Ciao Jenna.

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"Lasciami stare Tom!" Dissi, non ne potevo più, ero stufa di stare con un ragazzo che beveva e che faceva uso di droghe. Ancora infuriata gli ringhiai contro per quasi dieci minuti, ma poi capii che non me valeva la pena e me ne andai.
Squillò il telefono, era Tom, non volevo rispondere, ma non so per quale strano motivo, mi costrinsi a farlo: "Ti prego, torna, ti prego, mio figlio è perso senza te! Continua a fumare marijuana e bere vodka, ti prego!" Era sua madre, cercai di non piangere, dovevo dimenticarlo, e lui doveva fare lo stesso.
Pensai a cosa dire, poi risposi alla madre: "Mi spiace, è doloroso lo so, ma lui mi ha già lasciata un po' di volte, e anche molto più crudamente di come abbia fatto io, quindi, la prego di dire a suo figlio di smetterla con droghe e alchol e di mettersi sotto a studiare qualcosa per se, per il suo futuro, non posso sempre rispondere alle telefonate sue mentre sono a scuola. Se suo figlio si rifiuta di fare questo, beh non so, ma almeno trovarsi un'altra ragazza, non una brava come me, magari una alcolizzata e drogata fino alle stelle. Mi spiace se le mie parole le sono suonate crude, dure, e senza un sentimento, ma le assicuro che non è vero. Salve e a rivederla" e chiusi la chiamata entrando in casa.
"Ciao tesoro, che hai?" Chiese mia madre una volta tornata a casa. La guardai, la baciai sulla guancia e le dissi: "È finita... con Tom... Ho chiuso... E per sempre...". Vidi dello sgomento negli occhi di mia madre, la quale non ne poteva più di vedermi soffrire per uno come lui, forse quello che vedevo nei suoi occhi era sollievo, o forse era solo felice che sua figlia avesse terminato una relazione turbolenta con un ragazzo che lei definiva 'brutto ceffo'.

"Beh, sembra brutto a dirsi ma ne sono felice e sullevata, tu non ti meritavo uno come lui, a causa sua sei rimasta senza un'amico, tutte le tue amiche si sono allontanate da te impaurite che lui potesse fare loro qualcosa, mi spiace che nessuno abbia pensato a te, figliuola cara..." La guardai e vidi che stava per piangere dalla felicità, ero felice che lei lo fosse, se lo meritava.

Il giorno dopo, a scuola tutti ne parlarono, ricevevo occhiate divertite e altre più serie, ma non mi preoccupavano. A mensa mi sedetti al tavolo con i miei vecchi amici, felici della decisione che avevo preso.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 14, 2014 ⏰

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