Immobile. Rimasi immobile. Completamente pietrificata. Le braccia lungo i fianchi, tese e incapaci di fare qualsiasi movimento. Il fiato corto, il respiro affannoso, il cuore a mille, gli occhi spalancati. Non vi erano lacrime sul mio volto e neppure una lieve smorfia di dolore. Non riuscivo a capire per quale motivo non fossi capace neppure di muovere qualche passo verso la strada ormai affollata. Vedevo molte persone correre verso di essa, incuriosite dall'ambulanza e dall'auto della polizia, appena arrivate, e da ciò che era successo. I poliziotti dicevano loro di stare indietro, ponendosi da barriere, contenendo la folla come meglio potevano. Avrei voluto mandare via tutta quella gente. Solo io sarei dovuta essere lì... ma non ci riuscivo. Non tutte le persone nei dintorni però reagirono nello stesso modo. Un uomo sulla sessantina, zoppicò a fatica fino a una panchina poco distante e si sedette su di essa. Si tolse poi il cappello a tesa e iniziò a maneggiarlo, osservandolo con attenzione, come se fosse la prima volta. Una donna un po' più a destra, invece, appoggiò le buste della spesa a terra e si portò le mani al viso, asciugandosi gli occhi. Un bambino, ignaro di ciò che stava accadendo, correva su e giù per le scale nell'angolo a sinistra, facendo sfrecciare la sua macchinina lungo il corrimano. Dopo una manciata di secondi intravidi sua madre che gli corse incontro e lo prese in braccio, stringendolo forte a sé e accarezzandogli la testa con insistenza. Vidi persone andarsene in fretta, altre tornare sui loro passi, prendendo diverse direzioni. Tutti in un modo o nell'altro si muovevano, facevano qualcosa, mentre l'unica cosa che riuscivo a fare io era starmene a guardare la scena. Riuscii a scorgere, attraverso la folla oramai scemata, una barella, che veniva sollevata delicatamente dall'asfalto della strada. Vidi, infine, il suo corpicino ricoperto di sangue e il suo volto sfigurato. A quella vista le mie ultime forze mi abbandonarono. Sentii le gambe cedere e poi avvertii, anche se solo per un millesimo di secondo, l'impatto con il terreno cementato, prima di perdermi nel buio più totale.
Sbarrai gli occhi, balzai a sedere sul letto e ripresi fiato. Il cuore che batteva all'impazzata, completamente bagnata dal sudore e con il viso rigato di lacrime salate. Mi misi una mano sul petto e feci dei profondi respiri per calmarmi. Cercai di asciugare le lacrime con il dorso della mano, ma non smettevano di cadere. Ero esausta. Vidi le coperte attorcigliate a terra, continuai a guardarmi intorno disorientata e mi ritrovai sola nella stessa stanza di ogni volta. Come sempre, l'agitazione e lo shock svanirono pian piano, ma furono sostituite dal dolore e dalla tristezza più profonda. Strinsi le gambe al petto, appoggiai la fronte sulle ginocchia e scoppiai in singhiozzi, incapace di credere che anche quella notte non fossi riuscita a salvarlo.
STAI LEGGENDO
Non Lasciarmi Cadere
Romance*IN CORSO* ''Sbarrai gli occhi, balzai a sedere sul letto e ripresi fiato. Il cuore che batteva all'impazzata, completamente bagnata dal sudore e con il viso rigato di lacrime salate. Mi misi una mano sul petto e feci dei profondi respiri per calmar...