Infilai la chiave nella serratura del lucchetto, la girai, tirai l'armadietto ma ovviamente si bloccò, imprecai sottovoce e ritentai, solo dopo aver sbattuto un paio di volte la mano, ma inutilmente, e averlo spinto prima verso l'alto e poi verso di me si aprì. Il mio armadietto era un tale casino, i libri buttati dentro senza un ordine preciso, la mia trousse con i vari trucchi sparpagliati, uno specchietto, il cambio per l'ora di ginnastica, vari golfini che avevo lasciato dentro per via della mia calorosità, qualche cosa da mangiare ed un paio di pacchetti di cicche e uno di sigarette. Quell'armadietto mi rispecchiava alla perfezione, com'era disordinato quello allo stesso modo ero disordinata io dentro. Presi i libri per le prime due ore, letteratura e scienze, e buttai dentro il giubbotto e il cappello, chiusi l'armadietto e proprio mentre stava per suonare la campanella mi avviai verso la classe. Il corridoio era pieno di persone, dai nerd, alle oche delle cherleader e i fighi della squadra di basket, gente che si salutava, coppie che si limonavano, amiche che si abbracciavano e poi c'ero io, una ragazza normalissima, Alessia Jhonson, una ragazza comune che nessuno notava, una delle tante a cui nessuno da importanza perchè ritenuta poco attraente e non alla moda, una a cui piace leggere e ama la letteratura, una che non da importanza a ciò che pensavano gli altri, una a cui si erano formati delle mura spessissime, invalicabili, indistruttibili, che aveva costruito dopo la sua difficile infanzia, dove i genitori non c'erano mai stati perchè via sempre per lavoro.
Entrai in classe, mi sedetti al mio solito posto, in fondo, vicino alla finestra da una parte e vicino a Clarissa dall'altra. Clarissa è sempre stata, sin da piccola, la mia migliore amica, è stata l'unica in grado di abbattere le mie barriere, è entrata piano piano senza farsi sentire e ora conosce ogni piccola sfumatura di me, ogni piccolo dettaglio, mi legge come se fossi un libro, mi sfoglia, mi contempla e non le sfugge nulla. Entrò la prof di lettere, ci alzammo e ci risedemmo non appena ci diede il permesso, fece l'appello e poi iniziò la lezione, presi un foglio di brutta e una penna e iniziai a prendere appunti su ciò che stava spiegando, quando la campanella segnò la fine dell'ora presi le mie cose e uscii dalla classe insieme a Clarissa.
-cos'hai ora?- mi chiese sbadigliando e facendo una faccia buffa che mi fece ridere,
-scienze, che merda, te?- scienze era la materia che odiavo di più dopo matematica, non ci capivo niente!!
-storia..- rispose lei accennando una smorfia di disgusto.
-okay ci vediamo dopo allora!- la salutai -sì, a dopo- mi rispose lei.
entrai nell'aula di scienze appena in tempo prima che entrasse il proff, mi sedetti al mio solito posto ma il prof annunciò che quella mattina avrebbe cambiato i posti. Tutti iniziarono a protestare ma il prof sembrò non sentirli nemmeno poiché iniziò a nominare le persone e ad indicare i vari banchi, mi mise vicino a Rosie, un'oca delle cherleader che si stava limando le unghie e contemplando quanto fossero belle e perfette. Entrò Logan, il suo ragazzo la salutò e la baciò, a quel gesto mi venne un conato di vomito e corsi in bagno sotto le urla del prof.
aprii l'acqua, era ghiacciata, al mattino la usavo sempre per svegliarmi mettendo i polsi sotto l'acqua gelida, mi sciacquai la faccia e le mani, ripresi la borsa e uscii dal bagno, non avendo voglia di tornare in classe mi diressi verso il cortile, fuori era una giornata fantastica, il cielo era azzurro, il sole splendeva, c'era una certa aria gelida che annunciava l'arrivo dell'inverno ma a me non dava fastidio, mi sistemai il mio maglione extra large che mettevo per nascondere i miei fianchi un po' troppo sporgenti, mi sedetti sulla panchina di cemento e tirai fuori il mio taccuino. iniziai a scrivere come a mio solito, da grande mi sarebbe piaciuto molto diventare una scrittrice, scrivere era un po' un senso di liberazione, mi liberavo dei miei pensieri più profondi e sapevo che da li non sarebbero mai potuti uscire, scrissi della mia mattinata, di come si era svolta e delle mie impressioni, ad un certo punto uscirono dalla porta principale un gruppetto di ragazzi, penso siano quelli di basket, chiusi il taccuino e lo rimisi nella borsa, la presi e mi alzai, mi diressi verso l'entrata quando un ragazzo del gruppo mi venne addosso facendo cadere a terra la mia borsa rovesciandosi, in un primo momento non se ne accorse neanche ma quando senti le mie varie imprecazioni su quanto fosse stato maleducato si chinò ad aiutarmi a raccogliere la roba e si scusò, sfortunatamente prese lui in mano il mio taccuino e lo aprì, io di scatto glielo sfilai di mano e lui mettendosi a ridere se ne andò. Ero rimasta paralizzata dalla sua risata, dal suo sorriso e dalla rabbia per aver violato la mia privacy, mi girai di scatto furiosa e gli urlai - sei proprio un coglione! non ti permettere mai più di violare la mia privacy!- ero rossa in faccia, lui si voltò insieme agli altri sgranando gli occhi -ero solamente curioso..- si limitò a rispondere per trovare una scusa, io lo squadrai fulminante -scusami..- mi sorrise, dio il suo sorriso era qualcosa di indescrivibile, ho sorriso, era veramente contagioso il suo sorriso, - mi chiamo Matteo comunque.- si presentò, era veramente affascinante - i-i-io sono Alessia- balbettai imbarazzata, mi sorrise ancora, io gli sorrisi - ci si vede in giro allora Alessia, ciao!- - certo! Ciao Matteo.- si voltò e se ne andò insieme ai suoi amici, io rientrai a scuola giusto appunto per andare in mensa, incontrai Clarissa all'entrata, la salutai e andammo a fare la fila per prendere da mangiare. Passai il ticket e presi il vassoio, mi feci dare dalla signora che serviva un piatto di pasta in bianco, dovete sapere che ho deciso di mettermi a dieta anche se secondo Cla sono magrissima. mi sedetti ad un tavolo insieme alla mia migliore amica e iniziammo a mangiare, ad un certo punto entrò Matteo con quel suo sorriso, mi salutò, ricambiai, Clarissa mi guardò come se fossi impazzita e allora le dovetti raccontare tutto quello che era successo nelle ore precedenti, non ebbi fatto in tempo a finire che lei si era già montata la testa come se fossimo già fidanzati! mi faceva impazzire e allo stesso tempo morire dal ridere, non mi accorsi che stavo ridendo da dieci minuti come una scema finché non vidi che Matteo mi stava fissando con quel suo accenno di sorriso divertito. Smisi subito di ridere e mi ricomposi, presi la mia roba e trascinai Clarissa fuori dalla mensa, andammo a sistemare i libri nei nostri armadietti e poi ci dirigemmo in cortile, ci sedemmo su una panchina e iniziammo a chiacchierare, ridevamo come due sceme, lei che mi raccontava le sue figuracce durante il cambio dell'ora con un ragazzo. Quanto l'amavo quella ragazza, senza lei non potrei mai vivere.
Verso le tre tornammo a casa io presi il pullman lei andò a piedi perchè abitava molto più vicino di me, mi sedetti come al mio solito all'ultimo posto in fondo vicino al finestrino, mi misi le cuffiette e accesi la musica, guardai fuori dal finestrino com'era mio solito fare e annotai tutto ciò che di nuovo vedevo o scoprivo, descrivevo il paesaggio, il tempo, il traffico, le persone, i vari negozi e negozianti, ogni giorno annotavo le cose che mi colpivano di più e se si andava a rileggere il taccuino giorno per giorno si poteva ben vedere che c'era qualcosa di diverso sempre, il paesaggio non rimaneva mai totalmente uguale, anche le persone, il traffico i negozi e i negozianti non erano mai uguali dal giorno prima e così il tempo. Presa dallo scrivere non mi accorsi che un ragazzo si era seduto accanto a me, ad un certo punto mentre il pullman girava in un viale sentì qualcosa che mi sfiorava la gamba, mi girai di colpo e vidi che era lui, era seduto proprio accanto a me, con le cuffiette nelle orecchie e quel suo bellissimo e dolcissimo sorrisino divertito stampato in faccia.
CIAO A TUTTI, QUESTA E' LA MIA PRIMA STORIA A CAPITOLI.
SPERO VI PIACERA' E CHE LA LEGGERETE IN TANTI.
LASCIATE DEI COMMENTI QUI SOTTO E VOTATELA!!!!
GRAZIE MILLE IN ANTICIPO!
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ASSOMIGLIAVA TANTO ALLA FELICITA'
RomanceLei e i suoi muri impenetrabili, i suoi attacchi di panico che le fanno venire le persone. I suoi genitori via per lavoro sin da quando era piccola. Clarissa la sua unica amica. 16 anni e combatte i suoi mostri. Poi un giorno tutto cambiò, incontra...