Capitolo Quattro

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Louis' pov

Il mio mondo mi crollò addosso quel giorno.

Il 23 maggio 1864, un giorno che non dimenticherò mai nella mia vita.

Voi vi starete chiedendo, ma cosa è successo da farti essere così disperato? Beh, se dovessi spiegarvelo ci metterei anni, ma lo farò lo stesso. Iniziamo dal principio.

23 Maggio, 1864

La sera era ormai arrivata e la Luna minacciava il cielo, lasciando che il Sole facesse la sua uscita di scena.

Avete presente quando vi sembra che vi vada tutto storto? Quando non avete mai avuto qualcosa di solido, sicuro, concreto, nella vostra vita?

Così mi sentivo io, quella era la sensazione che provavo quella sera.

Osservai il cielo scurirsi, dal mio piccolo rifugio in mezzo al nulla.

Contai ad una ad una tutte le stelle che incrociavano il mio sguardo e quando arrivai ad un numero abbastanza elevato persi il conto, ricominciando tutto da capo.

Intravedevo le costellazioni, qualche piccolo pianeta era minimamente visibile. Mi persi guardando il cielo limpido di quella notte.

Uscii dalla mia tenda e, per la prima volta, sentii il silenzio più assordante della mia vita.

Sentivo che c'eravamo solamente io, quel cielo, la Luna e le stelle.

Presi una coperta, che si trovava nella mia tenda, e la appoggiai sul terreno umido. Mi ci stesi sopra, con le braccia incrociate sotto la mia testa, a mo di cuscino.

"Dove sei, Harry?" pensai guardando il cielo. Tutto mi faceva pensare a lui, ai suoi occhi, ai suoi ricci, al suo sorriso, alle sue fossette, a tutto. Tutto mi faceva pensare a tutto di lui.

Quel cielo mi ricordava un po' il nostro amore. Il cielo eravamo noi e le stelle erano gli ostacoli, affrontati e non. Sapevamo entrambi di aver affrontato e abbattuto molti ostacoli, ma sapevamo anche che ne avremmo dovuti affrontare altrettanti ancora.

Qualche ricordo mi balzava per la mente, mio e suo. Ogni momento, ogni minuto, ogni secondo passato con lui si fece spazio nella mia mente in pochissimi secondi. Vidi la vita passarmi davanti in pochissimo tempo e pensai a quanto male fossi stato nel corso dei miei ventisette lunghissimi anni.

Forse la scelta che avevo, anche se inconsciamente, fatto era la cosa giusta per Harry. Avrebbe avuto qualcuno che lo avrebbe amato sul serio, senza intoppi. Magari una bella ragazza che avrebbe sposato poi, non perché i suoi lo volevano ma perché lo desiderava anche lui. Avrei tanto voluto non aver mai conosciuto quel ragazzo, o uomo. Non per i sentimenti che provavo io per lui, ero capace di gestirli quelli, ma per quelli che provava lui per me. Avevo costantemente paura di ferirlo, prendevo ogni cosa con le pinze, chiudendolo nella sua teca di cristallo.

Harry Styles mi aveva rubato il cuore, in quel lontano 1861, quando la guerra ancora non era iniziata. Quando tutti erano in pace con gli altri e soprattutto con se stessi.

I Tedeschi non minacciavano di prendere i nostri territori, le nostre vite. Stavano al loro posto, nel loro paese, ad ingurgitare birra e aspettando il momento giusto per attaccare.

Smisi di pensare alla guerra e tornai al fulcro dei miei pensieri, Harry.

Quel ragazzo, ormai uomo, era il centro dei miei pensieri costantemente, giorno e notte.

Quegli occhi verdi tormentavano i miei pensieri.

Ogni volta che chiudevo gli occhi riuscivo a sentire i suoi capelli ricci, stretti nelle mie mani, mentre le sue labbra si muovevano dolcemente contro le mie.

Ogni volta che chiudevo gli occhi riuscivo a sentire le sue mani che sfioravano le mie, il tocco delle sue dita sulla mia pelle, che mi faceva rilassare così tanto.

Ogni volta che chiudevo gli occhi riuscivo a vedere i suoi occhi verdi che incontravano i miei, scavando nel profondo della mia anima, cercando di leggermi dentro. Penso che ci riuscì alla grande.

Ogni volta che chiudevo gli occhi riuscivo a sentire le sue braccia stringermi, facendomi sentire al sicuro, non temendo niente e nessuno.

Il nostro era un amore impossibile, non poteva andare avanti, eppure noi non ci demoralizzavamo. Ci amavamo e basta, nonostante tutto e tutti.

I miei pensieri erano sempre gli stessi, quelli che ho elencato prima. I suoi occhi, le sue labbra, mi mancava tutto di lui. Eppure sentivo che c'era qualcosa di diverso in me mentre pensavo a lui, una sensazione strana, come un presentimento.

Londra, 23 Maggio 1864

Harry's pov

"Louis, mi manchi." sussurrai a me stesso mentre avevo indossato i vestiti per la notte, coricandomi sotto le coperte.

E anche quella sera, i miei pensieri erano rivolti verso di lui, l'amore della mia vita, Louis William Tomlinson.

Mi mancava, terribilmente tanto. Avevo un peso nel petto da quando lo avevo lasciato da solo in quell'accampamento, in mezzo al nulla, come un idiota, mentre lui cercava di difendere il nostro amore.

Avrei voluto essere lì con lui, farmi accarezzare i capelli, lunghi e ricci, dalle sue dita affusolate, marchiate dall'inchiostro nero.

Avrei voluto avere la testa sul suo petto, accarezzargli l'addome, e ricalcare il bordo dei suoi tatuaggi con le mie dita, com'ero solito fare.

Avrei voluto che lui fosse lì con me, in quel letto, che mi abbracciasse da dietro, circondando i miei fianchi con le sue braccia e accostando il suo corpo al mio, nonostante l'estate stesse bussando alle porte.

Avrei voluto non abbandonarlo lì, da solo, ad affrontare questa perdita.

Avrei voluto non doverlo lasciare andare via da me, cercando di tenermelo stretto il più possibile mentre invece ho fatto il contrario.

Ma si sa, più ti aggrappi ad una cosa più fa male, come una corda, più ti aggrappi ad essa con tutta la forza più fa male, iniziando a stringere ed impedendo la corretta circolazione sanguigna.

L'amore è questo: aggrapparsi costantemente ad una corda, nonostante il dolore.

Ed io avevo fallito in quello, avevo lasciato andare quella corda, cadendo nel baratro. Avevo lasciato andare Louis, ritrovandomi l'anima completamente distrutta e sola, marchiata di nero a causa dell'errore commesso.

Avrei voluto essere più coraggioso, aver avuto più fermezza e dirgli «andrà tutto bene, ci sono io con te.» quando invece avevo fatto tutto il contrario, lasciandolo andare.

Sentivo il mio cuore stringersi nel mio petto, iniziando quasi a far male. Quella stretta molto decisa.

Portai una mano sul mio petto e riuscii a sentire il mio cuore battere forte e veloce, con un ritmo diverso dal solito. Ecco cosa mi provocava Louis, strane sensazioni per tutto il corpo e la voglia irrefrenabile di amare.

Spazio autrice
Beh, questi capitolo fa schifo, rip... spero comunque che lasciate una stellina e/o un commento. See ya soon <3

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