IV

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Sua madre decise di voler tornare in Russia prima di morire. Partirono in una mattina gelida all'alba senza sapere quando sarebbero tornati. Ad aspettarli all'aeroporto di Magadan c'erano i nonni che non aveva mai conosciuto. La temperatura media era di -20°. Quando rimaneva fermo per più di dieci minuti non sentiva più le dita dei piedi e la punta del naso.

In quei giorni vide sua madre in una versione più serena, distesa e pacata. Aveva interrotto la cura. Suo padre gli disse che avrebbe dovuto godersi ogni momento con lei, che non ce ne sarebbero stati molti altri. La casa dei suoi nonni era su due piani, con una coperta su ogni divano e ogni sedia, il riscaldamento quasi sempre acceso e le finestre con il doppio vetro.

Suo nonno Mattej gli regalò dei guanti imbottiti di lana e uno slittino.

Rasmus scoprì di amare la neve più di quanto amasse la pioggia. Quando cominciò l'anno scolastico decise con l'approvazione di suo padre di studiare a casa, così avrebbe potuto passare più tempo con sua madre.

I capelli rossi di Harriet persero vita giorno dopo giorno, proprio come lei. Poi, in una notte gelida di novembre, volò via.

Suo padre lo abbracciò così forte da fargli quasi male. «É andata via» disse con la voce rotta. Rasmus aspettò di essere solo per piangere. Cercò di ricordare le ultime parole che le aveva detto: una banale buonanotte.

Al funerale c'erano poche persone, per lo più amici e pochi familiari dei suoi nonni. La tomba era di un legno rossiccio che ricordava i suoi capelli. La seppellirono nel silenzio delle preghiere e con il sottofondo delle parole del parroco che non era in grado di comprendere perché in un russo troppo stretto. Capì che gli sarebbe mancata per tutta la vita.

Non parlarono di quando sarebbero tornati a Manhattan.

Una sera suo padre gli disse con la voce mista tra rabbia e dolore che avrebbe fatto di tutto per non perdere anche lui, che era vicino ad una cura teorica e che presto avrebbe potuto iniziare ad effettuare dei test.

Lo vide sempre meno, quasi costantemente chiuso nel suo piccolo ufficio colmo di strumenti da laboratorio. Si chiese quando la sindrome si sarebbe manifestata. Avrebbero potuto volerci anni o pochi minuti. Talvolta si fermava a pensare che raggiungere sua madre non sarebbe stato affatto male, poi scacciava il pensiero prima che mettesse radici troppo profonde. In primavera superavano gli 0° e gli piaceva immaginare di essere di nuovo a Central Park in una giornata vicina a Natale nonostante fosse Aprile inoltrato.

I suoi nonni morirono a distanza di poco tempo l'uno dall'altro. 

What Was Left BehindDove le storie prendono vita. Scoprilo ora