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Il volo è durato più del previsto e per colpa della pioggia e vento forte hanno dovuto cancellare due voli. Sembrava più un'Odissea che un semplice viaggio in aereo.
Ero partito con due giorni di anticipo così mi sarei sistemato per bene nella nuova camera. In un'email chiesi una camera singola ma mi risposero che le stanze erano  tutte da 2 ai 5 posti letto. Quindi non potevo fare altro che sperare in coinquilini simpatici e accoglienti.

Erano circa le 16 quando atterrai a Chicago, presi un taxi che mi portò direttamente nel college. La prima cosa che feci fu chiamare mia madre, dovevano essere le 8 del mattino circa in Corea quindi era già sveglia. Parlai con mia madre per tutto il tragitto dall'aeroporto al college, mi passò mio padre e mia sorella. Lei era più piccola di me di 3 anni, eravamo molto legati ma come tutti i fratelli litigavamo spesso, litigi scemi ovviamente.

«Mamma sono arrivato! Ci sentiamo più tardi dai.»

«Mi raccomando fai attenzione, mangia e non prendere freddo!»

«Si mamma, stai tranquilla!» Chiusi la chiamata e pagai il taxista. Presi i miei bagagli e andai nella stanza che mi avevano assegnato.

«Chi è?» chiesero da dentro.

«Sono Moon Taeil! Il nuovo....ehm... coinquilino?!» La porta si aprì e apparve un ragazzo poco più alto di me e aveva i capelli  di media lunghezza, sembrava una rockstar.

«Ciao Taeil! Io sono Nakamoto Yuta, piacere di conoscerti!» Mi strinse una mano e fece un sorriso ampio, sembrava davvero felice di conoscermi. «Oh aspetta ti aiuto con i bagagli!» Ne prese un paio ed entrò in casa.

«Hey Bro è arrivato il nuovo coinquilino!» ulró ad una porta chiusa. Da lì proveniva della musica e si sentiva il rumore dell'acqua che scendeva.

«Ah giusto siamo in 3.» Entrai e chiusi la porta alle mie spalle, lo seguì fino ad una camera con la luce spenta.

«Vedrai ti troverai bene! Allora questa è la tua camera. Appena il gigante escurà dal bagno preparerà la cena. Tu sistemati con calma ti chiamo appena è pronto!» uscì dalla camera e socchiuse la porta.

La camera era piccolissima: c'era un letto, un armadio a due ante e un piccolo tavolino sotto la finestra attacco al letto.

Iniziai ad aprire le valigie e sistemare quello che era al suo interno nell'armadio. Sistemai qui pochi libri che riuscì a mettere nelle valigie.

Dopo 20 minuti bussarono alla mia porta.

«Entra pure!»

«È pronto da mangiare, ti avviso non è uno dei migliori ma ci accontentiamo.»

«Figurati. Arrivo subito!»

Yuta tornò in cucina. Presi il cellulare e misi una felpa poiché sentivo un po' freddo.

«Ah Yuta per caso le lenzuola sono... Johnny?»

«Sei serio? Tu sei il nuovo coinquilino?»

0 MileDove le storie prendono vita. Scoprilo ora