One Shot- 20143 Milano Navigli

293 10 2
                                    

Le birre ghiacciate mi sono sempre piaciute.

Le sigarette meno e questo lo sai.

Ti ho sempre detto che fumare ti faceva male,che ti distruggevi da sola,per una dipendenza stupida. E poi ho scoperto invece che ci sono dipendenze di cui non ti liberi. La mia sei tu.

Mi avevi promesso che avresti smesso di fumare e invece spesso,quando parcheggio sotto casa tua,ti vedo sul balcone di casa tua,a Roma,ti vedo con una sigaretta tra le dita e te la porti lentamente alla bocca. Sempre te e la solita gente. Alessandra,Francesca,Tina e Veronica. Ma va bene così. Meglio loro di un uomo,che non sono io,al tuo fianco.

Dove sono finiti i calici di vino? I nostri,o solo i tuoi. Perché quando sei sola spesso,sempre appostato sotto casa tua,nascosto in macchina, ti trovo sul terrazzo a bere. Vino rigorosamente rosso. Ti porti sempre il bicchiere alla bocca con lentezza. E poi guardi il vuoto e non abbassi mai lo sguardo. E non mi vedi mai.

Con questa birra in mano mi salgono in testa i ricordi. Quelli belli. Quelli brutti. Tilo te,che per la prima volta nella tua vita hai fatto incrociare le nostre strade. Eh si...è solo grazie a te e a causa tua se adesso,seduto in macchina con questa birra,penso a tutta la mia vita. Che diciamocelo,non è 'sta gran cosa come tutti credono. È vagamente monotona sai? Sempre le solite cose. Le uscite il venerdì ed il sabato sera. Le giornate piene di noia,o di sesso. Che comunque è una noia se non lo vivo con te. Sesso o amore che sia. Vissuto con un'altra donna non mi porta piacere. Mi trovo a pensare alla tua immagine mentre un'altra è seduta su di me.

L'unica cosa che mi ha scosso un po',in questi capitoli di vita monotoni,da ormai 7 mesi,da quando non ci sei più nella mia vita, è stato l'incontro con tua madre. Mi ha chiesto come sto,come vanno le cose a Milano. Mi ha chiesto se Milano è una città alla mia altezza (tua madre è troppo,veramente troppo gentile con me. Mi cataloga tra quelli perfetti no? Magari sbaglio). Mi ha chiesto come sto,per davvero. E cosa dovevo dirle? "Senza sua figlia una vera merda?". Sarebbe stato eccessivamente maleducato e fuori luogo,pure per uno come me. E comunque è ancora convinta che io guidi il motorino. Forse mi confonde ancora con Paolo. Il giorno che la vedo di nuovo,glielo dico.

È vero che hai avuto una storia con lui? Hai una storia con lui? Lo ami? Ti guarda con amore? Ti tocca con amore? Ti ama come faccio io? Scusami se ne dubito,ma non penso proprio. Per carità, ci tiene a te,non lo metto in dubbio. Ma io ti amo. Ed è ben diverso.

Milano comunque,no. Non credo sia alla mia altezza. Soprattutto se non ci sei. Quando stavi con me,pure Milano mi piaceva. Mi piacevano tutti quei posti che ci dava,i Navigli in piena notte. Le notti d'amore passate là. Sdraiati in macchina. O seduti. Ma questo mi cambia poco. So solo che erano notti in cui mi mettevo a nudo in tutti i sensi. Rischiavo di impazzire. Il tuo modo di essere,di muoverti,di ansimare. Mi viene solo da sorridere.

Dopo 7 mesi,pieni di solitudine,a livello sentimentale,sono sempre qua. A pensare a te. A noi e a quello che eravamo io e te,insieme. Non uno a Milano ed una a Roma. No. Così non mi piace. So di averti fatto male. Tanto amore mio. E ora mi rendo conto che quella scappatella,dopo una serata passata a litigare,non ha mai avuto senso. Cosa ci ho guadagnato? Solo un sacco di rimorsi e la tua assenza. Bravo Stefano,davvero un ottimo lavoro.

La cosa bella che mi porto dentro è la voglia di fare le cose. La nostra voglia di fare tutto. Anche se lo facciamo male. E sono sicuro che rifaremmo tutto,solo per il gusto di rifarlo male. Era bello come non ti andasse mai bene niente,perché veniva sempre tutto distorto. Male. Incasinato. Stavi lì a guardare come le cose andavano avanti,ferma immobile. Forse senza forze per fare niente. Che tanto il risultato sarebbe stato lo stesso sempre.

Ti vedo da lontano,mi piacerebbe tornare,solamente per partire. Magari con te questa volta. E non da solo,con un sacco di rimorsi. Di palle raccontate per evitare l'ennesima discussione. Perché sì,Em. Discutevamo sempre,ma a me piaceva pure quello. Soprattutto se la sera,invece di fare l'amore,ti inventavi un mal di testa improvviso e te ne andavi in camera un'ora prima di me. Mi toccava raggiungerti dopo. Ti trovavo a dormire (anche se secondo me hai sempre fatto finta) e ti stringevo forte da dietro. Mi sentivo a casa sentendo il tuo profumo,impresso addosso a me e alle mie megliette. Tornerei da te solamente per morire. Dopo che ho la certezza di averti ancora, posso pure morire.

Te e la tua testa dura. Che a vent'anni,non hai ancora la patente. Ma uno sguardo ed un carattere che uccidono. Hai l'aria di una che uccide e poi se ne pente. Ti sei pentita di avermi lasciato andare? Ti avermi dato l'ultimo bacio,inconsapevole che sarebbe stato l'ultimo? Ti avermi fatto morire dopo aver gridato di andarmene fuori da casa tua? Siamo andati a convivere prestissimo. Tu avevi appena diciannove anni ed io ventitré. La scelta più pazza e giusta che io abbia mia preso nella mia vita. Giusta,perché anche se eravamo piccoli,io una famiglia con te me la sono sempre immaginata. E non te l'ho mai detto. Ma l'immagine nitida di te,stesa sul letto,con un enorme pancione è ancora incisa nella mia testa.

E poi Gaetano. Il nostro cane,che ora è solo tuo. Ha sempre avuto voglia di giocare. E ci perdevamo pomeriggi interi a lanciare una pallina da tennis in giardino. Forse riconosce che hai il mio odore addosso. Chi lo sa.

Le nostre volte chiusi in una stanza,credendo di essere speciali solo noi. Perché eravamo noi. Noi stessi sempre. E dopo aver fatto l'amore ti accendevi quella maledetta sigaretta cominciando a raccontarmi dei tuoi studi. Mi parlavi di filosofi che nemmeno conoscevo,però io stavo zitto e ti ascoltavo. Ed era bellissimo. Vederti immersa nei tuoi racconti,strambi come i pensieri di quei cervelloni che mi rammentavi.

Mi colpivi sempre con i tuoi discorsi,io provavo a fare colpo cercando un nostro posto dove stare. I Navigli in piena notte,correndo il rischio di nuotare. Il mio discorso rituale dopo esserci vissuti lì; " Siamo stati qui abbastanza,ora dobbiamo andare". Non volevo privarci del nostro posto d'amore. Volevo solo scappare verso le 6 del mattino,prima che ci vedesse qualcuno.

E te che hai sempre cercato di cambiare tutto. Nessuna cosa esclusa. Quando poi alla fine sei la prima a non voler cambiare. La tua testa dura è la cosa che amo di più. Il tuo carattere forte.

Ed il mio problema è questo. Non poterti avere più. Dovrei cominciareva pensare ai problemi reali.

Ma magari comincio domani.

20143 Milano NavigliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora