Stephen arrivò al gazebo puntuale come concordato con Lauren.
Osservò l'orologio, una, due, decine di volte in attesa che essa giungesse per comunicargli il verdetto tanto atteso.
Non ci aveva dormito la notte, talmente nervoso. Non vedeva l'ora di vederla, voleva sapere finalmente cosa avesse deciso. Restare in Irlanda o andarsene con il padre in America. Non una decisione da poco, ma qualcosa che avrebbe cambiato il corso delle loro vite, per sempre.
Girovagò senza sosta lungo tutta l'area della costruzione in legno, fino a consumarsi quasi le suole delle scarpe.
Un'ora dopo, iniziò a pensare al peggio. Lauren non sarebbe venuta più.
Lo aveva solo preso in giro e lui ci era cascato come il più stolto degli allocchi.
Le aveva creduto, senza mai metterla in discussione. Del resto, nel corso della loro breve storia, il bugiardo, era sempre stato lui. Un po', quel trattamento, se lo era meritato.Controllò i voli in partenza quel giorno, si accorse di quello diretto in Oklahoma, lo stato in cui risiedeva il padre di Lauren. Correre all'aeroporto sarebbe stato inutile, era già in ritardo. Ripose l'idea di raggiungerla per fermarla, sarebbe stato del tutto inutile.
Lasciò il St Stephen's green a testa bassa, arrabbiato e deluso. Si sarebbe almeno aspettato un messaggio di scuse, una qualsiasi spiegazione. Lauren era sparita nel nulla senza lasciare traccia. Questa, non gliel'avrebbe proprio mai perdonata.
Cercò di contattarla in ogni modo, ma il suo cellulare lasciò spazio alla segreteria, un numero considerevole di volte. Stephen arrivò a detestare il suono metallico della voce registrata, la quale, lo invitava a lasciare un messaggio. Non lo fece, per amore di sé stesso.
La cercò in Hotel, ma la receptionist si scusò per il fatto di non poter dare notizie strettamente riservate, pena l'infrangere il diritto sulla privacy dei clienti. Cercò invano di ottenere informazioni da Jean e Maria, i quali le dissero di aver visto Lauren solo la sera precedente, intenzionata più che mai a voler partire per gli States.
Essi confermarono, attraverso le loro parole, le teorie per cui Stephen era sempre stato sicuro: Lauren era stata capace di mostrarsi senza cuore, pertanto abbandonarlo, senza un'apparente giustificazione.Stephen gettò nel dimenticatoio l'idea di poterla vedere anche solo un'ultima volta. Se la sarebbe ricordata così, come la ragazza sfuggente, ironica, fragile, ma forte, di cui si era inevitabilmente innamorato sin dal principio. Al punto di ferirsi, come avrebbe evitato volentieri.
Nel bel mezzo di una passeggiata serale, i suoi pensieri vennero interrotti da una chiamata di zia Norma, la quale la invitò a cena da lei, insieme al piccolo Sebastian.
Stephen non sarebbe mai tornato a casa sua, quella vecchia casa degli orrori, da solo, per assaporare il ricordo di un padre fallimentare e un amore finito nel peggiore dei modi.
Il suo primo amore, ma più crudele per il cuore.Accettò l'invito di zia Norma, dal momento che sentì anche la voglia di vedere il bambino.
Avrebbe potuto prendere l'auto, ma preferì scegliere i mezzi pubblici. Si sarebbe scolato un bicchiere di vino con la donna, forse due, avrebbe riso della vita e per la vita, al fine di distruggere per sempre il bisogno d'amore, il ricordo di Lauren, il suo tradimento.Il bus lo fermò a pochi metri dalla casa di Norma. Pochi passi, prima che la donna potesse accoglierlo all'interno della propria dimora. Bellissima, con il suo sorriso sghembo, delusa da un uomo che aveva reputato come un fratello. Victor, suo grande amico, che l'aveva lasciata senza parlare, con l'onere di perdonarlo, qualora fosse stata in grado di farlo mai.
E con un figlio adorabile, abbandonato a sé stesso, alla tenera età di vent'anni.
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Cold Winds [COMPLETA IN REVISIONE]
Romance"Lo sentiva tra la folla, il suo odore, e ogni sferzata di vento era un brivido di paura. Era il fetore della persona che più detestava al mondo quello che Lauren percepiva così distintamente. Ne era certa: l'avrebbe riconosciuto anche in mezzo a ce...