Capitolo Dodici

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Harry's pov

Sentivo i passi di Louis allontanarsi da me, avvicinandosi alla porta, mentre si allontanava da me.

Ti prego non lasciarmi...

Abbassò la maniglia, mentre io ero fermo sul letto, con la testa affondata nel cuscino, ed una voglia irrefrenabile di fermarlo ma non lo feci.

Avrei dovuto dirgli quello che mi turbava, dal pomeriggio del giorno prima, ma decisi di non farlo così da lasciarlo tranquillo per un po'. Era appena tornato, non potevo già trasmettergli ansia con tutta quella situazione.

Preferivo tenere quei sentimenti per me.
Preferivo avere un'angoscia terribilmente pesante in corpo, piuttosto che condividerla con lui, appesantendo la sua coscienza.

Sapevo che se gliene avessi parlato sarebbe stato tutto tranne che rose e fiori. Niente era mai rose e fiori quando si trattava di me e Louis.

Ogni ostacolo, ogni problema, avevamo sempre affrontato tutto insieme, ed era una delle cose che più amavo della nostra relazione.

Amavo il fatto di poter contare su di lui.
Amavo il fatto di avere una spalla su cui piangere.
Amavo il fatto di riuscire ad abbattere ogni mio muro con lui.
Amavo tutto quello che mi provocava.
Amavo come mi faceva stare bene.

Ma sapevo che prima o poi tutto quello avrebbe avuto una fine, e forse era terribilmente arrivata quella fine.

Non volevo accadesse, eppure era tutto così vicino, tutto così istantaneo ed imprevedibile. Era stato tutto così imprevedibile.

È successo all'improvviso, dal giorno alla notte, non me l'aspettavo affatto.

Era stata la conferma che in realtà io e Louis non potevamo amarci, era sbagliato. Era tutto tremendamente sbagliato.

________

Londra, 28 Maggio 1864. Ore: 4:06 p.m.

"Harry, devo parlarti." mi disse Johannah mentre salivo le scale, per andare da Louis di sopra.

"Ditemi." risposi fermandomi sui miei passi, girandomi verso la donna ed appoggiando la mano sul corrimano.

"Possiamo andare nello studio? Non vorrei che qualcun altro ci sentisse." disse ed io rimasi un po' sorpreso.

Era strano che Johannah volesse parlarmi in 'privato'. Non era il tipo di persona che nascondeva qualcosa. Era sempre molto aperta e diretta con le persone.

Vivevo lì con lei da quand'ero piccolo, visto la morte dei miei genitori a seguito dei loro affari loschi. Non si conosceva la causa della loro morte ma a me andava bene così, preferivo non tormentarmi con altre informazioni.

Era come una seconda mamma per me, infondo lei mi aveva cresciuto. Ecco come conobbi Louis, vivevo con lui praticamente da sempre, ed è successo quello che è successo.

"Certo." annuii e scesi i primi gradini, ritrovandomi presto dietro di lei, seguendola a passo lento nel suo studio.

Non ci ero mai stato, mi era proibito entrare lì dentro. Solo lei e la signora delle pulizie avevano accesso a quella camera, non avevo mai capito il perché.

Aprì la porta scorrevole, lasciando spazio ad un stanza spaziosa, adornata con dei mobili di legno in stile barocco. Era tutto molto classico e molto vecchio, anche quella casa lo era.

Ci avvicinammo alla scrivania, ricoperta di fogli e di fotografie di famiglia. La fotografia era una novità del secolo, era ancora in fase sperimentale ma già tutti ne possedevano qualcuna.

1864 | l.s. | Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora