Sono in una stanza buia. Le pareti non ci sono, intorno a me è tutto nero. Non vedo nulla di familiare che mi aiuti a capire dove sono, sono immersa nel nero. Forse sono morta. Sono morta? No, impossibile. Sento delle voci attutite, voci che mi chiamano. Mi giro ma non vedo nessuno. Sono sola.
Si accende una luce che mi acceca gli occhi e mi obbliga a coprirli con una mano. Quando mi abituo alla luce vedo un corpo steso per terra. E' circondato da una pozza di sangue, la camicia è intrisa di esso. I capelli sono scombinati e gli coprono il volto.
Mi sento toccare la spalla, ma quando mi giro non vedo nessuno, devo essermelo immaginato. Una strana forza mi spinge ad avvicinarmi a quel corpo, anche se so che non dovrei. Mano a mano che i miei piedi camminano, portandomi più vicino a quell'uomo, sento qualcosa di familiare, come se lo conoscessi.
Le gambe si immoblizzano a pochi passi dal suo viso. Le mani mi tremano e il respiro si è fatto pesante. Mi abbasso alla sua altezza e gli scosto i capelli dal viso per vedere chi è. Due occhi color ghiaccio si incastrano con i miei. Solo che i suoi sono vuoiti e inespressivi, mentre i miei sono pieni di orrore. La sua bocca è leggermente socchiusa e ne esce un rivolo di sangue. Cado all'indietro e inizio ad urlare, ma sento due braccia stringermi e una mano tapparmi la bocca.
Dimeno braccia e gambe, ma niente. Quando questa presenza mi lascia cadere a terra vedo del sangue su di me: il mio sangue. Trattengo un urlo quando qualcuno mi tira per i capelli riportandomi vicino a mio padre. "Farai la sua stessa fine" mi dice e ride, strattonandomi forte i capelli. Quando mi lascia andare sbatto il naso sul pavimento e il mio sangue si mescola alle lacrime.
Mio padre e li, morto e freddo davanti a me. La sua carnagione è più pallida del solito. Mi avvicino a lui, accocolandomi al suo petto e lascio sfogo alle mie lacrime. Una zazzera rossa mi appare davanti alla vista. Due occhi rossi prendono posto nel mio campo visivo, come anche un coltellino, lo stesso usato su di me. Mi ritrovo lontana da mio padre e completamente immobilizzata, ritrovandomi a guardare la scena di..Xander che tortura il corpo di mio padre.
Apro gli occhi all'improvviso e prendo una lunga boccata d'aria. Le finestre sono aperte, permettendo all'aria fredda di entrare. Il mio corpo viene scosso dai brividi al pensiero del sogno che ho fatto. Era così realistico; sono nella mia camera e sono sola. Non ricordo nulla di quello che è successo prima che mi addormentassi, se non Jerome e John che applicavano a me, qualche strano incantesimo.
Sento dei passi dietro la porta e poi delle voci: John e mia mamma. "Non possiamo John è troppo giovane e.." , ".. ma Emily dobbiamo, è l'erede! Che ne.." , "Andrò io al posto suo, ma lei non.." , "Il nostro Signore ha bisogno di un nuovo corpo, tu lo sai cosa.." Questo è quello che sento dalla porta, ma non riesco a capire. "Non è un oggetto John! Fammi passare!" , "Parlagliene Emily!". Le voci si fanno più vicine e mia mamma entra come una furia dentro alla stanza.
E' pallida, sembra più magra di quando l'ho vista. I capelli sono raccolti in una coda disordinata e gli occhi verdi sono più spenti. Indossa dei jeans e un semplice maglioncino rosso. Si siede vicino a me sul letto e mi ricordo del terrore che gli passò ieri negli occhi quando ebbi il mio attacco di pazzia. "Come stai?" chiede rompendo il ghiaccio. Io non rispondo, la voce non vuole uscire dalle mie labbra. Il sogno mi ha turbato più del previsto. Vedere mio padre così, morto, freddo, immune al mio tocco è una scena che non si può dimenticare.
Mia madre rilascia un respiro profondo e si tira indietro i capelli. "Va bene, ho capito" dice alzandosi dal letto. Si ferma un attimo, forse aspettando che la fermi io, ma non ne ho le forze. "John verrà a parlarti di una cosa molto importante dopo", prende un respiro, "Ma voglio che tu ci pensa sopra. Sarà una decisione molto importante per te" dice con tono neutro guardandomi negli occhi. Io annuisco con la testa, incapace di fare altro. "Fatti una doccia intanto, sono sicura che ne hai bisogno" dice addolcendo il suo tono. Le sorrido e la vedo incamminarsi verso la porta fino a sparire dalla mia visuale.
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Kassandra - La figlia del diavolo
FantasyKassandra Butler, questo è il suo nome. Occhi azzurri come il ghiaccio, capelli neri come la pece. Ha una volpe, Jenna. Un padre, Joseph, che fa parte di una setta, ma non solo. Emily, madre creduta morta, ma che ricompare nel momento del bisogno, m...