. «Sono in un ritardo mostruoso. Mia zia sarà fuori di testa.» Fece un passo per andarsene ma si fermò. La verità era che non voleva andare da nessuna parte. «Ricordati di bruciare i buoni propositi a mezzanotte», aggiunse.

Lui annuì. «Non me lo dimenticherò. Sarà come essere di nuovo insieme», disse.

«Ti auguro di sistemare le cose con tuo padre.» Emma lo guardò seria, quasi commossa.

Il loro incontro stava per finire in niente, ma un significato doveva pur averlo avuto quella giornata.

«In bocca al lupo per la tua esibizione», ricambiò lui stringendo le labbra.

Un istante dopo Emma si voltò e prese a camminare più veloce le fosse possibile, confondendosi tra la folla e costringendosi a non correre via da lui, ben intenzionata a non guardarsi indietro. 

LA NOTTE DEI BUONI PROPOSITIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora