Mercoledì 25 settembre,FCO - AER
Quello che succede a Singapore, rimane a Singapore.
Tipo il tamponamento alla terza curva con tanto di sospensione rotta dopo nemmeno quattro giri, il pitstop lento come la fame e Meta che gli stampa un bel bacio.
Ok.
Daccapo.
Quello che succede a Singapore Fabrizio ancora se lo sogna di notte: un incubo di pista, un incubo di motore, un incubo di avversario. Nemmeno le sedute con un bravo dottore lo aiuterebbero a dimenticare il fallimento di quel fine settimana. E pensare che era arrivato al Singapore Street Circuit in forma smagliante dopo un meritato primo posto al GP d'Italia due settimane prima.
E poi il regazzino della RedBull lo travolge in pieno e l'aveva visto quel sorrisino di sfida a fine gara da "ti faccio il culo"
E poi quel box now, box now in cuffia mentre perdeva secondi e terreno quando, palesemente, anche il diciannovesimo pilota lo aveva sorpassato.
E poi Ermal Meta, casa Mercedes, lo aveva baciato un po' alticcio con una boccia di rum e un paio di Monster in corpo.
Che pena!
Su quel volo diretto a Sochi si da del cretino perché si sta buttando addosso le peggio mannagge, deve sgombrare la mente e arrivare lucido alla prossima gara per evitare di perdere la possibilità di stare ancora tra i primi posti della classifica e giocarsi il mondiale. Si stropiccia gli occhi lasciando cadere indietro la testa, gira da impazzire e si sente stanco morto. Il weekend precedente l'aveva sfiancato e portava i postumi anche dopo due giorni di assoluto riposo. Non manca molto all'atterraggio ma sente l'ansia pungere sotto pelle, non vede l'ora di ritirasi in hotel e dormire. Altro che giro al circuito, altro che controllo della macchina, altro che analisi dei risultati, altro che ... Ermal Meta.
Strabuzza gli occhi. Non è possibile. Cosa ci fa lui qui?
«Che cosa ci fa qua?» sussurra stizzito mettendosi dritto con la schiena. Il riccio sorride ad una hostess con quel suo fare impertinente e brillante che ha davanti agli altri. Purtroppo è troppo lontano per saltargli al collo e strozzarlo perché dopo Singapore tutto era andato a rotoli nella testa di Fabrizio.
D'istinto si piega in avanti tentando di nascondersi dietro il sedile del passeggero di fronte, sulle labbra la preghiera che il pilota non passasse proprio di lì.
«Lo sai che ti stai comportando da bambino dell'asilo?» tossicchia Nick, suo compagno di scuderia e pivellino di casa Ferrari, senza alzare gli occhi dalla sua rivista russa. Fabrizio lo fulmina con lo sguardo rimanendo con la schiena piegata in avanti, ridacchia leggermente. «Da quando conosci il russo?» soffia stizzito.
«Da quando tu ti comporti in modo strano» sussurra l'altro aggiustandosi gli occhiali sulla punta del naso, «Capisco la vostra discordia e rivalità in pista, ma ora stai esagerando.»
Fabrizio non risponde rimettendosi a sedere con la schiena dritta, sente che qualcuno qua gli deve delle spiegazioni, come è possibile avere un vuoto su quella serata post gara? Perché non si ricorda nulla a parte Ermal farsi sempre più vicino e baciarlo spingendolo contro il muro del corridoio dell'hotel in cui alloggiava.
Prova a lanciare uno sguardo veloce dalla sua posizione per vedere se il riccio fosse scomparso e si fosse buttato giù dall'aereo con un paracadute. È sparito, per ora.
Fabrizio tira un lieve sospiro di sollievo. Nick scuote la testa.
Venerdì 29 settembre
STAI LEGGENDO
Now it's time to rush // metamoro
Fanfiction[F1!AU] Fabrizio Mobrici ha realizzato il suo più grande sogno quando, all'età di quattro anni, suo padre l'ha fatto sedere per la prima volta su un kart. Ecco, in quel preciso momento scrisse la sua vita diventando, ventidue anni dopo, per la terza...