Capitolo 9

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P.O.V. Iris
Corsi giù dalle scale del palazzo e uscii. La rabbia era troppo forte e sapevo che non sarei riuscita a trattenermi nello spaccare qualcosa se non fossi uscita da lì. "Come poteva accadere tutto a me?" mi chiedevo quando mi allontanavo da casa nel buio della sera. "Tre anni di studio buttati nel cesso" pensavo mordendomi nervosamente il labbro inferiore. Ebbene sì: avevo studiato e fatto esami dalla prima media per riuscire ad arrivare al campus in America e proprio quando il sogno era ad un passo dal realizzarsi, ecco che tutto sfumava e si dissolveva come fumo. Ripensando a tutta la mia fatica, alle notti passate a studiare e a tutti i sacrifici compiuti, la rabbia aumentava ancora di più. Continuai a camminare, fregandomene di tutto ciò che mi circondasse, e decisi di farmi un giro in centro: magari le luci della città mi avrebbero tirato su di morale. Nella metro tutto sembrava andare lento, a malapena percepivo le voci, la mia vista era offuscata dalla rabbia. Quando arrivai alla mia fermata, scesi dal mezzo e ritornai in superficie. Tutti sembravano felici e spensierati e io apparivo come un puntino nero che cammina faticosamente tra di loro. Chiamai la mamma, informandola di ciò che era successo, e cercò di tirarmi su cercando di tranquillizzarmi. Mai avrei pensato che mi sarebbe mancata così tanto. Quando chiusi la chiamata, mi accasciai su una panchina e mi misi le mani sugli occhi, facendo crescere in me la piccola speranza che, quando le avrei tolte dal viso, tutti i problemi sarebbero scomparsi. Venni riportata alla realtà da qualcuno che mi appoggiò una mano sulla spalla, girandomi di scatto: era Anthony. Sospirai:
"Ehy..."
Mi guardò con una lieve rabbia negli occhi:
"Perché sei scappata? Lo sai che è pericoloso."
Scossi la testa:
"Non me ne frega più niente, di tutto"
Si sedette vicino a me:
"Questa non è una scusa."
"Non è una scusa, è la verità"
"Sempre a ribattere... hai fatto preoccupare tutti quanti."
"Eppure sei stato l'unico a venirmi a cercare..."
"No Iris, tutti gli altri sono in giro a cercarti. Io ti ho trovata."
"Ah..."
"Perché tutta questa perplessità?"
Che domanda sciocca era la sua: era ovvio che non mi sentivo mai importante per nessuno.
"Non è perplessità, non è niente"
Lui alzò le spalle:
"Ok, se lo dici tu... comunque quel campus non era la cosa migliore al mondo."
"Stai scherzando vero? Ho passato tre anni di merda solo per avere una piccola possibilità di entrarci, e proprio quando avevo la mia opportunità ad un palmo di naso ecco che mi viene rubata da una stupida troia che si è pagata gli esami"
"Non sai se è una ragazza quindi definirla come troia forse non è corretto"
"Fa lo stesso."
"Ok Iris, ora risistema il linguaggio e andiamo dagli altri"
"Ho 14 anni, ho una grande libertà di parola"
Il ragazzo mi prese per un braccio e mi tirò su dalla panchina; provai un po' di nausea e mi appoggiai ad Anthony.
"Tutto ok?" mi chiese.
Mi misi una mano sulla gola:
"Si, quando piango mi sento uno schifo"
Presi a camminare con Anthony, cercando di controllare le mie lacrime. Ad un certo punto sentimmo un urlo dietro di noi:
"ECCOTI IRIS, FINALMENTE"
Mi girai e vidi Payton correre verso di noi. Quando fu a mezzo metro da me, mi buttò le braccia al collo e i nostri corpi si scontrarono. Iniziò a stringermi forte e il suo profumo mi solleticò il naso. Diamine ragazzo: sento le farfalle nello stomaco se fai così. Mi staccai e lui mi guardò negli occhi:
"Cavolo Iris, mi hai fatto preoccupare"
Abbassai lo sguardo, un po' imbarazzata:
"Scusa..."
Anthony si mise tra me e Payton e disse ironicamente:
"Stai scherzando Iris? Perché a me rispondi male e a lui un dolce "scusa"? Qua non me la conta giusta nessuno dei due. Vi smaschererò una volta per tutte."
Alzai gli occhi al cielo:
"Anthony per favore, io e lui... impossibile... Dovremmo trovare gli altri, sai?  Si sarebbe meglio andare!"
Anthony si mise a ridere:
"Non cambiare discorso, riuscirò a far vedere a tutti la verità!"
Payton mi prese a braccetto e si avvicinò all'orecchio:
"Iris, non c'è bisogno di nascondere."
Scossi la testa:
"Nascondere cosa?"
Lui si mise a ridere:
"Il fatto che io sia irrimediabilmente figo, no?"
Altro che figo, qua c'era il bisogno di mandarlo al Louvre.
"No Payton, non lo sei" dissi io.
Anthony, di tutta risposta, allargò le braccia:
"Andiamo ragazzi, voglio sapere che cosa vi siete detti all'orecchio ora"
Payton si mise a ridere:
"Ci siamo detti che dovremmo andare a casa, inizia a far freddo"
Annuì con la testa e ci dirigemmo a cercare gli altri per poi andare insieme a casa.
——
"Sei tornata!" disse Denise saltandomi in braccio.
La strinsi forte a me e annuì. Mio zio si avvicinò a me con un'espressione ricca di ira. Abbassai lo sguardo e iniziai a fissare la punta delle mie scarpe. Sospirai:
"Scusa..."
Mio zio scosse la testa:
"Diamine Iris, sai quanto può essere pericolosa Torino la sera."
"Lo so zio..."
"Devi capire che qui il tuo responsabile sono io. Se tua madre lo venisse a scoprire probabilmente mi ammazzerebbe. Non voglio essere ammazzato da mia sorella, ok?"
Sorrisi:
"Mamma non lo farebbe, sei il suo fratello preferito"
"Allora lo farebbe tuo padre"
"Nemmeno lui. Ammazzerebbero me di certo"
"Per il tuo comportamento? Si lo farebbero"
Tutti rimasero in silenzio, compresi i ragazzi.
Mio zio sospirò:
"Ti perdono ma se succede un'altra volta lo dirò a tua madre"
"Si sì, lo dici sempre ma non lo fai mai. Sei più adolescente tu di me"
Scoppiammo a ridere e lo abbracciai a mo' di scusa.
"Ah ragazzi" disse nostro zio "devo riportare Denise a casa... cercate di non distruggere la nostra mentre sono fuori? Ci impiegherò una mezz'oretta."
Annuimmo tutti e salutammo Denise, la quale era ancora fermamente convinta che Maya e Jaden fossero fidanzati. Poi se ne andò con lo zio e noi restammo da soli. Griffin si sdraiò sul divano vicino a Maya e crollò dal sonno. Mia sorella quando lo notò, alzò gli occhi al cielo e sospirò:
"Diamine, questo ragazzo sembra ancora un bambino"
Chase alzò le spalle:
"Eh vabbè... senti Maya hai dello smalto nero? Devo aggiustare un po' la situazione sulle mie unghie."
Maya annuì:
"Si, dovrei avercelo da qualche parte di là. Aspetta qui, vado a prenderlo"
Tutto sembrò filare per il verso giusto fino a quando mia sorella iniziò a strillare dal bagno:
"IRIS, PERCHÉ GLI OMBRETTI NON SONO AL LORO POSTO"
Merda, mi aveva beccata. Impanicata, guardai Anthony:
"Cosa devo fare? Come si mente?"
Payton si mise a ridere:
"Semplicemente dille la verità"
"No mi ammazza"
"Ma figurati"
"Ci tengo alla mia testa"
"IRIS RISPONDIMI ORA." Urlò nuovamente Maya.
Mi alzai dal divano:
"IDIOTA NON LI HO PRESI IO"
Mia sorella arrivò come una furia con lo smalto nero in mano:
"Se non li trovi entro domani mattina giuro che ti faccio saltare in aria come fuochi d'artificio"
Alzai le mani in segno di pace e mi rimisi sul divano vicino a Griffin. Maya iniziò a mettere lo smalto a Chase mentre chiacchierava con Jaden ed Anthony. Payton invece stava sul divano insieme a me, a destra, ascoltandoli parlare. Chiusi gli occhi per rilassarmi: che razza di giornata era stata?
Le mie palpebre cominciarono a farsi un po' più pesanti e mi appoggia a Griffin. Non stetti molto in quella posizione perché altre braccia mi spostarono verso destra: erano le braccia di Payton che piano mi accoglievano in un suo abbraccio. Ero ancora un poco cosciente della realtà quando sentii le sue mani accarezzarmi i capelli. Poi tutto fu quiete.

Spazio autrice: ho tante idee in mente ma poco tempo. A Natale arriveranno tanti regali per voi, lo giuro! Love u❤️

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