Una sedia striscia a terra al quanto rumorosamente. Si sentono dei passi, sempre più vicini. Fino a che non sento un'ondata di vento freddo arrivarmi addosso. Mi aveva appena oltrepassato quando arriva alla cattedra ed inizia a parlare con l'insegnante mentre noi altri sbrighiamo degli esercizi. Finita l'interrogazione torna a posto guardando a terra. Da quando lo conosco ha sempre fatto così. Qualsiasi cosa accada, bella o brutta che sia, cammina fissando il pavimento. All'improvviso alza lo sguardo e mi guarda negli occhi sorridendo. Non vedevo la sua faccia così bene da tre giorni. Passate le due ore di studio, mi inizio a preparare al quanto rapidamente. Oggi è il 31 ottobre, Halloween, ed un mio amico aveva organizzato una festa. Finisco di sistemare le schede, prendo delle lentine rosse e corro in bagno. Proprio quando ci stavo entrando, Joseph ne stava uscendo, correndo anche lui. Ci sbatto contro e cadiamo. La sua maglietta si alza fino sopra alla pancia. Ed è lì che la noto. Pericolosamente vicino al cuore. Una cicatrice. Ma non era una cicatrice normale. Era contornata di macchiette viola e venature sottili, piccole e nere. Potrebbe essere un trucco come potrebbe non esserlo. In fondo, anche lui era stato invitato alla stessa festa. Ma perchè disegnarsi una cicatrice del genere in un posto così nascosto? Sembra sudare freddo, fissandomi. È quasi impaurito del fatto che io abbia visto quella bruttissima cicatrice; si abbassa la maglia, si alza e corre via. Perchè? Perchè ha reagito in questo modo? Pensandoci mi alzo, entro in bagno e mi metto le lentine. Recupero poi tutto e mi avvio verso casa di Albert, l'organizzatore della festa. Non posso credere ancora a quella visione. O forse non posso credere a come Joseph abbia reagito. Non aveva senso. Insomma, era troppo strano per trattarsi di un semplice trucco! E pensando a tutto ciò, non mi sono nemmeno accorta di essere arrivata sotto il palazzo di Albert. Cerco il suo cognome sul citofono. Lo trovo. Hole. Busso.