3 Chi resisterà?

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Impiego qualche secondo per abituarmi di nuovo alla luce del sole, nonostante sia stata nel piano interrato non più di mezz'ora. Scruto la pista d'atletica dove sono già radunati i quattro gruppi di ragazze per trovare mia sorella, ma non la vedo.

«Sbrighiamoci, mancate solo voi» tuona Gardenia, accelerando il passo.

Camminiamo verso l'uomo che mi ha accolto all'ingresso, fermo a qualche metro di distanza con le braccia incrociate al petto; è lui il nostro selettore. Porto di nuovo lo sguardo in direzione delle altre ragazze per cercare Dalia e ho quasi perso la speranza quando noto i suoi capelli color del grano. Sta ascoltando concentrata un uomo slanciato che gesticola animatamente.

Un gruppo di selezionate occupa il mio campo visivo mentre si muove verso il centro del prato. Guardo con più attenzione e noto dei birilli, delle corde e dei cerchi che creano un percorso a ostacoli. Due ragazze si accostano alla corda che delimita la partenza. Riconosco la ragazza dai capelli rossi: è Ivy, una ragazza quindicenne della mia città.

Il loro selettore si arresta alla fine del percorso e solleva la mano destra con cui tiene un cronometro. Abbassa il braccio e le due ragazze iniziano a correre, facendo slalom tra i birilli e saltellando ogni qual volta incontrano una corda.

«Che stupidaggine» afferma la ragazza mora del mio gruppo che, come me, sta guardando la scena.

Le lancio una rapida occhiata e leggo il suo nome sulla maglietta: Heather.

Riporto l'attenzione su Ivy che ha un discreto vantaggio sull'avversaria. Sta per arrivare alla seconda parte del percorso dove sono posizionati i cerchi quando, all'improvviso, il suo piede destro si incastra in qualcosa che non riesco a mettere a fuoco e precipita a terra.

«Che imbranata» enuncia Heather che rallenta il passo per guardare meglio.

Non distolgo i miei occhi dal campo da gioco. C'è qualcosa che non mi convince, non è possibile che sia inciampata da sola sui suoi stessi piedi. La vedo rialzarsi con fatica mentre viene superata dalla sua avversaria, ma neanche questa riesce a fare molti metri: cade al suolo anche lei.

«Che diavolo...» sussurro incredula mentre ci fermiamo.

«Signorina Sartini» mi richiama il selettore, facendomi sussultare.

Osservo l'uomo aitante venirmi incontro con le mani incrociate dietro la schiena. Il suo aspetto severo è accentuato da una cicatrice sul sopracciglio sinistro e dai capelli rasati. Si ferma dritto di fronte a me e sono costretta a sollevare il capo per poterlo guardare negli occhi.

«Ho saputo che ha intenzione di rifiutare» afferma con tono duro. «La prego di raggiungere le tribune nord e di cercare personalmente il signor Gaser per comunicargli la sua decisione» continua prima di voltarsi verso le altre.

Mi giro in direzione del lato indicatomi e mi incammino con passo svelto lungo la pista da corsa, evitando il prato verde dove adesso all'interno si trovano anche le ragazze diciottenni. Scruto il viso concentrato di mia sorella, intenta a osservare le altre affrontare il percorso, e dalla sua espressione corrucciata deduco che anche lei ha notato qualcosa di strano.

Raggiungo gli spalti e chiedo del signor Gaser. Mi risponde una donna dal soprabito blu che mi indica la portineria, vicino al cancello di ingresso. La ringrazio e mi avvio verso la struttura in acciaio rivestita da pannelli rossi di lamiera lamellare. Sto per bussare alla porta quando delle voci all'interno mi fanno desistere.

«La Messe di quest'anno sembra promettente» enuncia un'energica voce femminile.

«Anche io sono speranzoso» ribatte un uomo con tono deciso.

Iris - Il regno di FloraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora